Sapere quanti battiti cardiaci si hanno al minuto aiuta, innanzitutto, come già sottolineato, ad avere sempre ben presente lo stato della propria salute, e, inoltre, sarà un ottimo “segnale di allarme” per potersi accorgere in tempo di eventuali problemi al cuore.
La frequenza dei battiti cardiaci
La frequenza dei battici cardiaci, normalmente e comunemente chiamata “polso”, rappresenta il numero di pulsazioni che il cuore effettua ogni minuto per poter svolgere la sua funzione di “pompa” del sangue nel circolo sanguigno. Il numero di battiti cardiaci al minuto è un valore che è, entro certi limiti, abbastanza soggettivo, misurarlo regolarmente può aiutare nella prevenzione di disfunzioni o insufficienze cardiache.
Con l’invecchiamento, la regolarità e la frequenza dei battiti cardiaci possono subire mutazioni rispetto ai valori riscontrati in età meno avanzata, queste mutazioni possono essere causate da qualche specifica condizione del cuore o a condizioni derivate anche da altri organi, di certo rappresentano un segnale da non sottovalutare.
Misurazione di battiti cardiaci, valori normali
Le rilevazioni più attendibili si ottengono misurandole su:
- Dorso del piede;
- Parte laterale del collo;
- Parte interna del gomito;
- Polso (soprattutto).
Ma il dato lo si può anche rilevare in altre arre del corpo nelle quali i vasi del circolo arterioso scorrono subito sotto pelle. Nel dettaglio:
- Parte interna del piede;
- Le tempie;
- L’inguine;
- La parte cava del ginocchio.
Per conoscere il numero di battiti cardiaci rilevandolo sul polso, occorre appoggiare i polpastrelli delle dita medio ed indice sulla parte interna del polso dell’arto opposto, per la precisione nei pressi della parte più basale del pollice. Si eserciterà una piccola pressione dei polpastrelli fino a che non si avvertiranno le pulsazioni.
Se vogliamo rilevarlo, invece, sul collo, i polpastrelli andranno appoggiati nei pressi e lateralmente al pomo d’Adamo, in quella area che cede un po’ sotto le dita. Anche in questo caso occorrerà esercitare una piccola pressione, fino ad avvertire questi piccoli battiti sotto le dita. Nell’effettuare questa rilevazione al collo, occorre sdraiarsi preventivamente, o, almeno, sedersi. In taluni individui i vasi del collo reagiscono a queste pressioni, potendo provocare un rallentamento nella frequenza dei battiti cardiaci o, in alcuni casi, addirittura fenomeni di svenimento. Inoltre, occorre evitare il rilevamento al collo contemporaneo su tutti e due i lati: si potrebbe avere un rallentamento del flusso sanguigno verso il capo e quindi provocare uno svenimento.
In ogni caso, allorquando saremo sicuri di aver trovato il punto esatto dove avvertire le pulsazioni sotto le dita, basterà contarle per un minuto intero oppure contarle per trenta secondi per poi moltiplicare per due il risultato. Conosceremo così il nostro numero di battiti cardiaci al minuto.
Un valore corretto dei battiti cardiaci al minuto a riposo lo si otterrà misurandolo dopo aver sospeso ogni tipo di attività per dieci minuti almeno.
Battiti cardiaci: valori normali
La frequenza dei battiti cardiaci a riposo rappresenta una attività minimale della pompa cardiaca: quando il corpo non effettua azioni di sorta, il fabbisogno di sangue (di ossigeno ad organi e tessuti) è veramente minimo, per cui il cuore può permettersi di risparmiare energie. Se il soggetto è sdraiato o seduto, si trova in condizione di rilassamento e non presenta alcuna patologia, la frequenza dei battiti cardiaci rientra, di norma, tra i sessanta ed i cento al minuto.
Ma vediamo di seguito i valori normali in riferimento all’età del soggetto
Neonati da zero a un mese: 70 – 190 battiti al minuto
Lattanti da uno a undici mesi: 80 – 160 battiti al minuto
Bambini da uno a due anni: 80 – 130 battiti al minuto
Bambini da tre a quattro anni: 80 – 120 battiti al minuto
Bambini da cinque a sei anni: 75 – 115 battiti al minuto
Bambini da sette a nove anni: 70 – 110 battiti al minuto
Bambini da dieci anni in su e soggetti adulti (compresi gli anziani) 60 – 100 battiti al minuto
Atleti sottoposti ad allenamenti intensi 40 – 60 battiti al minuto
Molti studiosi, però, stimano un po’ troppo alti questi valori; ed infatti la Dottoressa Steinbaum, che dirige il reparto cardiologico femminile del Lenox Hill Hospital, ritiene fisiologico un numero di battiti cardiaci al minuto compreso tra i cinquanta ed i settanta.
Delle ricerche abbastanza recenti hanno stabilito che una frequenza cardiaca a riposo che superi il valore di settantasei battiti al minuto, possa costituire un rischio maggiore di attacchi cardiaci.
Più un individuo si trova in buone condizioni di forma e meno elevata dovrebbe essere la frequenza dei battiti cardiaci a riposo. La D.ssa Steinbaum afferma che una frequenza di ottanta battiti al minuto in condizioni di riposo, può essere ancora reputata fisiologica, ma NON un segnale di ottima salute.
Battiti cardiaci, tachicardia e brachicardia
Il nome tachicardia rappresenta una situazione per la quale il numero di battiti cardiaci al minuto è superiore ai valori normali, vale a dire, a riposo, oltre i 100 battiti al minuto. La brachicardia, al contrario, indica un numero di questi battiti inferiore a quelli reputati normali. Ad esempio un polso brachicardico è un polso che, a riposo, non arrivi ai 60 battiti al minuto.
Normalmente mentre si dorme il cuore rallenta il numero di pulsazioni al minuto, per cui si può arrivare anche ad un valore di frequenza cardiaca di quaranta o cinquanta battiti al minuto.
Bradicardia, quando i battiti cardiaci al minuto sono pochi
Se il numero di battiti cardiaci non arriva a sessanta al minuto, non è necessariamente sintomo di una patologia, potrebbe, ad esempio, essere una risposta ad un farmaco beta-bloccante. I valori bassi sono anche tipici degli individui che pratichino intensivamente delle attività a carattere sportivo o, addirittura, atleti molto allenati.
Gli individui che svolgono intense attività fisiche hanno sovente un numero di battiti cardiaci inferiore perché il cuore è ben allenato e non necessita di un superlavoro per pompare il sangue e mantenere stabili tutti i parametri vitali.
Effetto sul numero di battiti cardiaci di fattori diversi
- La temperatura ambiente: se la temperatura si alza bruscamente (magari insieme al tasso di umidità), questo induce il cuore a lavorare un po’ di più e quindi la frequenza cardiaca potrebbe elevarsi, ma, in genere, mai al di là dei cinque o dieci battiti al minuto.
- La posizione in cui ci si trova: solitamente il numero di battiti cardiaci al minuto non varia se ci si trovi stesi, oppure seduto oppure in piedi, però se da seduto o stesi ci si alza, per i primi quindici o venti secondi la frequenza può aumentare, per poi riguadagnare i valori normali dopo circa due minuti;
- Stati emozionali: se siamo sollecitati da stress, eccitazione o ansie, la frequenza dei battiti cardiaci può senz’altro aumentare.
- Le dimensioni del proprio corpo: normalmente differenze non esagerate dagli standard non influenzano il numero dei battiti cardiaci, però, ad esempio, in soggetti con gravi obesità potrebbero rilevarsi frequenze a riposo un po’ più elevate dei valori standard, solitamente, comunque, non oltre i 100 battiti al minuto.
- Medicinali: i farmaci betabloccanti (sono quelli che operano un blocco sull’adrenalina), solitamente rallentano il polso, mentre i medicinali che stimolano la tiroide lo aumentano.
Quando si deve consultare il medico?
Il medico potrebbe chiedere al proprio paziente di tenere sotto monitoraggio (registrandolo) il numero di battiti cardiaci quando questi sia sotto cura con betabloccanti per la riduzione della pressione arteriosa (o proprio del polso), o per curare un’eventuale aritmia. Essere a conoscenza della frequenza cardiaca può essere d’aiuto al medico per capire se sia il caso di cambiare i dosaggi o, addirittura, sostituire il medicinale.
Se la frequenza è molto bassa o se si dovessero rilevare episodi di tachicardia in modo particolarmente frequente e senza apparente motivo (e tanto più se questi sono causa di svenimento o debolezze o vertigini), sarà necessario avvertire rapidamente il proprio medico il quale valuterà se si tratti di un caso da trattare in emergenza. Il polso è una specie di “termometro della salute”.
Frequenza cardiaca massima
Quando si stanno svolgendo attività fisiche spesso ci si domanda se ci si sta sforzando a sufficienza, oppure, al contrario, si sta esagerando. Lo si può stabilire facilmente seguendo il concetto di numero ideale di battiti cardiaci al minuto, questo ci darà un notevole aiuto nel determinare la giusta intensità degli allenamenti. E’ opinione del Dott. Fletcher, docente di cardiologia al Mayo Clinic College of Medicine in Florida, a Jacksonville, che le attività fisiche vanno bilanciate, non devono essere né troppo intense né troppo blande.