Tendenzialmente questa patologia guarisce da sola, ma nel 15% dei casi è necessaria un’incisione chirurgica. Per definirsi tale, una fistola perianale deve svilupparsi nella sede anatomica detta linea ano-rettale o linea pettinata ovvero quella parte che separa il retto dall’ano e dove hanno sede le ghiandole anali esocrine.
Le ghiandole anali di cui sopra, prendono il nome di ghiandole di Harmann e Desfosses in memorie degli scopritori, e sono delle piccolissime strutture anatomiche collocate lungo la parete del canale anale. Mediante i loro condotti tubolari, si secerna il loro contenuto verso le cripte anali ovvero piccoli avvallamenti a forma di nido di rondine, che si presentano disposte nella regione anale in maniera circolare. Quando si formano le fistole perianali, queste sono il frutto di un’infezione di tali ghiandole che progredendo diventano ascessi. In poche parole le fistole perianali sono degli ascessi anali che non sono stati curati nella maniera adeguata.
Come abbiamo descritto precedentemente, le fistole perianali sono la conseguenza di un’infezione importante non curata adeguatamente che si è trasformata in ascesso. Per sviluppare tale fistola, questa deve generarsi nella zona della cripta, ed i patogeni devono penetrare nell’apparato sfinterico fino a raggiungere le ghiandole anali. Una volta che le ghiandole anali sono infiammate a causa ad esempio del passaggio di patogeni presenti nelle feci, si genera una sorta di sacca contenete pus, che una volta rotta, da origine alla fistola perianale. Il processo che determina la fistola può presentarsi anche in maniera differente: in alcune circostanze, nelle cripte anali si fermano dei residui delle feci oppure di secreti dalla consistenza mucosa tali da essere in grado di favorire l’infezione alle ghiandole.
A sua volta l’infezione potrebbe essere determinata sia dall’ingresso di materiale delle feci nei tuboli escretori, sia da un blocco da parte delle ghiandole. Vi ricordiamo che l’ascesso anale e la fistola perianale, sono due stadi evolutivi della stessa patologia, l’ascesso è la complicanza acuta determinata da una infezione, mentre la fistola perianale rappresenta la forma cronica della patologia, e non esiste fistola perianale senza ascesso. Le fistole anali non sono tutte uguali ed è per questo che sono state classificate in base alla loro localizzazione ed alla loro struttura. In base alla localizzazione si distinguono le fistole alte ovvero poste al di sopra della linea dentata, e le fistole basse che sono localizzate al di sotto. Generalmente le fistole anali si possono classificare in vari modi ma tendenzialmente si fa riferimento alla classificazione Parks oppure basandoci su quella proposta dall’American Gastroenterological Association. In base alla strutta invece le fistole si possono classificare in questa maniera:
1. Fistole rettilinee ovvero che presentano un solo canalicolo di comunicazione
2. Fistole con diramazioni ovvero dove sono presenti più canalicolo
3. Fistole a ferro di cavallo ovvero che collegano lo sfintere anale alla pelle che lo circonda passando attraverso il retto
Un paziente affetto da fistola perianale, manifesta dei sintomi ben evidenti da prendere in considerazione. Agli inizi della patologia il paziente non sa di avere un’infezione in corso, mentre nella fase acuta la sintomatologia non passa inosservata. Le fistole perianali procurano al paziente una sensazione di irritazione prurito e gonfiore a livello anale, che tende ad accentuarsi durante l’evacuazione e tendenzialmente si accompagna con delle perdite minime ma frequenti di feci, pus e muco che mantengono umida la regione anale causando a loro volta prurito e dermatite.
Attraverso determinati movimenti il dolore diventa insopportabile, tanto da rendere difficile al paziente perfino restare seduto su una sedia o su un piano rigido. Spesso si possono manifestare perdite di sangue o pus con le feci e il più delle volte, la perdita di materiale serioso oppure di pus dall’orifizio anale può manifestarsi anche senza l’evacuazione. È possibili data la gravità dell’infezione che alcuni pazienti possono essere colpiti da un innalzamento della temperatura corporea.