La promazina, così come le altre sostanze simili, antagonizza la trasmissione dopaminergica attraverso le sinapsi, esercita un’attività di blocco alfa adrenergico, possiede delle caratteristiche adrenergiche ed anticolinergiche, le prime grazie alle riduzioni dei recuperi delle amine simpatico mimetiche a livello delle membrane presinaptiche dei neuroni.
La promazina viene venduta sotto forma di
Quando viene somministrata nell’uomo e negli animali la promazina, così come tutte le fenotiazine, palesano effetti decisi sul sui riflessi condizionati, sul sonno, sulle attività motorie e sul comportamento. Quale sia precisamente il meccanismo con cui agisce la promazina, così come le fenotiazine, e con cui attuano il loro effetto antipsicotico non è dato sapere. Le proprietà farmacologiche, in ogni caso, spiegano alla perfezione l’effetto extrapiramidale, endocrino, cardiovascolare e sul sistema nervoso autonomo che, in genere, scaturiscono dall’utilizzo a scopo terapeutico della promazina e delle altre fenotiazine.
Il principio attivo della promazina è la promazina cloridrato.
La promazina viene somministrata per combattere gli stati di comportamento aggressivo e di agitazione psicomotoria, nonché altri disturbi di natura psicotica, tra i quali anche la schizofrenia.
Non deve assumere la promazina il soggetto che soffra di ipersensibilità accertata nei confronti del principio attivo promazina cloridrato, coloro i quali siano andati incontro a stati comatosi, soprattutto quelli indotti dall’assunzione di sostanze ad attività a carattere depressivo sul sistema nervoso centrale (oppiacei, barbiturici, alcol, ecc.), oppure anche i pazienti con danni cerebrali sottocorticali sospetti o accertati, o anche con stati gravi depressivi, o con discrasia ematica e, infine, con disturbi a carico del fegato. Se ne sconsiglia l’assunzione ai soggetti che non abbiano ancora compiuto il dodicesimo anno di età.
La posologia della promazina può variare a seconda della risposta del soggetto e delle indicazioni, in ogni caso deve essere programmata dal medico sulla base delle esigenze specifiche di ogni singolo paziente. Il medico di sicuro preferirà iniziare con dosi minime da aumentare giorno per giorno.
Comunque, qualsiasi via di somministrazione si sia scelta si consiglia di frazionare i dosaggi con intervalli regolari nell’arco della giornata. Per le indicazioni di carattere medico il dosaggio quotidiano è di 50 milligrammi che andranno aumentati, se ciò si renderà necessario, fino ad un massimo di 200 milligrammi nelle ventiquattro ore. Se, invece, parliamo di indicazioni di carattere psichiatrico, la dose quotidiana può andare da un minimo di 300 milligrammi grammi al giorno fino ad un massimo di 360 milligrammi al giorno. Se si intende trattare un paziente anziano, invece, la posologia, sempre assolutamente programmata da un medico, subirà, con tutta probabilità, una riduzione dei dosaggi, sempre in relazione con le condizioni cliniche del soggetto anziano.
In caso di sovradosaggio, non esistendo un antidoto specifico, occorrerà nel modo più assoluto praticare una lavanda gastrica. Se il paziente dovesse accusare un grave stato ipertensivo, occorrerà stenderlo in posizione supina e gli si inclinerà il capo verso il basso. Gli si dovranno somministrare, facendo accurato esercizio di precauzione, farmaci di supporto, quale potrebbe essere, per esempio, la noradrenalina (NON l’adrenalina). Si dovrà praticare un trattamento sintomatico per la depressione del S.N.C., come se ci si fosse intossicati con dei barbiturici, ivi comprendendo il trattamento antibiotico per la prevenzione della broncopolmonite e la fisioterapia. Non somministrare stimolanti, i quali potrebbero generare delle convulsioni. Praticare l’emodialisi non servirebbe a nulla.
Promazina va conservata a temperatura ambiente, avendo cura di tenerla al riparo dall’umidità ed anche dalla luce.
In gravidanza ed in allattamento occorre tenere presente alcune importanti avvertenze: innanzitutto non somministrare mai promazina alle donne incinte nel primo mese di gestazione. Successivamente, a partire dal secondo trimestre il farmaco va utilizzato esclusivamente quando lo si ritenga assolutamente indispensabile e sempre e solamente sotto stretto controllo medico. Poiché promazina, come tutte le altre fenotiazine, passa nel latte materno, le donne che siano sottoposte a terapia con queste sostanze non devono allattare al seno. Il farmaco non va somministrato a coloro che devono porsi alla guida di automezzi o che devono utilizzare macchinari industriali o che, comunque, svolgano un lavoro pericoloso in quanto tutti i fenotiazinici, promazina inclusa, inducono sonnolenza e sedazione.
Sul sistema nervoso centrale: l’utilizzo di promazina e delle altre fenotiazine può indurre, soprattutto durante le prime settimane della cura, sonnolenza e sedazione, effetti che, generalmente, tendono a scomparire proseguendo la terapia o, in alternativa, riducendo appropriatamente il dosaggio. Altri effetti sul comportamento che si sono rilevati con frequenze varie sono insonnia, euforia, irrequietezza, ansia, depressione dell’umore, agitazione psicomotoria o anche l’aggravarsi della sintomatologia psicotica. Se dovesse comparire secchezza delle fauci, l’effetto sarebbe da ascrivere all’attività di tipo anticolinergico tipica delle fenotiazine, così come anche la midriasi, stipsi, turbe della visione, ritenzione di urine ed altri possibili effetti di una attività parasimpatica ridotta. Non sono da escludere convulsioni ed alterazione della temperatura del corpo. Questo ultimo fenomeno è, con tutta probabilità, da associare ad una eventuale intolleranza verso il principio attivo promazina cloridrato, e, in questi casi, si renderà necessario sospendere l’assunzione del medicinale. A causa di fenomeni depressivi del centro della tosse, potrebbero manifestarsi eventi ab Ingestis. Delle reazioni extrapiramidali non sono infrequenti durante una terapia fenotiazinica; più frequentemente si possono rilevare: discinesie persistenti tardive, sindromi parkinsoniane, acatisia e distonie. Tra le discinesie troviamo lo spasmo dei muscoli del collo e del tronco, fino all’opistotono ed al torcicollo, poi ancora crisi a carattere oculogiro, trisma, spasmi carpo podalici e protrusione della lingua.