Il versamento pericardico è spesso correlato ad uno stato infiammatorio che ha colpito il pericardio, provocato da una lesione oppure da una malattia. Ci sono tanti casi, però, in cui il versamento pericardico può insorgere anche senza che vi sia stata alcuna infiammazione. Tante volte, infatti, questo versamento può essere provocato da parte di un accumulo di sangue che deriva da un’operazione chirurgica o da una specifica lesione. Nel momento in cui il volume del liquido va oltre il pericardio, allora aumenta anche la pressione nei confronti del cuore, provocando delle problematiche a tutto l’apparato cardiaco. Nel caso in cui non venga trattato con immediatezza e urgenza, il versamento pericardico può facilmente portare ad uno scompenso cardiaco e, nei casi più gravi, anche alla morte del soggetto colpito.
Versamento pericardico sintomi
Tra i sintomi che si possono verificare con maggiore frequenza in relazione al versamento pericardico troviamo sicuramente una respirazione affannosa o anche dispnea, così come l’ortopnea, ovvero la difficoltà a respirare nel momento in cui si è in una posizione sdraiata. Tra gli altri sintomi troviamo un dolore che va a colpire il torace, nella maggior parte dei casi nella zona dietro lo sterno oppure sulla parte sinistra del petto, ma possono insorgere anche tosse, respirazione dolorosa, vertigini, febbricola, ansia e stress, una frequenza cardiaca aumentata.
Versamento pericardico cosa fare
Nel momento in cui si avvertono tali sintomi, allora la cosa migliore da fare è quella di chiamare un’ambulanza. In modo particolare, nel caso in cui si avverta un forte dolore al petto per diversi minuti, oppure se la respirazione diventa davvero molto difficile, o quando si sviene senza alcuna ragione pratica. Nel caso in cui i sintomi si limitino ad una sensazione di stanchezza o ad una semplice difficoltà di respirazione o dispnea, allora è meglio consultare subito il medico.
Versamento pericardico cause
Questa infiammazione che va a colpire il pericardio va a provocare il versamento. Quest’ultimo può insorgere anche nel caso in cui i fluidi del pericardio siano ostruiti oppure anche nel momento in cui il sangue comincia a ristagnare nel pericardio stesso. Per il momento non si è a conoscenza delle modalità con cui diverse malattie portano al versamento pericardico. Tra le cause più comuni, ad ogni modo, troviamo delle infezioni fungine, parassitarie, virali e batteriche. Inoltre, questo versamento può derivare da un’infiammazione del pericardio per colpa di una causa sconosciuta oppure per via della sindrome di Dressler. Altre patologie autoimmuni, come ad esempio il lupus o l’artrite reumatoide, possono portare al versamento pericardico, così come i problemi alla tiroide, l’HIV o l’AIDS, l’uremia, ovvero dei rifiuti che ristagnano nel sangue per via di un’insufficienza renale. Anche dei traumi o delle ferite nei pressi del cuore possono essere le cause, così come il cancro che colpisce cuore o pericardio, delle cure chemioterapiche per il cancro, la radioterapia per la cura dei tumori quando il cuore risulta essere all’interno della zona di radiazione. Ci sono anche diversi farmaci, come ad esempio l’idralazina, che viene usato per la pressione alta, oppure l’isoniazide, che viene usato per la cura della tubercolosi, nonché la fenitoina, che possono essere le cause scatenanti di un versamento a livello del pericardio.
Versamento pericardico diagnosi
Spetterà al medico eseguire diversi test per capire se il soggetto soffra effettivamente di versamento pericardico. Si comincia con l’auscultazione del cuore usando lo stetoscopio, che spesso permette di udire un rumore gracchiante e acuto nel caso in cui vi sia un’infiammazione che colpisce il pericardio. Quando c’è un gran quantità di liquido al suo interno, allora il battito cardiaco può risultare come ovattato. Tra i vari esami che sono utili per giungere ad una diagnosi corretta troviamo sicuramente l’ecocardiogramma e l’elettrocardiogramma.
Versamento pericardico terapie
La cura dipende soprattutto dal quantitativo di liquido che ristagna all’interno del pericardio e che rappresenta la causa del versamento. Nel caso in cui non ci sia un immediato pericolo di tamponamento, allora il trattamento può essere farmacologico. Per contrastare l’infezione il medico può decidere di prescrivere l’aspirina, i FANS e la colchicina. Nel caso in cui i versamenti siano frequenti oppure i farmaci non facciano effetto, allora può essere necessario un corticosteroide, come ad esempio il prednisone. Se queste terapie non portano a dei risultati positivi, il cardiologo potrà suggerire una di queste misure: sclerosi intrapericardica, pericardiectomia, intervento a cuore aperto, pericardiocentesi.