RU-486 è la sigla che indica la pillola abortiva, ovvero uno dei metodi più utilizzati al giorno d’oggi per interrompere volontariamente una gravidanza.
L’aborto farmacologico, come le altre tipologie di aborto, possono effettuate entro le prime 7 settimane dal momento del concepimento (entro il 49esimo giorno dal ciclo mestruale). Questo farmaco, che va prescritto e assunto in presenza del medico specialista, è capace di impedire lo sviluppo dell’embrione e di favorirne l’espulsione dalla vagina.
La sostanza contenuta in RU-486 determina il distacco e l’eliminazione dell’embrione e dei suoi tessuti, bloccando i recettori progestinici a livello della mucosa e della muscolatura dell’utero. Per favorire l’aborto farmacologico, la pillola viene assunta con della prostaglandina, dopo 48 ore. Questi medicinali associati possono promuovere la contrazione del miometrio e agevolare l’espulsione dell’embrione.
La pillola abortiva è un farmaco a base di Mifepristone (presente in un quantitativo variabile da 200 a 600 mg), un corticosteroide che è in grado di indurre l’aborto chimico. Questa pillola non ha nulla a che vedere con quella cosiddetta “del giorno dopo”. Quest’ultima è infatti un metodo contraccettivo d’urgenza che impedisce che si instauri la gravidanza ostacolando l’ovulazione e il passaggio degli spermatozoi verso utero e tube, mentre RU-486 interrompe una gravidanza già instauratasi.
In Italia questo farmaco è diventato legale e commercializzato solamente nel luglio del 2009, dopo l’approvazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco. In altri paesi europei invece è usata già da decenni. Questo è accaduto perché ovviamente il parere sull’aborto è diverso e ha spezzato il popolo a metà, tanto più, viene criticato un metodo abortivo così “semplice”.
L’aborto è comunque una pratica delicata, quindi anche se con l’aborto farmacologico non è necessario sottoporsi ad un’operazione chirurgica invasiva, è importante sapere che non deve in alcun modo diventare una prassi abitudinaria e che la decisione di assumere la pillola abortiva deve essere ponderata con attenzione. Nel caso dell’aborto farmacologico, come per gli altri tipi di interruzione di gravidanza, è bene che vi sia il sostegno del partner e dei famigliare, in modo da evitare crisi psicologiche e che la donna possa avere aiuto in un momento che resta comunque delicato e difficoltoso.
Fatta questa premessa, l’aborto farmacologico è vantaggioso rispetto alle altre metodologie per questi motivi:
Di solito l’aborto farmacologico, cioè determinato dall’assunzione della pillola abortiva, non causa problematiche legate ad infertilità o complicazioni gravi nel caso che la donna abbia gravidanze successivamente. Anche se tuttavia non sono provate, alcune ricerche però suggeriscono vi sia un legame tra l’aborto farmacologico e determinati disagi che insorgerebbero in caso di successive gravidanze. In queste circostanze sembra aumentare questi rischi:
L’aborto farmacologico non è cosa da tutte, alcune donne non possono richiedere la pillola abortiva. Come ogni farmaco, anche RU-486 ha delle controindicazioni, queste:
La pillola abortiva non funziona se la gravidanza è extra-uterina, ovvero se l’embrione si impianta nella tuba ovarica. Se questa anomalia non viene diagnosticata, la tuba rischia di esplodere, provocando un’emorragia interna e in certi casi la morte della donna.
Entro il 49° giorno dopo l’ultimo ciclo mestruale la donna può assumere per via orale la RU-486, la pillola abortiva, per interrompere la gravidanza instauratasi. Questa procedura richiede tre visite ambulatoriali.