Il pantoprazolo è una molecola chimica che funge da inibitore della pompa protonica, ossia l’organo dello stomaco deputato alla produzione dei succhi gastrici. Tutti gli inibitori di tale pompa vanno quindi a bloccare la secrezione di acido cloridrico, contrastando sintomatologie come:
Il pantoprazolo viene dall’apparato gastrointestinale in maniera abbastanza rapida, una volta assunta la dose per via orale.
Per tale ragione quindi è sempre bene procedere alla sua somministrazione prima di consumare i pasti, o una volta terminato il processo digestivo: infatti il cibo all’interno dello stomaco ne rallenta di molto l’assorbimento.
Il pantoprazolo di norma viene venduto a banco sotto forma di compresse gastroresistenti, ossia pastiglie in grado di arrivare allo stomaco resistendo alla sua carica acida.
La dose giornaliera di pantoprazolo consigliata all’interno del foglietto illustrativo è compresa tra i 40 e i 60 milligrammi; tuttavia si consiglia sempre di parlare col proprio medico curante per valutare la dose e la durata del trattamento più idonea per la cura della vostra patologia.
Nel trattamento della gastrite ad esempio la dose è di 40 mg di pantoprazolo al giorno, da assumere singolarmente al mattino per 4 settimane, mentre per l’ulcera duodenale si somministrano 40 mg di principio attivo una volta al giorno per 2 settimane.
Per quanto riguarda invece il reflusso gastroesofageo, la dose scende a soli 20 milligrammi di pantoprazolo in una singola dose, da assumere per 2-4 settimane.
Discorso a parte merita il trattamento dell’Helicobacter Pylori e della Sindrome di Zollinger-Ellison: infatti nel primo caso la dose sale a 80 mg di principio attivo da assumere due volte al giorno, in concomitanza con un’adeguata terapia antibiotica; nella seconda patologia rimangono sempre gli 80 mg di pantoprazolo, ma la loro assunzione è in un’unica volta.
Per quanto riguarda le controindicazioni, l’assunzione di pantoprazolo da parte di soggetti con funzionalità epatica ridotta è da ridurre a soli 20 mg al giorno di principio attivo, al fine di evitare danni anche gravi. La dose può in alternativa salire a 40 milligrammi, ma in questo caso va assunta a giorni alterni.
Per quanto riguarda invece le donne in stato di gravidanza, non vi sono alcune controindicazioni di sorta, in quanto il pantoprazolo non ha alcun effetto sulla salute del feto.
Per tale ragione, nelle donne gravide l’utilizzo di tale farmaco viene consigliato per la cura del reflusso gastroesofageo dovuto proprio al loro stato interessante.
Passando invece in rassegna gli effetti collaterali più comuni, tra questi si annoverano sintomi come:
Altri effetti collaterali, questa volta non a carico dell’apparato gastroenterico, sono:
Infine vanno segnalati alcuni rari effetti collaterali a livello dermatologico, come ad esempio prurito ed eruzioni cutanee.
Al pari di tanti altri farmaci, anche il pantoprazolo presenta interazioni significative con altri principi attivi. Per tale ragione, qualora riconosciate alcuni medicinali che assumete regolarmente, è bene che vi rechiate dal vostro medico di fiducia prima di cominciare ad assumere il pantoprazolo.
In primo luogo sul foglietto illustrativo si segnalano interazioni con il clopidogrel, un principio attivo all’interno di numerosi farmaci utilizzati per la cura di malattie cardiovascolari. Il pantoprazolo agisce inibendo l’isoenzima che metabolizza tale medicinale, andando ad incidere sulla sua funzione antiaggregante a livello delle piastrine.
Un altro principio attivo che viene inibito dall’azione del pantoprazolo è l’azatanavir, un farmaco antivirale che per agire al meglio necessita di un pH acido dello stomaco, cosa che contrasta con l’azione antiacido del pantoprazolo stesso.
Altre interazioni sono state segnalate con il diazepam, una benzodiazepina che viene impiegata per la cura di disturbi psichiatrici. In questo caso specifico, è stato dimostrato come l’azione del pantoprazolo aumenti l’efficacia terapeutica del diazepam stesso; perciò qualora il paziente sia sottoposto a terapia con questo psicofarmaco, è bene che valuti col proprio medico gli effetti della combinazione tra questi due principi attivi.
Infine, per quanto riguarda i farmaci anticoagulanti, il pantoprazolo, assunto assieme a tali medicinali, come ad esempio il warfarin, può anche in questo caso aumentarne l’effetto terapeutico. Per tale ragione, è bene monitorare costantemente lo stato di salute di tali pazienti nel momento in cui assumono dosi di pantoprazolo, al fine di non intaccare in alcun modo l’efficacia della terapia anticoagulante stessa, pena l’insorgenza di complicazioni cliniche anche gravi.