Le parestesie locali causate dalla meralgia parestesica si possono descrivere come sensazioni di avere la “pelle morta” o la “pelle di cartone”, formicolii e bruciori.
La meralgia parestesica può comparire a causa di diversi fattori: uno potrebbe essere una condizione di obesità, ma anche una gravidanza, il diabete, oppure indossare pantaloni troppo stretti, potrebbero essere all’origine di questo disturbo di tipo neuropatico.
La meralgia parestesica si caratterizza per delle alterazioni delle percezioni sensitive cutanee a livello della coscia, ma non vengono compromesse le facoltà deambulatorie dell’arto inferiore. Il soggetto, difatti, accusa dei formicolii e sensazioni di torpidità, a volte anche dei dolori brucianti, ma i movimenti dell’arto non sono minimamente compromessi. E questo quadro sintomatologico è sufficiente, in genere, per stilare la corretta diagnosi.
Il trattamento della meralgia parestesica comprende quasi sempre degli interventi di contromisura conservativa, è assolutamente evento raro che si debba ricorrere al trattamento per vie chirurgiche.
La meralgia parestesica, innanzitutto, rientra tra le neuropatie. Affligge i nervi cutanei laterali delle cosce (anche detti nervi cutanei femorali). La si conosce anche con il nome gergale di “sindrome da intrappolamento nervoso” poiché quella sensazione di formicolio, con bruciore e torpidità (sintomi tipici di questo disturbo), dono dovuti agli schiacciamenti dei nervi cutanei femorali.
La meralgia parestesica ha una bassa incidenza nella popolazione, mediamente ne soffrono quattro persone ogni diecimila. Però è necessaria una precisazione: il dato non è molto preciso in quanto sovente questo disturbo non viene diagnosticato o può venir considerato una complicazione di qualche altra condizione patologica (come obesità e diabete). Difatti la meralgia parestesica è molto frequente fra gli obesi ed i diabetici. L’incidenza è uguale per donne ed uomini, con maggiore frequenza tra i soggetti di “mezz’età”.
La meralgia parestesica è dovuta ad un fenomeno compressivo (come uno schiacciamento) dei nervi cutanei laterali delle cosce. Sovente ciò che provoca tale schiacciamento è il legamento inguinale (che si trova davanti al nervo), quando anch’esso riceva una pressione.
Ma quali condizioni possono provocare questo fenomeno?
Spesso la causa che scatena una meralgia parestesica resta di difficile identificazione. Nonostante ciò osservando parecchi casi clinici emergono chiari legami con le seguenti condizioni e/o situazioni:
Tra i sintomi maggiormente diffusi di tale patologia troviamo sicuramente un dolore bruciante, ma anche intorpidimento e formicolio.
Questi sintomi vengono avvertiti dal paziente direttamente sulla zona esterna della coscia e si protraggono praticamente fino al ginocchio.
Inoltre, hanno di solito la caratteristica di diventare più intensi e fastidiosi con il passare del tempo nel momento in cui il paziente rimane in piedi per diverso tempo o cammina tanto.
Ad ogni modo, anche in presenza di una sintomatologia meno intensa, la zona della coscia è molto più sensibile ad ogni tipo di pressione. In casi particolarmente rari, inoltre, il dolore potrebbe insorgere anche nella zona del legamento inguinale, fino ad arrivare fino ai glutei.
Si basa fondamentalmente sull’anamnesi. Occorre sapere soprattutto dove sono localizzati i sintomi accusati dal paziente (i tre sopra descritti), dove si dirama il sintomo doloroso e se qualche movimento ne acuisce la gravità.
La diagnosi differenziale, invece, viene eseguita per evitare di prendere in considerazione altre malattie che hanno sintomi simili. Di solito il medico prescrive al paziente un esame ai raggi x oppure l’elettromiografia, ma anche semplici valutazioni delle capacità motorie del soggetto possono essere sufficienti.
Anche un test molto più semplice, come la verifica del governo dei movimenti da parte del paziente, è valido per la diagnosi differenziale: se l’arto si muove senza problemi significa che il nervo colpito è sensoriale e non motorio, proprio come quello cutaneo femorale. Viceversa, se i movimenti sono difficoltosi, allora la natura della patologia sarà diversa.
Ci sono due tipi di cure per trattare questo disturbo: uno è di carattere conservativo e l’altro chirurgico.
La cura conservativa è quella scelta più di frequente, visto che non è assolutamente invasivo e garantisce ottimi risultati nella maggior parte dei casi. Con la terapia conservativa il paziente deve rimanere a riposo, cercare di perdere un po’ dei chili in eccesso, non indossare abiti aderenti o che possano stringere sul girovita.
Inoltre, viene prescritta anche una terapia farmacologica, a base di analgesici e antinfiammatori non steroidei, come ad esempio naproxene o ibuprofene. Quando i sintomi comportano dolore, allora si possono associare anche corticosteroidi, antidepressivi triciclici e medicinali adeguati per le cure neuropatiche.
L’operazione chirurgica viene stabilita in casi piuttosto rari, soprattutto solamente se il problema non è stato risolto dopo la cura conservativa. L’intervento prevede di andare a decomprimere chirurgicamente il nervo cutaneo laterale della coscia.
Naturalmente è di natura farmacologica e riguarda anche gli stili di vita: stare a riposo, perdere peso e non indossare abiti troppo stretti, assumere farmaci ad azione analgesica (aspirina o paracetamolo) o FANS. Solo oltre i due mesi di persistenza dei dolori si può ricorrere alle iniezioni di corticosteroidi.
Un’operazione chirurgica è un ricorso molto remoto, lo si prende in considerazione solo in caso il trattamento conservativo non abbia sortito alcun effetto. L’intervento consiste nell’eliminare chirurgicamente le compressioni sui nervi laterali della coscia.
La prognosi della meralgia parestesica, se si sono adottate le corrette contromisure, è tipicamente molto buona. Rarissimi i casi di prolungamento nel tempo dei dolori (e che non siano facilmente alleviabili).