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Tempo di protrombina: cos’è?

Pubblicato da
Lorenzo

Il tempo di protrombina è il valore che indica quanto tempo il sangue ci impiega a coagularsi in particolari condizioni.  Il test, chiamato anche “ProTime INR” e “PT INR” serve per bilanciare la quantità del warfarin, della vitamina K e per comprendere la serietà di una epatopatia.

Tempo di protrombina

Il tempo di protrombina è fondamentalmente un test utile a capire alcuni valori per adeguarne degli altri, riguarda ovviamente il sangue e il suo tempismo ad “addensarsi” durante alcuni processi. Denominato anche “ProTime INR” e “PT INR”, dove il PT determina i fattori della coagulazione I, II, V, VII e X, tale esame viene eseguito in concomitanza con la rilevazione del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT), che calcola la via intrinseca della coagulazione.

La protrombina è una proteina sintetizzata che si trova nel fegato e nel sangue, anche se qui è inattiva e viene stimolata solo in caso di emorragie. La sua struttura risulta essere molto complicata essendo formata da 579 aminoacidi. La funzione della protrombina, nel tempo di protrombina, è legata alle fasi dell’emostasi, che si verificano di conseguenza alla rottura di un vaso sanguigno. Il rivestimento interno delle arterie e delle vene, viene danneggiato, questo sprigiona delle sostanze che innescano il processo di emostasi.

  • fase vascolare: i vasi sanguigni si attivano per ridurre prontamente l’afflusso di sangue e arginare l’emorragia, incentivano la guarigione della ferita che sanguinerà molto meno.
  • fase piastrinica: l’endotelio deteriorato rilascia alcune sostanze che fungono da attivatori delle piastrine, di cui il sangue è ricco, che vanno a creare il trombo bianco tutt’attorno alla ferita. Una volta che le piastrine vanno a coprire la superficie danneggiata si sgretolano, facendo fuoriuscire i granuli che si trovano al loro interno. Gli enzimi rilasciati contribuiscono a rendere il coagulo più denso.
  • fase coagulativa: si forma la fibrina, una sostanza che proviene dal fibrinogeno, una proteina inattiva del sangue. La funzione combinata del fibrinogeno con gli enzimi danno vita alla fibrina che realizza una rete molto resistente fondamentale per suppurare l’emorragia. L’enzima che attiva la proteina è la trombina, da cui deriva la protrombina.
  • fase fibrinolitica: una volta che la ferita è stata rimarginata, il corpo rilascia delle sostanze che provvedono a sciogliere il coagulo ripristinando la circolazione del sangue.

Valori normali

I valori normali di tempo di protrombina per chi non assume farmaci, perché come abbiamo visto il valore è molto sensibile nei soggetti che invece stanno affrontando delle terapie, sono compresi tra l’ 11 e i 13,5 secondi, con un INR compreso tra 0,8 e 1,1.

Per coloro invece che assumono anticoagulanti, si considera l’INR il cui indice sarà notevolmente più alto, quindi tra 2,0 e 3,0.

Vista la rilevante differenza tra i soggetti che assumono farmaci e quelli che non ne assumono, sarà cura del paziente informare il medico che legge gli esami del sangue, di eventuali cure che sta seguendo, indicando tutti i farmaci che si stanno prendendo.

Come abbiamo già evidenziato, il tempo di protrombina e tutte le azioni inerenti alla fase di coagulazione sono molto sensibili alle proteine legate alla vitamina K o comunque a tutti quei farmaci, integratori e sostanze che alterano i valori della stessa modificando di conseguenza i livelli delle analisi del sangue.

Valori alti

Nel caso si verifichi un alto valore di tempo di protrombina, è evidente che il sangue ci impiega più del necessario a coagularsi. Questo episodio contraddistingue quelle persone che sono sotto terapie anticoagulanti e quindi risulta un INR alto (tra 2,0 e 3,0), il loro liquido ematico si addenserà più lentamente. Esistono però, anche altre cause inerenti ad elevati valori: difetti della coagulazione, patologie che intaccano il normale funzionamento delle proteine responsabili della coagulazione, abuso di farmaci anticoagulanti, presenza di materie che contrastano la normale formazione del coagulo, bassi livelli di fattori di coagulazione, assenza totale di questi fattori, cambiamenti nelle attività del processo di coagulazione, abbassamento dei valori della vitamina K, malattie del fegato, emorragie frequenti ed estese.

Tutte queste problematiche portano a delle conseguenze che prevendono la formazione di ematomi, svenimenti, giramenti di testa, piccoli taglietti che portano ad infezioni, in occasione di prelievi si fatica a trovare la vena, forti emorragie, gengive che sanguinano, perdita istantanea della vista, anemia cronica ed epistassi il caratteristico sangue dal naso.

Valori bassi

Quando il sangue invece si coagula molto facilmente allora i valori del tempo di protrombina rilevati saranno bassi e le cause, anche qui sono diverse. L’assunzione di farmaci e alimenti che interagiscono con la vitamina K influenzano i livelli. Molti cibi, infatti, sono ricchi di questa sostanza, come i broccoli, la soia, il fegato, thè verde, i cavoli e i ceci. Le conseguenze possono manifestarsi con trombi e difetti nell’azione di coagulazione.

Lorenzo