Vivin C è un noto e utilizzato farmaco a base di acido acetilsalicilico, con magnesio e alluminio idrossido. Particolarmente indicato per il trattamento degli stati dolorosi e infiammatori, è spesso associato alle terapie utili per poter fronteggiare i sintomi tipici degli stati febbrili e le sindromi influenzali. Ma perché il Vivin C è potenzialmente efficace per poter garantire un miglior benessere in tali condizioni? Cerchiamo di saperne un po’ di più, scoprire quali sono i suoi componenti e in che modo lo si può utilizzare nel migliore dei modi!
Come anticipato, il Vivin C è un farmaco a base di acido ascorbico e di acido acetilsalicilico: un mix che rende questo medicinale piuttosto efficace per poter trattare gli stati dolorosi e febbrili che sono associati alle comuni sindromi da raffreddamento, e non solo. In altri termini, l’azione combinata e sinergica dei due principi attivi che sono contenuti nel Vivin C lo rendono in grado di espletare una ottima azione citoprotettiva, analgesica e antinfiammatoria.
Più nel dettaglio, l’attività analgesica di cui si è appena fatto cenno, è legata alla capacità del principio attivo (acido acetilsalicilico) di poter ridurre l’espressione della bradichinina e di altri mediatori nello stimolare le terminazioni periferiche dei nocicettori, mentre l’azione antipiretica, espletata dallo stesso principio attivo, può inibire la produzione di prostaglandine, che agisce sui centro termoregolatori ipotalamici innalzando la temperatura.
Ulteriormente, l’azione antinfiammatoria del Vivin C è determinata dalla capacità dell’acido acetilsalicilico di inibire l’azione delle ciclossigenasi, cioè di alcuni enzimi che vengono coinvolti nella trasformazione dell’acido arachidonico in mediatori dotati di attività vasopermeabilizzante, vasodilatatriche e chemotattica. Al Vivin C sono inoltre riconosciute delle azioni antiossidanti, espletate dall’acido ascorbico mediante un meccanismo di ossido riduzione (diretto) e di rigenerazione della vitamina E (indiretto). L’azione citoprotettiva è invece esercitata da entrambi i principi attivi, riducendo il danno tessutale e facilitandone al contempo la riparazione.
Alcuni studi sostengono infine che l’acido ascorbico potrebbe migliorare le proprietà farmacocinetiche dell’acido acetilsalicilico, migliorandone così la biodisponibilità e – contemporaneamente – riducendone l’azione irritativa e tossica a carico della mucosa gastro enterica.
Vivin C è disponibile in commercio nella tradizionale forma di compresse effervescenti con 330 mg di acido acetilsalicilico e 200 mg di acido ascorbico. Salvo che il vostro medico non vi indichi un trattamento diverso, è consigliabile l’assunzione di 1-2 compresse per 3 volte al giorno, sciogliendo le stesse in un bicchiere d’acqua, preferibilmente dopo i pasti (ovvero, a stomaco pieno).
L’assunzione di acido acetilsalicilico – uno dei principi attivi di Vivin C – durante la gravidanza, potrebbe ridurre la sintesi di prostaglandine, compromettendo così il normale sviluppo fetale e facilitando l’insorgenza di aborti e di malformazioni. Per questo motivo il Vivin C non è indicato durante la dolce attesa: parlatene con il vostro medico di fiducia per poterne sapere di più.
Gli studi clinici indicano che le dosi fino a 100 mg/die possono essere considerate sicure, pur richiedendo un monitoraggio specialistico. Non ci sono invece sufficienti dati clinici relativi all’uso di dosi superiori a 100 mg/die fino a 500 mg/die.
È invece seriamente controindicato l’utilizzo di dosi di 500 mg/die e oltre.
L’acido acetilsalicilico di cui è composto il Vivin C, soprattutto per periodi prolungati e per dosaggi elevati, potrebbe essere associato alla comparsa di alcuni effetti collaterali particolarmente sgraditi, anche se non è affatto detto che li dobbiate sperimentare e, soprattutto, in misura tale da essere “avvertiti” dal vostro organismo. In particolare, nella maggior parte dei casi i sintomi sono legati a gastroenteriti come nausea, diarrea, costipazione, gastriti, vomito, o sintomi nervosi come cefalea, vertigini o sonnolenza.
Non sono escluse reazioni di tipo dermatologico, come prurito, eczema o orticaria, o ancora reazioni cardiovascolari come ipotensione o ipertensione. Sono inoltre possibili degli effetti indesiderati di tipo sensoriale, a carico di vista e udito, e respiratori come asma, dispnea, polmonite, edema. È infine possibile che possano esservi controindicazioni renali ed epatiche, con compromissione della funzionalità di entrambi gli organi e dei sistemi annessi.
Per quanto attiene le patologie cardiache, sono a volte state segnalate condizioni di edema, ipertensione e insufficienza cardiaca. Sulla cute possono essere interessate patologie dei tessuti, come reazioni bollose inclusa sindrome di Stevens- Johnson e necrolisi tossica epidermica. Sul fronte delle patologie del sistema emolinfopoietico, sono segnalate sindromi emorragiche.
Per un elenco integrale degli effetti indesiderati suggeriamo la lettura attenta del foglietto informativo.
Infine, pur nella consapevolezza che si tratta di un farmaco molto utilizzato e generalmente molto ben tollerato dai pazienti, non possiamo che concludere questo breve approfondimento consigliandovi – sempre e comunque – di condividere la necessità della sua assunzione parlandone con il vostro medico di riferimento, che potrà certamente suggerirvi le modalità d’uso e i dosaggi più opportuni per permettervi di superare nel migliore dei modi lo stato influenzale e infiammatorio che state attraversando. In caso di impossibilità a parlarne con il vostro medico, parlate con il farmacista e attenetevi alle indicazioni dei foglietti illustrativi.