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Cordone ombelicale, quando cade e come si cura

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Il cordone ombelicale collega la pancia del feto alla placenta. Al suo interno si trovano una vena e due arterie. Attraverso il cordone passano i nutrienti fondamentali per il bambino. E’ un tubicino spiraleggiante con un diametro di un centimetro e mezzo, è il legame più forte tra mamma e bambino durante i nove mesi di gravidanza.

Il cordone ombelicale inizia a formarsi alla quinta settimana, partendo dal peduncolo di connessione che servirà a collegare embrione e trofoblasto. A metà del secondo mese, si inizia a formare il vero e proprio funicolo, che si forma poi completamente al termine del trimestre. Per quanto riguarda i gemelli invece, anche quelli monozigoti che dividono placenta e sacco amniotico, ognuno possiede il proprio cordone ombelicale.

Il cordone ombelicale suscita nelle mamme molti dubbi. Per esempio è comprensibile chiedersi se al momento del taglio il bambino sente dolore, oppure come ci si deve comportare per la sua cura e medicazione. Numerosi però anche i quesiti di natura più tecnica e fisiologica e, basandoci su quelle che sono le informazioni che gli esperti continuamente forniscono, cerchiamo di riassumere le cose più importanti sul cordone ombelicale all’interno di questo articolo.

Quali sono le funzioni

Il cordone ombelicale è il canale di transito che porta al feto i nutrienti fondamentali. Attraverso la placenta che si collega al bambino, passano anche gli anticorpi e l’ossigeno. Il sangue fetale, che mai si mescola con quello della mamma, si arricchisce così dell’ossigeno necessario che viene poi trasportato fino al fegato, poi al cuore, l’aorta e le arterie periferiche. E’ la vena che si occupa di trasportare ossigeno e nutrienti per mezzo del sangue. Le arterie poi, restituiscono il sangue “sporco” e non ossigenato alla placenta.

Le funzioni del cordone ombelicale non terminano qui. Ultimamente si parla molto del fatto che è ricco di cellule staminali, importantissime per curare varie malattie del sangue o congenite. Come ad esempio le leucemie, la talassemia… queste malattie possono essere curate con un trapianto del midollo osseo. Visto che non è facile trovare un donatore compatibile, ecco che grazie a scoperte piuttosto recenti, la soluzione può arrivare dalle cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale.

Donarlo o tenerlo per i figli?

Ci sono due teorie opposte, da una parte chi vuole metterlo da parte solo per utilizzarlo qualora vi fosse bisogno, per i figli. E chi invece lo dona a favore di tutti. Nel primo caso il servizio è privato ed a pagamento. Nel secondo sono alcune associazioni di volontariato a raccoglierlo e conservarlo nelle biobanche pubbliche.

Quando viene reciso il cordone ombelicale?

Oggi c’è la sbagliata abitudine di recidere il cordone ombelicale entro trenta secondi dal parto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si tratta di una pratica scorretta. In passato la pratica era più corretta perché l’ostetrica aspettava che smettesse di pulsare. In questo modo il bebè non perde sangue placentare prezioso presente nel funicolo, il quale è utile per evitare carenze di ferro nei primi mesi di vita.

Sempre rimanendo in tema, molti genitori si chiedono appunto se tagliare il cordone ombelicale fa male al bambino. Diciamo che la certezza non c’è. Qualcuno dice che essendo la zona senza nervi, non dovrebbe dar fastidi al piccolo. Altri invece ritengono che sia una pratica invasiva.

Quando cade e come medicarlo

Da quando il cordone ombelicale viene tagliato, si avvia il processo di essiccazione. Diventa duro e poi cade in modo spontaneo. Non deve quindi esserci alcuna forzatura da parte dei genitori. E’ importante eseguire una corretta medicazione prima e dopo, così da evitare eventuali infiammazioni.

Il pediatra fornisce le risposte ai dubbi in merito alla medicazione ed è importante seguire le sue indicazioni. Per far si che secchi e cada nei tempi ritenuti normali, è importante lasciarlo ben asciutto. Quando il moncone si trova in un ambiente umido, tarda la caduta.

Tutto ciò che il dottore solitamente consiglia per medicarlo è un po’ di garze sterili, acqua ossigenata, alcool denaturato e delle retine ombelicali elastiche. Il moncone va pulito con una soluzione fisiologica sterile e dopo con l’acqua ossigenata usando una garzetta sterile. Dopo la parte deve essere asciugata bene sempre con una garza sterile. Dopo tappare con una garzina asciutta e fare in modo che resti ferma usando una retina ombelicale elastica.

Se la medicazione si sporga o si bagna, deve essere cambiata perché appunto la zona deve essere sempre bella asciutta. Una volta che il moncone cade, la zona deve essere medicata ancora per alcuni giorni. Basta tenerla pulita con le garze. Fino a quando il moncone non è caduto è bene evitare o bagnetti interi.

Solitamente cade entro 15 giorni dal parto. Qualora il moncone sanguini eccessivamente, emani cattivo odore o riporti fuoriuscite di pus, allora è importante parlare con il pediatra per capire se c’è un’infezione in atto.

Francesca Rotondo