Cerchiamo allora di riepilogare quali sono i principali punti di forza e di debolezza di questo accessorio, e tutto quello che dovete sapere per poterlo utilizzare al meglio!
Cominciamo dai punti di forza. L‘anello anticoncezionale è uno strumento dal funzionamento simile a quello della pillola, rilasciando ormoni (a basso dosaggio) che possono impedire l’ovulazione e, dunque, le gravidanze indesiderate. Utilizzato da tante donne, ha un’elevata sicurezza contraccettiva (più del 99%) con gli ormoni che vengono rilasciati dall’anello contraccettivo che sono in grado di passare rapidamente nel circolo sanguigno, essendo la mucosa di rivestimento vaginale particolarmente ricca di vasi sanguigni.
Inoltre, l’anello anticoncezionale, a differenza della pillola contraccettiva, non prevede il primo passaggio mediante il fegato o l’intestino: è dunque sicuro anche nelle ipotesi di diarrea e di vomito. Si tratta altresì di uno strumento praticamente impercettibile, dalla donna e dal partner durante il rapporto sessuale, e non provoca alcuna modificazione ponderale. Non influisce inoltre sulla regolarità mestruale e riduce i casi di dimenticanza, che sono invece notevolmente maggiori nelle ipotesi di assunzione della pillola.
Ricordiamo infine che si tratta di un metodo molto efficace, comodo e piuttosto semplice da applicare e togliere, senza controindicazioni tipiche di altri strumenti anticoncezionali.
Purtroppo, così come avviene per altri metodi anticoncezionali, anche l’anello non è certamente privo di effetti collaterali e di controindicazioni. Di fatti, se da un lato – come abbiamo visto nelle righe che precedono – il metodo contraccettivo è ricco di benefici, è anche vero che tra gli svantaggi non può che esservi l’impossibilità di prevedere la reazione soggettiva in seguito all’applicazione dell’anello. Di conseguenza non è affatto detto che questi effetti siano presenti nello stesso modo in tutte le utilizzatrici.
Ancora, è possibile che, soprattutto durante i primi mesi di utilizzo, il dispositivo esca spontaneamente dalla vagina: proprio per questo motivo è bene che la donna controlli periodicamente la presenza dell’anello nella vagina, poichè qualora non venga reinserito in vagina entro tre ore dall’espulsione, l’efficacia contraccettiva potrebbe diminuire anche significativamente. L’anello potrebbe inoltre favorire l’instaurarsi di infezioni batteriche: la presenza di un corpo estraneo in vagina potrebbe infatti favorire l’annidamento dei batteri della Candida albicans, e non solo.
Sebbene non rappresentino certamente degli effetti collaterali comuni, l’anello vaginale potrebbe provocare dolore durante i rapporti, lesioni vaginali, vaginiti, cisti, acne, modulazione dell’umore, irritabilità, diminuzione del desiderio sessuale, dolore addominale, tensione mammaria, leucorrea, dismenorrea. Abbastanza improbabile è anche la percezione del dispositivo da parte del partner durante il rapporto, prurito genitale, ansia, sensazione di vertigine, diarrea, vomito, astenia, dolore alla schiena.
Come per tutti i metodi di contraccezione ormonali, anche l’anello vaginale deve essere prescritto dal medico dopo un attento accertamento dello stato di salute della paziente. L’anello contraccettivo non deve inoltre mai essere utilizzato dalle donne che sono affette da trombosi venosa, arteriosa, angina pectoris, diabete mellito, tumori, emorragie vaginali, disturbi epatici.
Così come avviene per la pillola, inoltre, l’utilizzo di alcuni farmaci (antibiotici, antidepressivi, antiepilettici, ecc.) potrebbe compromettere l’efficacia contraccettiva dell’anello.
A questo punto potrebbe giovare cercare di comprendere qualche evidente differenza tra l’anello vaginale (in Italia è ammesso il NuvaRing, attualmente scelto da 1,5 milioni di persone) e la spirale contraccettiva. Le differenze sono notevoli:
Può altresì essere utile qualche chiarimento sul differente funzionamento di anello anticoncezionale e pillola contraccettiva:
Ricordiamo infine che l’anello anticoncezionale deve rimanere in vagina per tre settimane senza mai essere tolto, seguito da una settimana di intervallo, durante la quale comparirà la mestruazione “fittizia”. L’inserimento e la rimozione dell’anello dovrà avvenire nella stessa ora e nello stesso giorno di inizio.
L’efficacia dell’anello è direttamente collegata ad una lenta diffusione di ormoni. Infatti, è formato da una combinazione tra progrestinico ed estrogenico. Una volta che gli ormoni arrivano nel sangue, vanno a bloccare l’ovulazione. L’efficacia è simile a quella che caratterizza le pillole anticoncezionali. L’anello vaginale va a modificare la formazione del muco cervicale, rendendolo impraticabile per la risalita degli spermatozoi. Sono diverse le donne che scelgono l’anello per via del suo ridotto dosaggio ormonale, che comporta al contempo limitati effetti collaterali.
Può capitare che l’anello fuoriesca dalla vagina. Si può reinserire senza problemi dopo averlo lavato con acqua fredda o tiepida. Nel caso in cui venga perso, invece, va sostituito con uno nuovo il prima possibile. Nel caso in cui l’anello resti fuori dall’organo genitale per oltre tre ore, c’è il pericolo che la donna possa restare incinta. Per ripristinarne l’efficacia, quindi, serve che venga usato per una settimana senza pause. E i rapporti durante questi sette giorni dovrebbero comunque prevedere l’uso del preservativo, ma non del diaframma.
L’utilizzo dell’anello deve essere sospeso se si dovessero verificare danni alla funzionalità epatica. Interrotto, invece, quando insorgono ittero e prurito da colestasi. Le donne che soffrono di diabete devono essere controllate con attenzione durante i primi tre mesi d’uso dell’anello. Chi soffre di morbo di Crohn potrebbe subire dei peggioramenti, mentre potrebbe insorgere, di rado, cloasma. Per quest’ultimo motivo, chi ne soffre dovrebbe evitare di esporsi al sole.
Le donne che soffrono di stitichezza grave, cistocele, rettocele e prolasso della cervice uterina potrebbero avere difficoltà nell’uso di tale metodo anticoncezionale. In alcuni casi si può sviluppare la vaginite. I sintomi più gravi a cui prestare grande attenzione sono dolore addominale lancinante, notevoli difficoltà a respirare, cefalea grave, problemi alla vista o importanti dolore agli arti superiori o inferiori.
Probabilmente è quello che si chiedono tante donne prima di usarlo. L’anello vaginale ha un dosaggio ormonale molto ridotto e, di conseguenza, non può causare cospicui aumenti di peso. In caso di leggero gonfiore, si consiglia di diminuire l’utilizzo del sale e di fare più attività fisica. In realtà, quello che potrebbe aumentare è l’appetito. Secondo recenti statistiche, circa il 65% delle donne consuma porzioni maggiori e mangia con superiore frequenza dopo l’inizio di una cura del genere. Spesso, quindi, è l’incremento di appetito a determinare l’aumento di peso e non l’uso dell’anello anticoncezionale in sé.
L’impiego di contraccettivi ormonali spesso è legato a fenomeni di trombosi venosa e arteriosa. Il pericolo è maggiore rispetto a quello di tromboembolia venosa legato alla gravidanza. Nell’1-2% dei casi la tromboembolia può portare alla morte. Di rado si sono manifestati casi di trombosi legati a diversi distretti vascolari. Tra i più diffusi sintomi della possibile trombosi venosa o arteriosa in atto troviamo mal di testa forte e prolungato, difficoltà nella visione e nel linguaggio, vertigini e collasso. Tra i fattori che contribuiscono ad alzare questo rischio troviamo ipertensione, obesità, fumo, età avanzata, difetti cardiaci e predisposizione ereditaria.