Il rafano è una pianta erbacea perenne originaria dell’Europa orientale ma al giorno d’oggi la sua coltivazione è diffusa in tutto il continente europeo, in Asia occidentale e in Nord America.
La pianta di rafano, chiamata anche barbaforte o impropriamente cren, vanta moltissime proprietà benefiche per l’organismo e viene utilizzata prevalentemente in cucina: generalmente si utilizza solamente la radice, ma anche le foglie possono essere consumate, per arricchire ad esempio le insalate.
Il rafano viene spesso utilizzato in caso di influenza e raffreddore, ma sono moltissimi i suoi effetti benefici. In caso di strappi muscolari o artriti, il rafano è un potente antinfiammatorio quindi lo si può applicare sulla zona interessata in modo da alleviare il dolore e la sua radice viene impiegata anche nella preparazione di creme per contrastare le macchie cutanee.
Vediamo quali sono le caratteristiche di questa pianta miracolosa, come si può coltivare nell’orto di casa, quali proprietà benefiche possiede, che controindicazioni ha e tutti gli utilizzi che se ne possono fare, sia in cucina che in ambito estetico e cosmetico.
Caratteristiche della pianta e coltivazione
La pianta di rafano ha un’altezza che può variare dai 30 agli 80 cm ed è caratterizzata da grandi foglie che con il passare del tempo diventano ruvide: se si vogliono consumare conviene quindi prendere quelle ancora giovani e piuttosto piccole, che risultano decisamente più tenere.
In giugno il rafano produce dei fiorellini bianchi formati da 4 petali, ma la parte della pianta che viene utilizzata maggiormente è la radice, di colore bianco e forma cilindrica.
La coltivazione del rafano può avvenire senza problemi anche in Italia, in un terreno concimato e ben drenato: la pianta soffre parecchio la siccità quindi è importante preoccuparsi di annaffiarla regolarmente e assicurarsi che il terreno non sia mai troppo asciutto.
Si possono acquistare direttamente le piantine (per avere una crescita più rapida) oppure piantare i semi ed aspettare che si formi la radice, ma in questo caso bisogna avere molta pazienza.
Le piantine di rafano vanno piantate in febbraio, a 30-40 centimetri di distanza l’una dall’altra e bisogna attendere 2 anni prima di poter raccogliere la radice.
Proprietà benefiche del rafano
Come abbiamo detto, il rafano può vantare moltissime proprietà e apportare innumerevoli benefici per l’organismo: quando viene impiegato in cucina può rappresentare un vero toccasana.
Nello specifico, della barbaforte sono note le seguenti proprietà:
- Proprietà antibiotiche
La radice di rafano è ricca di sinigrina, un olio dalle potenti proprietà antibatteriche che si trova anche nella senape. È proprio questo che conferisce il classico sapore pungente e piccante al rafano. - Proprietà antinfiammatorie per le vie respiratorie
La barbaforte può tornare molto utile anche come espettorante e purificante in caso di affezioni delle vie respiratorie: per curare il raffreddore o la tosse si può preparare un intruglio con acqua, radice di rafano, aceto di mele e sale che aiuta anche a sciogliere il catarro. - Proprietà analgesiche
In caso di dolori, la radice di barbaforte può essere tritata e mescolata con un po’ di grappa, quindi applicata direttamente sulla zona interessata da reumatismi o strappi muscolari per ottenere sollievo. - Proprietà depurative
Questa pianta vanta delle proprietà depurative, poiché stimola la diuresi e contrasta la ritenzione idrica, responsabile anche di alcuni inestetismi come la cellulite. - Proprietà cardiovascolari
Il rafano è molto utile in caso di ipertensione perché migliora la circolazione sanguigna, prevenendo inoltre la formazione di ictus e di infarti.
Utilizzi del rafano in cucina
Il rafano, come abbiamo detto, viene perlopiù utilizzato in cucina: generalmente è la radice ad essere impiegata, ma anche le foglie, quando sono ancora giovani, possono essere tagliate a listarelle e usate per condire le insalate.
La radice viene utilizzata in diversi modi, ma uno dei più famosi è la salsa cren: questa viene preparata mescolando una radice di barbaforte con mollica di pane, aceto di vino bianco, olio extravergine di oliva, zucchero e un pizzico di sale.
Il sapore è molto pungente quindi bisogna prestare attenzione a non esagerare con l’utilizzo del cren in cucina, ma può arricchire tartine, piatti a base di pesce e carne in modo molto interessante.
La radice di barbaforte viene spesso grattugiata direttamente sui piatti per conferire un tocco di piccante oppure aggiunta nelle frittate per renderle originali e gustose.
Per le sue proprietà puramente curative, con il rafano vengono preparati infusi o intrugli dal sapore molto più intenso, che non sono adatti a tutti perché possono risultare davvero troppo forti.
Come conservare la radice di rafano
Come abbiamo visto, le radici possono essere raccolte quando la pianta di barbaforte raggiunge i 2 anni di età: il problema è che non si conservano a lungo e devono essere consumate immediatamente.
Per questo motivo, conviene mettere le radici di barbaforte che non vengono impiegate subito in un barattolo di vetro e ricoprirle con l’aceto, in modo da assicurarne la conservazione.
In alternativa, il rafano può essere grattugiato e messo nel congelatore, in modo da poterlo riutilizzare anche dopo parecchio tempo.
Naturalmente, per beneficiare al massimo di tutte le sue proprietà benefiche e curative, sarebbe sempre meglio utilizzare rafano fresco e appena raccolto.
Controindicazioni ed effetti collaterali
Questa pianta può vantare, come abbiamo visto, innumerevoli proprietà curative e benefiche per l’organismo, ma la sua assunzione è caldamente sconsigliata a soggetti con problemi gastrointestinali, patologie renali e malattie epatiche, oltre che alle donne in gravidanza e ai bambini.
In questi casi è meglio evitare di assumere la barbaforte, ma in generale un abuso di tale radice rischia di provocare effetti collaterali poco piacevoli, come stanchezza, mal di testa, tosse, lacrimazione e irritazione oculare.
Altri utilizzi del rafano: contro le macchie cutanee…
La radice di barbaforte viene impiegata anche per ragioni puramente estetiche, tanto che in commercio è possibile trovare anche prodotti cosmetici specifici contenenti questo ingrediente. Se si lascia macerare la radice grattugiata insieme ad un po’ di aceto di vino bianco per 24 ore e poi la si filtra, si può ottenere un potente intruglio da applicare come un tonico che permette di ottenere degli effetti benefici contro le macchie della pelle.
…e come brucia grassi nelle diete
La barbaforte viene spesso raccomandata anche nelle diete, proprio per via di alcune delle proprietà che abbiamo visto sopra: innanzitutto, stimola la diuresi quindi contrasta la ritenzione idrica ma oltre a questo facilita la digestione, è poverissima di grassi e contiene poche calorie. Con questo ingrediente è possibile preparare una bevanda in grado di bruciare i grassi e quindi fornire un valido aiuto nella dieta.
Per realizzare una bevanda brucia grassi occorre frullare 130 grammi di rafano con 3 limoni, quindi amalgamare il tutto con 2 cucchiai di miele.
2 cucchiai al giorno di questo intruglio, assunto insieme ai pasti principali, permettono di bruciare i grassi in modo più rapido e senza troppi sforzi, giovando di tutte le altre numerose proprietà benefiche di questa straordinaria radice.
Una volta preparata la bevanda, la si può conservare in frigorifero in una bottiglia ben chiusa per un paio di settimane e si potranno notare i risultati benefici dal punto di vista estetico sin dopo il primo mese di assunzione.
Anche in questo caso, bisogna prestare attenzione a non eccedere con le dosi, per evitare gli effetti collaterali che abbiamo descritto sopra e che potrebbero rivelarsi molto fastidiosi.