Cymbalta si trova in commercio in confezioni contenenti delle capsule cosiddette “gastroresistenti”, in due dosaggi: la capsula di colore bianco e blu e quella con il dosaggio da 30 milligrammi, mentre la capsula di colore verde e blu è quella con il dosaggio da 60 milligrammi.
Il termine “gastroresistente indica che tutto ciò che è contenuto in ciascuna capsula può transitare attraverso il lume dello stomaco assolutamente indenne, perché il principio attivo e gli eccipienti non vengono aggrediti dagli acidi gastrici, acidi molto potenti che si trovano nello stomaco, e quindi arriva integro fino all’intestino, laddove inizia il suo processo di scomposizione.
Come già anticipato, Cymbalta è un farmaco che si utilizza per la terapia di:
Cymbalta lo si può ottenere esclusivamente dietro la presentazione della relativa ricetta medica.
Per trattare la depressione maggiore si raccomanda un dosaggio di Cymbalta di sessanta milligrammi pro die (una compressa da 60 mg. al giorno).
Il sistema nervoso risponde positivamente a questi dosaggi di duloxetina in un periodo compreso tra i quindici giorni ed il mese circa.
Nei soggetti la cui risposta alla cura è buona, si consiglia di prolungare il trattamento per alcuni mesi (così facendo si potrà essere più o meno sicuri che si eviteranno eventuali ricadute), oppure per periodi di tempo ancora e molto più lunghi, se si dovesse trattare con il Cymbalta un soggetto la cui storia clinica parli di episodi di depressione reiterati.
Per trattare, invece, i dolori neuropatici di origine diabetica, si raccomanda sempre un dosaggio di 60 milligrammi al giorno, ma sapendo che alcuni soggetti potrebbero richiedere necessariamente la somministrazione di una dose più consistente, vale a dire 120 milligrammi al giorno. Occorrerà, poi, effettuare periodicamente una valutazione della risposta del soggetto alla terapia.
Per trattare, infine, i disturbi d’ansia generalizzati, si raccomanda di iniziare con un dosaggio di 30 milligrammi al giorno, per valutare la risposta del soggetto alla terapia e, se del caso, aumentare il dosaggio fino a 60, oppure 90 ed anche 120 milligrammi al giorno, a seconda della valutazione che si dà della risposta del soggetto alla terapia. Tipicamente la maggior parte dei pazienti ha una buona risposta con una dose di 60 milligrammi al giorno.
Da sottolineare che i pazienti che soffrono di disturbi d’ansia generalizzati e, contemporaneamente, anche di depressione grave, possono iniziare la terapia con una dose iniziale anche di 60 milligrammi al giorno. Anche in questo caso per i soggetti che dovessero avere una buona risposta alla terapia, il consiglio è di proseguire la stessa per molti mesi in modo tale da gettare le basi per la prevenzione di eventuali ricadute.
In ogni caso il trattamento non si può interrompere bruscamente, ma riducendo progressivamente e gradualmente il dosaggio fino ad arrivare alla interruzione.
Abbiamo già scritto che il principio attivo che è contenuto nella capsule di Cymbalta è la duloxetina. Ma come funziona questo principio attivo? Quali sono i suoi meccanismi d’azione? La duloxetina contenuta nel Cymbalta ha la funzione di inibire la ricaptazione di noradrenalina e di serotonina.
La sua azione consiste nell’impedire ai neurotrasmettitori noradrenalina e serotonina (nome scientifico: 5-idrossitriptamina) di venire riassorbite dalle cellule nervose del midollo spinale e del cervello. Se non vengono riassorbite, la noradrenalina e la serotonina vanno ad incrementare la quantità di neurotrasmettitori che sostano negli spazi compresi tra le cellule nervose e, di conseguenza, viene di molto aumentato “la quantità” di comunicazione tra cellule di questo tipo.
Poiché tutti i neurotrasmettitori sono associati ai processi di mantenimento di elevati livelli del tono dell’umore ed anche nei meccanismi di diminuzione delle sensazioni di dolore, l’effetto inibitorio della duloxetina sicuramente aiuta nell’alleviamento di tutta la sintomatologia degli stati depressivi, anche gravi, dei disturbi d’ansia generalizzati e dei dolori di origine neuropatica diabetica.
Per quanto attiene alla terapia delle depressioni maggiori, Cymbalta fu sottoposto a confronto con placebo nel corso di otto ricerche principali condotte su un numero complessivo di 2.544 soggetti.
Di questi otto studi, sei riguardavano la cura della depressione con la misurazione dei mutamenti della sintomatologia in un periodo di tempo che poteva arrivare sino a sei mesi.
Le altre due ricerche, invece, hanno dato una valutazione al lasso di tempo che intercorreva tra l’interruzione della cura con Cymbalta e la ricomparsa della sintomatologia relativa alla malattia da curare, in quei pazienti per i quali la cura sortiva buoni effetti. Nelle ricerche erano implicati anche 288 soggetti con una storia clinica comprendente diversi episodi reiterati di depressione grave in un lasso di tempo sino a cinque anni.
Passando, invece, agli studi che hanno riguardato il dolore di origine neuropatica, possiamo dire che Cymbalta fu posto a confronto con placebo nel corso di due ricerche durate dodici settimane su 809 soggetti adulti sofferenti di diabete. Il parametro principale che fu studiato per valutarne l’efficacia furono le variazioni settimanali dell’intensità dei dolori.
Infine, riguardo alla cura per i disturbi d’ansia generalizzati, Cymbalta fu confrontato con placebo in cinque ricerche che riguardarono un numero complessivo di 2.337 soggetti. Quattro di questi cinque studi esaminarono la cura del disturbo, misurandone la riduzione della sintomatologia dopo circa nove /dieci settimane. Lo studio numero cinque, invece, fu effettuato per la valutazione del tempo che intercorreva tra l’interruzione della terapia (in pazienti la cui risposta alla cura era stata positiva fin dall’inizio) e la ricomparsa della sintomatologia. I soggetti implicati in questa ricerca furono 429.
Nonostante i risultati della ricerca condotta sugli effetti di Cymbalta sugli stati depressivi non fosse uniforme relativamente a tutti gli studi, in quattro di essi il farmaco riuscì a dimostrarsi più efficiente del placebo. In due di questi studi, per i quali il dosaggio approvato di Cymbalta fu confrontato con il placebo, il farmaco si è rivelato ben più efficace. Ma non basta: anche i risultati in termine di tempo di ricomparsa dei sintomi fu più significativo per il farmaco: il tempo intercorso tra la sospensione della cura e la ricomparsa dei sintomi è stato significativamente superiore per i soggetti che venivano trattati con Cymbalta rispetto a quelli che venivano trattati con il placebo.
Per quanto riguarda, invece, la cura dei dolori neuropatici diabetici, Cymbalta fu molto più efficiente del placebo nella riduzione dei sintomi dolorosi. Tutti e due gli studi riportano una diminuzione dei dolori a partire già dalla prima settimana di cura e per dodici settimane al massimo.
Anche per quanto riguarda i disturbi d’ansia generalizzati, Cymbalta fu assai più efficiente del placebo non solo nella riduzione e scomparsa del disturbo, ma anche per la prevenzione della sintomatologia da recidiva.
Gli effetti collaterali non desiderati legati all’utilizzo di Cymbalta (parliamo di più di un decimo dei pazienti trattati) sono vertigini, sonnolenza (sensazione di sopore), secchezza delle fauci (sensazione di avere la bocca molto secca), mal di capo e nausea.
Nella maggioranza dei casi la gravità varia da lieve a moderata, peraltro comparendo ad inizio della cura per poi attenuarsi progressivamente proseguendola. Esistono anche altri effetti indesiderati, per un elenco completo si consiglia di leggere con cura il bugiardino.
Non utilizzare Cymbalta in soggetti che soffrano o abbiano il sospetto di soffrire di ipersensibilità nei confronti del principio attivo (duloxetina) o ad uno qualsiasi degli eccipienti del farmaco. L’utilizzo contemporaneo del medicinale con un inibitore della monoammino-ossidasi (un altro principio attivo di farmaci antidepressivi), con la fluvoxamina (ancora un altro tipo di antidepressivo), o con l’enoxacina o con la ciprofloxacina (antibiotici) è da considerare assolutamente controindicato.
Non bisogna somministrare Cymbalta a soggetti affetti da alcune malattie a carico del fegato o a pazienti con gravi insufficienze renali. Nei soggetti con pressione alta non controllata la cura con Cymbalta è d considerarsi controindicata poiché potrebbe far insorgere in questi pazienti pericolose crisi ipertensive (un innalzamento della pressione arteriosa repentino e quindi ancora più pericoloso). Così come per altri medicinali contro la depressione vi è stata segnalazione per pensiero e comportamento suicidario per soggetti trattati con Cymbalta, maggiormente nelle prime settimane di cura contro la depressione.
I soggetti in terapia con Cymbalta che provino in qualsiasi momento delle sensazioni o pensieri angoscianti devono chiedere immediatamente un consulto al proprio medico curante.