Lo streptococco agalactiae colonizza le vie vaginali e gastrointestinali. La velocità di trasmissione da parte delle madri colonizzate al feto è di circa il 50 per cento con parto naturale, ma solo l’1 massimo 2 per cento dei neonati andrà a sviluppare una malattia streptococcica invasiva.
Infatti, la sepsi neonatale causata dallo streptococco di gruppo B è piuttosto rara, ma è comune in un quadro di prematurità e rottura anticipata delle acque. E proprio a causa di tale rarità che la prevenzione risulta essere complicata. Infatti, molte donne in dolce attesa richiedono un trattamento per prevenire qualsiasi infezione neonatale, come la immunoprofilassi che si è rivelata un’ottima soluzione al problema.
Lo streptococco agalactiae colonizza il tratto gastrointestinale, la vagina e il tratto respiratorio superiore. L’infezione è quasi sempre associata ad anomalie sottostanti e, nelle persone di un’età pari o superiori ai 70 anni, questa è fortemente legata a un’insufficienza cardiaca congestizia. Di seguito, vi elenchiamo le più comuni:
è una condizione rara che si osserva nelle persone anziane con diabete e decifit neurologici. Si presenta con febbre, fiato corto, dolore toracico e pleurico, tosse.
è una delle manifestazioni più comuni di infezione neonatale, meno diffusa tra gli adulti. È quasi sempre associata ad alterazioni anatomiche contigue e si manifesta con febbre, mal di testa, rigidità nucale, confusione.
Nella maggior parte dei casi non si ha alcuna fonte identificabile di infezione ma possono verificarsi febbre, sensazione di malessere, confusione, dolore al petto, fiato corto, mialgia, artralgia, piaghe da decubito, cellulite.
Qui sotto, invece, vi elenchiamo quali sono i sintomi più diffusi dello streptococco agalactiae:
L’infezione da streptococco agalactiae viene gestita principalmente con gli antibiotici, vediamoli nel dettaglio.
Potrebbe, infine, risultare necessario aggiungere un aminoglicoside alla penicillina o l’ampicillina. In questo caso, è importante verificare la sensibilità e la sinergia per constatare che l’organismo sia più o meno sensibile. Tenete anche a mente che lo streptococco agalactiae può resistere a un aminoglicoside ed essere, invece, sensibile a un altro.