L’uomo è definito come un animale di natura omeoterma e, in quanto tale, è capace di tenere la propria temperatura corporea sempre relativamente stabile, nonostante le temperature dell’ambiente che lo circonda possano variare anche notevolmente ed in modo repentino (naturalmente esistono dei limiti anche a questa capacità).
Questo equilibrio lo si riesce a mantenere per merito di un bilanciamento molto preciso dei vari processi attinenti all’assorbimento, alla produzione ed alla eliminazione della energia termica. Fra i principali motivi di generazione del calore (termogenesi) si ricordano gli stress emotivi, la sintesi di sostanza di natura pirogena, le attività muscolari, l’azione degli alimenti a carattere diano specifica, e, ultimo ma non per importanza, il metabolismo basale.
I meccanismi dispersivi del calore avvengono per convezione, irradiamento e conduzione, vale a dire attraverso il sudore, i condizionamenti ambientali, e respirazione e perspiratio insensibilis.
Se la misuriamo nel cavo orale, la temperatura corporea sarà compresa tra i trentasei gradi e mezzo ed i trentasette gradi e mezzo. La misurazione ascellare potrà variare tra i trentasei ed i trentasette gradi, un po’ di più per la misurazione inguinale.
La temperatura corporea misurata nell’intestino retto, quella che viene comunemente considerata la temperatura che meglio rappresenta la cosiddetta temperatura centrale, varia tra i trentasette ed i trentasette gradi e mezzo, quindi all’incirca mediamente un mezzo grado di più di quella rilevata nel cavo orale. Ricordiamo che in sede orale il termometro va inserito tra gengiva e guancia (o sotto la lingua), tenendo le labbra serrate e tenuto per circa due minuti, come anche due minuti andrà tenuto in sede vaginale o rettale. Se, invece, misuriamo la temperatura corporea nel cavo della ascella, occorrerà asciugarlo prima dal sudore e poi tenerlo con il braccio addotto tenendone la parte terminale, detta bulbo, quella che funge da serbatoio del mercurio o del liquido, aderente alla pelle e per non meno di cinque minuti. Ricordiamo che la temperatura corporea misurata in sede rettale va presa con il termometro inserito nel retto per una profondità di circa cinque centimetri.
In ogni caso, anche a prescindere dalla sede in cui si effettua la misurazione, la temperatura corporea dovrebbe essere misurata sempre dopo aver rispettato almeno una mezz’ora di assoluto riposo.
La temperatura della parte più esterna, superficiale della nostra pelle risente pesantemente della temperatura ambientale ed anche dai vestiti che si indossano, soprattutto alle estremità degli arti (piedi e mani). Giuste perché se ne abbia un’idea, se l’ambiente registra una temperatura di 20 gradi centigradi e si è vestiti in modo leggero, esclusivamente gli strati più profondi della cute, nell’addome, nel torace, nel collo e nella testa riescono a mantenere l’omeostasi termica. Se, invece, analizziamo le temperature delle cosce, la temperatura degli strati profondi si attesta intorno ai 34 gradi centigradi, per scendere a 32 gradi centigradi negli strati profondi della cute delle braccia ed anche a trentuno gradi centigradi negli strati profondi della cute del polpaccio. Invece, per quanto attiene agli strati più superficiali, la temperatura corporea varia dai 36 gradi e mezzo del cavo ascellare ai 28 gradi circa delle punte delle dita.
Un esempio di come la temperatura corporea sia diversa nei vari distretti è il fatto che la spermatogenesi, vale a dire la produzione da parte dei testicoli di spermatozoi nuovi, può avvenire soltanto se la temperatura scrotale sia più bassa di due, massimo quattro gradi centigradi rispetto a quella centrale.
I valori di temperatura corporea sono più elevati nei bambini (mezzo grado circa) e più bassi nelle persone anziane. Per misurare la temperatura corporea di un bambino piccolissimo o anche di un neonato, il metodo più preciso ed anche più pratico è quello della misurazione rettale.
La temperatura corporea subisce incrementi dopo aver consumato i pasti, tipicamente in modo proporzionale ai contenuti energetici del pasto stesso. Questo fenomeno, dal nome di termogenesi alimentare, è gestito dai processi attivativi del tessuto adiposo bruno che, per questo scopo, brucia i grassi solo per eliminare l’eccesso di energia termica. E’, in effetti, un vero e proprio processo contro l’obesità, situazione che, in effetti, sarebbe problematica anche per il corpo stesso, in termini di salute generale. Naturalmente anche il processo di digestione consuma energie chimiche e quindi producono calore, e tanto più ne producono se il pasto abbonda in contenuto proteico.
Il tessuto adiposo bruno interviene anche in modo massiccio quando ci si espone a temperature polari, in questo tipo di situazioni si bruciano i grassi (anziché depositarli nel tessuto adiposo bianco) esclusivamente per salvaguardare l’omeotermia.
Ingerire alimenti freddi o caldi può intervenire sulla temperatura corporea, ma in modo più sensibile lo fanno gli alimenti cosiddetti nervini (sinefrina, mate, teobromina, caffeina, guaranà, cioccolato, cacao, caffè, the nero e the verde) a produrre incrementi sensibili di termogenesi.
L’alcol, invece, va trattato a parte perché induce una vasodilatazione con conseguente aumento dei flussi sanguigni cutanei, incrementando nei fatti la dissipazione termica. Ingerire alcool per sentirsi più caldi quando fa freddo, di conseguenza, non ha senso, in quanto si trova in contrasto con il principale meccanismo della termoconservazione, che è, al contrario, la vasocostrizione.
Nelle donne in età riproduttiva, la temperatura corporea subisce un incremento di circa sei decimi di grado durante il periodo della ovulazione, mantenendo questo valore aumentato fino a che non inizi il ciclo mestruale.
La temperatura corporea può subire delle modifiche anche in relazione all’orario, quindi durante una stessa giornata, seguendo un ritmo cosiddetto circadiano. I valori inferiori (la temperatura che viene definita basale) si rilevano nelle primissime ore della giornata, al mattino presto, per poi riscontrare i valori più elevati verso il pomeriggio tardo. Se si lavora di notte, oppure si effettuano viaggi intercontinentali, i ritmi circadiano possono subire delle modifiche anche sensibili, e, di conseguenza, anche la temperatura corporea.
Se si producono sforzi fisici intensi e prolungati, la temperatura corporea può subire sbalzi verso l’alto anche di intensità notevole, addirittura rilevando dati superiori alla temperatura basale di uno, anche due gradi centigradi.