L’anemia sideropenica è caratterizzata, come già anticipato, da una forte carenza dell’elemento ferro nel corpo. La sua mancanza porta a diversi scompensi fisiologici che in principio possono anche non palesarsi così evidentemente, questi infatti, insorgono solo quando i valori dell’emoglobina scendono drasticamente dal livello base di 10 g/dl.
L’organismo per contrastare questa depressione mette in atto una serie di funzionalità che contribuiscono a riequilibrare l’assenza del ferro, una di queste è rappresentata dall’aumento della portata sanguigna, pertanto si manifestano alcuni sintomi fastidiosi se non peggiorativi di questo stato, come:
Indebolimento
Pallore
Tachicardia
Disturbi del comportamento, come l’alimentarsi di terra e di carta (disturbo noto come Pica)
Fragilità delle unghie
Appena si annunciano tali sintomi è importante non prenderli sottogamba o rifarsi a metodi personali che possono anche aggravare la situazione. Il problema nasce dalla falsa presunzione di associare l’affaticamento ad un momento di stress o intesa attività lavorativa, affidandosi a cure “fai da te” errate!
Nell’attimo stesso in cui si accusano una serie di anomalie corporee è prassi rivolgersi al medico, che dopo un’attenta visita e la prescrizione delle analisi del sangue valuterà la condizione di salute e quindi la diagnosi.
Alcune delle avvisaglie elencate sono molto invasive e vanno immediatamente rese note al personale ospedaliero che verificherà l’iter da intraprendere.
Le motivazioni che possono portare ad una carenza di ferro sono diverse e non sempre sono le stesse, queste variano da persona a persona. Ognuno è diverso e unico perciò ogni terapia cambia l’una dall’altra e affidarsi a mani esperte ne garantirà la pronta guarigione.
Solitamente le cause a cui attribuire le responsabilità sono le perdite ematiche (ciclo e tubo digerente), raramente si tratta di scorrette abitudini alimentari.
Perdite di sangue eccessive durante il periodo mestruale, si perdono di norma dai 30 ai 50 ml di flusso sanguigno, questa carenza viene compensata con l’alimentazione; nelle donne con un abbondante ciclo, queste arrivano a perdere fino ad 80 ml di sangue che difficilmente si riesce a sopperire con il fabbisogno alimentare, di conseguenza si manifestano alcuni dei sintomi elencati;
Gravidanza e allattamento, in queste occasioni tanto speciali l’apporto del ferro è in aumento, questo viene infatti impiegato dalla placenta e dal feto che ne necessitano copiosamente; un parere da parte dello specialista previene possibili disfunzioni dovute alla scarsità dell’elemento;
Perdite ematiche dal tubo digerente, solitamente la perdita di sangue da questo organo è normale nella misura di 1ml giornaliero ma in alcune patologie avviene una perdita di circa 10-20 ml al giorno. Le malattie soggette a questo, sono ernie iatali, diverticoli, tumori intestinali, emorroidi, ulcere e parassiti intestinali.
Nei soggetti con età superiore ai 50 anni la carenza di ferro può celare qualcosa di più invasivo, per questo in tal caso verranno effettuati degli esami più mirati.
Certamente i primi esami da fare sono quelli del sangue, più approfonditamente riguardano l’emocromocitometrico, il dosaggio del ferro e della ferritina. Le analisi dell’emocromo mettono in evidenza la riduzione del numero dei globuli rossi e della quantità di emoglobina presente nell’organismo. Nelle forme radicate quelle in cui la mancanza di ferro è permanente, si verifica una lenta evoluzione della malattia e si riscontra nelle dimensioni dei globuli rossi, che risultano più piccoli della norma. Inoltre risultano insufficienti anche la ferritina e la sideremia, mentre di contro sono alti i livelli della transferrina.
Una volta valutata la documentazione il medico deciderà la diagnosi da intraprendere, utile per ripristinare i valori del fisico. In commercio esistono pillole e gocce da assumere e comunque fare affidamento anche agli alimenti ricchi di ferro e più in generale ad una dieta varia e bilanciata.
Qui di seguito alcuni cibi utili:
Carne
Carne di cavallo
Pesce
Uova, nel tuorlo
Legumi, come le lenticchie
Cereali
Verdura a foglia verde
Prima di intraprendere qualsiasi personale prassi consultare sempre il proprio medico, non sempre le cure indicate sono efficaci, ogni persona è un caso da trattare singolarmente.
Dal punto di visto dietetico, di solito i pazienti che soffrono di questo tipo di anemia devono raggiungere determinati obiettivi seguendo un’alimentazione ben precisa. Ad esempio, devono raggiungere i fabbisogni di ferro stabiliti dal medico, così come quelli di acido folico e vitamina B12 che vengono decisi prima dell’inizio della terapia. Si consiglia spesso di inserire nella dieta dei cibi con una notevole concentrazione di ferro e altri alimenti che contengono la vitamina A, vitamine che fanno parte del complesso B, vitamina C, rame e cisteina per fare in modo che il ferro contenuto nei primi alimenti possa essere assorbito nel migliore dei modi.
Si consiglia anche di evitare il consumo di cibi con un’elevata concentrazione di ferro insieme ad alimenti che presentano una notevole concentrazione di tannini, ma anche ricche di calcio, fosforo e fibre visto che ne riducono l’assorbimento da parte dell’organismo.
Durante questa particolare dieta, è fondamentale anche bere con costanza durante la giornata. Ovviamente, bisogna cercare di limitare il più possibile i cibi grassi, le bevande e tutti quegli alimenti che contengono una notevole concentrazione di zuccheri, ma assicurarsi anche di consumare i corretti quantitativi di verdura e frutta.
Tra gli alimenti che si possono consumare, ma prestando la massima attenzione e senza mai eccedere, in questa particolare dieta troviamo il vino, il caffè, il cioccolato e diverse erbe, sopratutto per via della loro notevole presenza di tannini.
Si possono mangiare, sempre con moderazione, anche dei cereali integrali che hanno una buona quantità di fibre al loro interno. Sono consentiti anche i prodotti caseari come latte e derivati, a meno chiaramente di intolleranze da parte del soggetto.
Si suggerisce di consumare sopratutto il grana padano, che presenta una percentuale di grassi inferiore rispetto al latte intero visto che viene decremato solamente in parte nel corso della lavorazione. Infatti, circa 25 grammi di gran padano garantiscono qualcosa come il 30% della quantità di vitamina B12 necessaria ogni giorno nelle persone adulte, ma garantisce anche un buon apporto di rame, selenio, zinco e altre vitamine.
Chi soffre di questo tipo di anemia deve seguire anche una dieta ben precisa e ci sono diversi cibi che sono permessi. Ad esempio la carne, sia quella rossa che quella bianca, si può consumare, vista l’ottima concentrazione di ferro al suo interno, ma anche gli affettati, come ad esempio la breasola, così come il pesce, come ad esempio il tonno, il salmone e il merluzzo, che presentano una buona quantità di ferro che si può assorbire senza particolari problemi.
Le uova si possono consumare e sono una buona fonte di ferro, rame e vitamina B12, così come i legumi ricchi di ferro, come ad esempio i ceci, le lenticchie e i fagioli secchi, mentre per l’alto contenuto di acido folico si suggeriscono le fave, e la soia.
La verdura migliore da consumare, con il maggiore quantitativo di ferro, corrisponde ai peperoni, agli spinaci e ai fiori di zucca. Inoltre, per favorire l’assorbimento di ferro si consiglia di consumare la lattuga, broccoli, cavoli, pomodori, ma anche zucche e carote. La frutta si dimostra ottima, sopratutto quella secca, farinosa e oleosa, mentre agrumi l’uva e i kiwi contengono un buon quantitativo di vitamina C che facilita l’assorbimento di ferro.