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Come coltivare lo zafferano?

Pubblicato da
Francesca Rotondo

È infatti ricchissima di vitamina B1 e B2, ha proprietà antinfiammatorie e disintossicanti, favorisce la digestione, combatte i radicali liberi e l’invecchiamento, riduce il colesterolo e la pressione, aumenta le difese immunitarie. In più, lo zafferano un apporto calorico vicino allo zero ed è preziosissima in cucina, per poter insaporire carni bianche, pesce, riso, pasta, crostacei e tanto altro ancora. Ma come coltivare questa pianta?

Dove coltivare lo zafferano

La pianta di zafferano può fortunatamente sopportare sia inverni piuttosto rigidi, con temperature che scendono anche sotto zero, sia temperature estive oltre i 35 gradi. L’unico “nemico” contro il quale può poco, è l’eccessiva piovosità. Per queste sue caratteristiche, lo zafferano può ben essere coltivato anche in Italia, con un clima caratterizzato da estati asciutte e inverni piovosi.

Perchè coltivare lo zafferano

Sono numerosi i motivi per cui potrebbe valer la pena di coltivare lo zafferano. Anzitutto, è un bene molto richiesto: la domanda di pistilli di zafferano da parte delle industrie alimentari è crescente in maniera continuativa, e il suo prezzo è particolarmente elevato e stabile. Dunque, la coltivazione della spezia può essere ben ritenuta come un’attività piuttosto redditizia, invogliando tanti piccoli imprenditori a creare dei veri e propri zafferaneti da reddito, in campo o in serra.

Coltivazione

Proprio in considerazione della sua grande adattabilità, è opportuno ricordare che lo zafferano può essere coltivato non solamente in campo o in serra, quanto anche in giardino, utilizzando dei vasi rettangolari piuttosto grandi, o ancora sul balcone o sul terrazzo, utilizzando gli stessi vasi da minimo 40×80 cm (utili per poter ospitare due file da 5 bulbi ciascuno).

Detto ciò, bene altresì ricordare che, come avviene per la totalità delle coltivazioni, anche per lo zafferano il risultato dipende dalla scelta del seme (in questo caso, il bulbo), dalla qualità del terreno, dalla sua preparazione, dagli interventi di manutenzione, dall’innaffiatura, dalla concimazione, dalla rimozione delle erbe instanti.

Preparare il terreno

La prima operazione che bisogna necessariamente effettuare è la scelta del terreno: fondamentale che sia drenante, non troppo compatto, tendenzialmente sabbioso. Se scegliete di coltivare lo zafferano in piena terra, la preparazione del terreno dovrà essere effettuata in primavera, con aratura di 30/35 centimetri, e concimazione con letame organico maturo per 2-3 kg per mq,.

Impianto

Il secondo step è quello di impiantare i bulbi. Il periodo migliore va dalla seconda metà di agosto alla prima decade di settembre. In fase di primo impianto i bulbi possono essere acquistati presso aziende agricole specializzate. I bulbi dovranno presentare un diametro medio compreso tra i 3 e i 4 centimetri (bulbi troppo piccoli potrebbero avere difficoltà a entrare in produzione nel primo anno). I bulbi di zafferano devono essere interrati ad una profondità di 10-15 cm circa, e distanziati di circa 8-10 cm.

Per gli anni successivi, a partire dalla fine del mese di ottobre, inizierà a svilupparsi la parte aerea della pianta, mentre il bulbo comincerà a rimpicciolirsi. Con l’arrivo della primavera, inizia la formazione di 2-3 nuovi bulbi, mentre quello vecchio sarà svuotato quasi completamente. La parte aerea inizierà a ingiallire fino a seccarsi, mentre i nuovi bulbi continueranno a crescere. Infine, a fine agosto o inizio settembre, i bulbi giovani potranno essere scavati, alsciati asciugare per alcuni giorni e interrati in nuovo appezzamento.

Irrigazione

La pianta dello zafferano non vuole intensi interventi di irrigazione, tanto che, in molte zone d’Italia, potrebbe essere sufficiente la sola pioggia. Bisognerà comunque tenere sotto controllo le erbe infestanti e difendere le piante dall’attacco di topi, conigli e altri animali.

Raccolta

I bulbi di zafferano fioriscono in autunno, tra ottobre e novembre, a due mesi dall’interro. Il raccolto dei fiori andrà eseguito manualmente tra la fine di settembre e l’inizio di novembre. La raccolta dovrà essere eseguita la mattina presto, quando i fiori sono ancora chiusi.

Alla sfioratura seguirà poi l’essiccazione dei pistilli, che può essere effettuata con brace, camini, essiccatoi e altri sistemi. Eseguita l’essiccazione, la spezia dovrà essere sistemata in contenitori a chiusura ermetica, che dovranno essere conservati in ambienti asciutti. Durante l’essiccazione, gli stimmi perderanno circa l’80 per cento del peso iniziale, con un tasso di umidità che scenderà sotto il 10 per cento.

Francesca Rotondo