Si tratta di un enzima che serve a scindere l’amido e gli zuccheri già a partire dalla bocca, attraverso il processo di idrolisi. Già a partire dalla bocca, l’enzima presente nella saliva inizia a scindere gli amidi e poi nel pancreas saranno prodotti gli zuccheri semplici che serviranno all’assorbimento. Durante la scissione dell’amido, viene ottenuto il maltotriosio, il maltosio e i destrani che saranno successivamente assorbiti grazie alla presenza degli zuccheri nell’intestino.
L’alfa amilasi dunque, è il catalizzatore dell’endoidrolisi per la scissione in polisaccaridi e oligosaccaridi. Si tratta di un processo dunque fondamentale per la digestione umana, che serve a tutto l’apparato gastro-intestinale. Quando vi è una disfunzione di questo enzima, questa viene rilevata nel sangue in misura eccessiva. Generalmente l’enzima aumenta in quantità quando vi sono problematiche e patologie al livello pancreatico e alle ghiandole salivari. In questo caso, l’eccessiva produzione viene assorbita dal sangue per poi essere eliminata attraverso i reni, nelle urine. Qui si possono effettuare dei test per capire se vi è una disfunzione di questi organi, e una sovrapproduzione dell’enzima o un occlusione delle ghiandole stesse.
Il test per misurare l’alfa amilasi serve al medico per individuare delle patologie ben precise, in caso il paziente abbia accusato determinati sintomi, che in genere si manifestano con dolori al livello dell’addome. Va tenuto conto che il riversamento dell’alfa amilasi nel sangue, avviene all’inizio del processo di digestione, ma nelle urine, il successivo riversamento per eseguire l’eliminazione, parte dopo un lasso di tempo che va dalle 6 alle 10 ore.
La rilevazione nelle urine dell’alfa amilasi deve quindi tenere conto di questo arco temporale. Attraverso il test di misurazione, si arriva a diagnosticare alcune patologie del pancreas, come la pancreatite acuta e cronica, e quindi individuarla in una contesto in cui si potevano supporre altri contesti patologici. Tramite il test inoltre, a seguito di traumi all’addome, si possono avere informazioni su quelli che possono essere gli eventuali danni derivanti. Anche la parotite, che però è a carico delle ghiandole salivari, può essere una delle patologie scoperte dal test.
Questo infatti fa una misurazione dell’enzima dell’alfa amilasi ma non ne può determinare la provenienza, e quindi non riesce a dire se la problematica che determina un aumento di questo enzima sia da localizzare nelle ghiandole o nel pancreas. Per comprendere se la problematica sia dipesa dal pancreas, viene prescritto anche il test della lipasi.
La misurazione di questo enzima fa riferimento a dei valori per comprendere se ci sia o no una disfunzione del pancreas. Si misura l’enzima come unità presenti in un litro di sangue. Quella totale deve essere da 1 a 225 unità per litro. Quella pancreatica deve avere valori contenuti tra le 17 e le 115 unità, mentre la salivare è compresa tra e 17 e le 135 unità per litro.
Nell’arco delle 24 ore, le alfa amilasi medie devono essere tra le 25 e le 1500 unità per litro. I medici comunque fanno riferimento a più laboratori di analisi in quanto vi sono delle discrepanze di metodo tra i vari laboratori.
L’alfa amilasi del pancreas rappresenta in genere il 40% di tutto l’enzima prodotto da corpo. Viene quindi misurata anche l’alfa amilasi nelle urine, per avere un confronto con quella rilevata nel sangue, ed avere dati più precisi.
L’esame è chiaramente previsto nel caso vi siano i sintomi di un problema al pancreas, che in genere si identificano con una perdita di peso, del meteorismo, una digestione anomala e dolori al livello dell’addome. L’enzima lavora assieme ad altro enzimi, la già citata lipasi e l’elastasi.
Quando il test per la misurazione dell’alfa amilasi riguarda le urine, allora prende il nome di amilasuria, mentre negli ultimi anni si è messo a punto un nuovo esame, l’elastasi fecale, che va a coadiuvare la diagnosi.