Il dito insaccato è una distorsione di lieve entità dovuta ad un impatto violento sulla punta del dito, ed è molto frequente tra gli sportivi, specialmente tra chi gioca a pallavolo, rugby e pallacanestro. Il trauma tendenzialmente guarisce da solo senza l’esigenza di particolari trattamenti, anche se ci sono dei rimedi casalinghi molto utili che possono accelerare i tempi di guarigione. Può capitare in determinate circostanze, che il mal capitato possa aver bisogno di cure mediche in maniera tale da riportare alla normalità la funzione del dito e recuperare in pieno il movimento senza recidive.
Una volta subito il trauma al dito, bisogna assicurarsi della gravità della lesione subita e molto spesso l’intensità del dolore non è sempre direttamente proporzionale all’importanza del danno. In poche parole una ferita ad esempio, potrebbe essere molto dolorosa al mal capitato, ma non necessariamente grave. Quando una persona si insacca il dito, questo inizialmente provoca molto dolore ma non lo si può paragonare ad una lesione di grave entità come potrebbe essere una frattura oppure una lussazione. Per comprendere se realmente ci troviamo di fronte ad un dito insaccato, bisogna prestare molta attenzione al grado di deformità del dito.
In presenza di un dito particolarmente dolorante e visibilmente deformato, bisogna rivolgersi in maniera tempestiva al pronto soccorso, e se nel caso questo non fosse possibile, bisogna non sforzare il dito in questione e restare al riposo. In ogni caso bisogna rivolgersi dal proprio medico di base quando il dito inizia a gonfiarsi, oppure quando si intorpidisce ed il dolore diventa insopportabile. In presenza di insaccatura, il danno subito interessa anche i legamenti che circondano le nocche delle dita e la capacità di movimento viene ridotta a causa della compattazione dei tessuti circostanti. Se la lesione è di lieve entità, generalmente viene definita in medicina come una semplice distorsione di 1 grado, e questo significa semplicemente che i legamenti si sono allungati troppo ma non hanno subito lesione o distaccamento dai tessuti.
Come prima cosa dato che il trauma provoca forte dolore causato dall’infiammazione, è bene utilizzare del ghiaccio, in maniera tale da rallentare la circolazione nella zona interessata e ridurre di conseguenza il gonfiore e l’intorpidimento dei nervi circostanti. Se in casa non avete ghiaccio, qualsiasi tipologia di fonte fredda è utile, anche il sacchetto dei surgelati ad esempio preso dal freezer e posizionato sul dito insaccato. A prescindere dalla fonte di freddo a vostra disposizione, applicatela ogni ora per circa 20 minuti finché l’infiammazione ed il dolore non si saranno calmati. Una volta trascorsi due o tre giorni, si può interrompere il trattamento a freddo, ed eventualmente rivolgersi al medico nel caso si ripresentasse il dolore ed il gonfiore.
Quando si mette il ghiaccio, bisogna mantenere in posizione alta la mano in maniera tale da poter combattere l’effetto della gravità, che tende a portare il flusso del sangue verso la punta del dito e quindi a far aumentare l’infiammazione. Una cosa importante da non dimenticare è quella di avvolgere il ghiaccio con un panno sottile prima di appoggiarlo al dito interessato, così da evitare il rischio di congelamento oppure da ustione da freddo. In caso di dolore persistente, si possono utilizzare degli antinfiammatori non steroidei (FANS) per un breve periodo di tempo, in maniera tale da combattere l’infiammazione.
Tali farmaci si possono acquistare in farmacia e sono medicinali come l’aspirina, l’ibuprofene ovvero Oki o Moment, o il naprossene ovvero Aleve. Questa categoria di farmaci aiuta a mantenere moderata la reazione infiammatoria riducendo a loro volta il gonfiore ed il dolore che si avverte a causa dell’insaccatura al dito. Non dimenticate che tutti i medicinali FANS devono essere assunti per un breve periodo di tempo circa 10 giorni, perché la loro somministrazione prolungata potrebbe causare effetti collaterali allo stomaco, ai reni ed al fegato.
Per evitare l’insorgenza di ulcere gastriche ed irritazione, consigliamo la somministrazioni di tali farmaci a stomaco pieno. Ricordiamo inoltre di non somministrare ai bambini l’Aspirina perché il suo impiego è stato correlato alla sindrome di Reye, mentre la somministrazione di ibuprofene è sconsigliata ai neonati.