Questa patologia, più precisamente da definirsi vestibolite vulvare, affligge le donne e consiste in un forte dolore nel momento in cui si va a premere contro il vestibolo vulvare. Questo è sostanzialmente la zona che si trova intorno all’apertura vaginale, all’interno delle labbra. Questo disturbo è una variante della Vulvodinia, una frequente patologia dell’apparato genitale femminile. La vulvodinia provoca un dolore acuto cronico, bruciore intimo e irritazione nella zona perivaginale, non solo durante i rapporti sessuali, quindi durante la penetrazione, ma avvertibile anche durante lo svolgimento delle normali attività quotidiane. Quando la Vulvodinia, è meno marcata o priva di questa ultima caratteristica, si parla più facilmente di Vestibolite, che resta quindi legata al dolore nei rapporti sessuali.
La vestibolite vulvare consiste nell’arrossamento e nell’ipersensibilità del tessuto nel momento di apertura vaginale, per questo è anche definita vestibolite neuro-infiammatoria: poiché si tratta di un’infiammazione determinata da un’infezione, il cui dolore provocato è acuito ulteriormente dai nervi che rilasciano sostanze chimiche che lo stimolano. Questo circolo vizioso, se ignorato, rischia di trascinare il problema anche per anni. La patologia può colpire tutte le donne, indipendentemente dall’età, dal fatto che esse siano vergini oppure sessualmente attive, che siano in gravidanza o in menopausa. Questo tipo di infiammazione-infezione non è affatto contagiosa.
Le precise cause della vestibolite non sono ancora oggi del tutto chiare. Probabilmente dipende dall’associazione di più fattori e da una predisposizione del singolo. Favoriscono l’insorgere del disturbo:
È inoltre in ipotesi che vi siano soggetti fisiologicamente predisposti alla vestibolite, per esempio coloro che hanno una maggiore densità di terminazioni nervose nella vulva o che hanno alterazioni immunologiche che generano dolore e fastidio.
La vestibolite vulvare viene definita solitamente in generale come una sensazione di anomalia(disestesia) a livello del vestibolo della vulva. Essa si manifesta con:
Il ginecologo alla luce del forte dolore al tocco e alla penetrazione, dell’intorpidimento a seguito di pressione localizzata e visionando l’eritema alla vulva, diagnosticherà la presenza o meno di vestibolite ed il suo grado di gravità. Appurando oltretutto che non si tratti di un Vaginismo mascherato da vestibolite, cosa non tanto rara. I due disturbi possono coesistere e aggravarsi/causarsi l’un l’altro.
È inoltre opportuno lavare la zona con l’acqua tiepida ogni volta dopo aver urinato in modo da eliminarne ogni residuo. Se ve n’è la possibilità fate dei bagni alla zona pelvica, immergendola in acqua tiepida in cui sono stati disciolti 3 cucchiai di bicarbonato di sodio: questo lenisce il dolore e allevia il prurito.
È opportuno inoltre evitare alimenti ricchi di ossalato (certe verdure, frutta, cereali, legumi), poiché questo favorisce la creazione di cristalli nelle urine e contemporaneamente la frequenza del bisogno di urinare.
I farmaci per gestire la vestibolite sono:
È sconsigliato l’uso di antibiotici poiché alterano la flora intestinale e favoriscono l’insorgere di infezioni genitali, come la candida. Se tutti questi rimedi non hanno funzionato dopo terapie lunghe e il dolore è ancora insopportabile è possibile intervenire chirurgicamente con una vestiboloplastica vulvare. Rimedi naturali per la vestibolite sono: l’agopuntura, l’olio con la vitamina E. Si favorisce la guarigione anche prendendo qualche piccolo accorgimento: utilizzare assorbenti di cotone, usare solamente acqua tiepida per lavarsi (senza saponi), utilizzare slip in cotone 100%, evitare pantaloni stretti, collant troppo aderenti, risciacquarsi dopo la minzione, dormire senza intimo per far respirare la zona, fare impacchi di ghiaccio se si sente molto bruciore.
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