A differenza della Linfoadenopatia che di solito è “benigna” la Linfoadenomegalia può essere “maligna”. Le zone del corpo colpite sono ovviamene quelle con il maggior numero di linfonodi come il collo, l’inguine, le ascelle ed in prossimità delle clavicole.
La tumefazione del linfonodo quando è causata da un infezione dei canali linfatici ed è di piccole dimensioni viene chiamata linfatismo o linfagite, la sua diffusione non è sempre circoscritta in una sola parte del corpo ma possono essere colpiti anche dei linfonodi distanti fra loro.
Linfoadenopatia
Nella maggior parte dei casi questa patologia non coinvolge la parte grassa o la capsula e quindi l’azione miotica si localizza solo nel centro germinativo. Queste forme non pericolose colpiscono le aree mediastiniche.
Entrambi i tipi di ingrossamenti dei linfonodi di possono avere le stesse cause come:
• Infiammazioni batteriche
• Infiammazioni virali
• Patologie che colpiscono il tessuto connettivo
• Malfunzionamento nella produzione endocrina
• Traumi di vario genere.
Quando i linfonodi sono gonfi in molte aree del corpo bisogna fare attenzione e rivolgersi subito allo specialista, in quanto in questi casi possono essere presenti delle malattia gravi come ad esempio:
• Linfomi
• Neoplasie
• AIDS
• Tubercolosi
• Metastasi
• Sarcoidosi
• Brucellosi
• Mononucleosi ( pericolosa negli adulti)
• Leucemia
• Toxoplasmosi
Nei bambini la maggior parte dei casi presenta questa patologia in sede laterocervicale, oppure in sede ascellare o inguinale. I linfonodi gonfi nei casi più sospetti si trovano in sede sopraclaveare, nucale-occipitale e poplitea. L’evento anche se acuto e a danno di uno o più linfonodi regredisce in modo spontaneo in circa 15 giorni senza che serva un accertamento diagnostico approfondito. Se la Linfoadenomegalia invece perdura per un periodo superiore ed è in una sede non usuale, è bene indagare più approfonditamente con esami computerizzati come Risonanza magnetica (RM) o Tomografia assiale computerizzata (TAC).
Quando il linfonodo ha un diametro maggiore di 2 cm. in sede altero-cervicale o inguino-crurale superato il periodo di 20 giorni è considerato sospetto, se invece la sede è sovraclaveare, occipitale o poplitea anche se le dimensioni non superano i 2 cm in caso di nessuna regressione bisogna immediatamente effettuare un accertamento bioptico.
• Tempo della comparsa del linfonodo ingrossato
• Valutazione della crescita, se è stabile o in fase di ridimensionamento
• Ha provocato o provoca dolore?
• Se ci sono animali domestici in casa
• Il linfonodo ha modificato la sua consistenza?
• Osservazione di perdita di peso, sudorazione maleodorante e/o eccessiva, febbre anche lieve, dolori alle articolazioni o alle ossa.
Come distinguere una Linfoadenopatia da una Linfoadenomegalia?
Distinguere le due patologie, quella benigna e quella patologica non è facile, infatti entrambe le forme hanno una morfologia ed una densità cellulare simile, anche utilizzando la diagnosi computerizzata. Un qualunque paziente con un ingrossamento notevole dei linfonodi deve sempre rivolgersi al medico, e successivamente ad uno specialista che può valutare se si tratta di forme di patologia innocue, in caso di dubbio prescriverà uno dei seguenti esami:
I rimedi per combattere la Linfoadenomegalia dipendono ovviamente dalla causa della patologia e dalla condizione fisica del paziente, dato che alcune malattie che causano questa tumefazione dei linfonodi sono particolarmente gravi. In alcuni casi bastano dei farmaci più o meno specifici, nel caso di tumori invece oltre all’asportazione chirurgica spesso è prevista radioterapia e chemioterapia.
In ogni caso è importante intervenire subito per capire l’origine della Linfoadenomegalia e quindi intervenire su di essa tempestivamente. In alcuni casi le tumefazioni dei linfonodi sono del tutto fisiologiche e tendono a regredire nel tempo, ma di solito bisogna intervenire almeno al livello farmacologico.