In effetti, il termine generico di neurinoma acustico potrebbe trarre in inganno il profano, convincendolo che si tratti di un tumore localizzato nelle orecchio, nonostante coinvolga l’ottavo nervo cranico ma questo linguaggio è dovuto al fatto che il nervo vestibolococleare è quello responsabile della comunicazione della trasmissione dei segnali acustici al cervello.
Questo nervo, abbandonando la materia grigia, si divide in due parti per raggiungere le due orecchie, con due nomi e strutture diverse: il nervo vestibolare e il nervo cocleare. Questi due nervi hanno anche compiti di equilibrio dei movimenti del corpo, e delle posizioni statiche, oltre che di trasmissioni uditivi.
Come è noto, anche grazie alle orecchie l’uomo riesce a coordinare i propri movimenti, ed eventuali patologie al sistema uditivo potrebbero influenzare anche questo senso. Questi nervi sono dunque prettamente sensitivi, e per questo uno dei sintomi che riconoscono il neurinoma acustico è appunto, la perdita d’equilibrio.
Come detto, per l’importanza che ricopre il sistema uditivo in questo senso, la perdita d’equilibrio è uno dei sintomi che prelude al neurinoma acustico, ma non l’unico. La perdita dell’udito monolaterale accompagna sempre questo sintomo, insieme alla compressione del nervo uditivo. Chiaramente la dimensione del tumore può peggiorare questi sintomi e crearne altri. Si possono avvertire in seguito:
Per accertare la presenza del neurinoma acustico, la diagnosi prevede l’esecuzione della risonanza magnetica e della tomografia che riguardano l’encefalo e in particolare della struttura ossea. In questo modo vengono individuate delle eventuali anomalie dimensionali del canale uditivo, che rientrano nella diagnosi del neurinoma acustico, e che escludono anche la presenza di altre patologie come il meningioma. Le persone affette da neurofibromatosi hanno più probabilità di ammalarsi anche di neurinoma acustico, e l’incidenza sulla popolazione è di un ammalato su 100 mila.
Per curare il neurinoma acustico si utilizzano due diverse cure a seconda della gravità e avanzamento della malattia. Naturalmente più precoce è la diagnosi e la prevenzione, meno invasiva sarà la terapia da adottare.
La radiochirurgia stereotassica con Gamma Knife è una nuova terapia molto migliorata negli ultimi anni, che permette un basso impatto sul paziente ed un’esposizione radiante molto bassa. Grazie a questo sistema, i raggi gamma vengono concentrati localmente e in modo molto ristretto sulla sola parte interessata, grazie anche alla tomografia computerizzata che è estremamente precisa nell’individuare la zona colpita. Questa terapia viene preferita nei casi in cui il tumore no abbia raggiunto ancora i 3 centimetri e consente dosi di radioterapia minime. In questo caso specifico, con il neurinoma acustico inferiore ai 3 centimetri, il tronco encefalico non ha ancora subito compressioni e quindi i rischi di intervento sono limitati. Nel caso non ci sia stata ancora la perdita dell’udito, ci sono ottime possibilità che questo sia conservato, mentre il rischio di subire danni al nervo facciale si riduce al solo 3%. Questi successi fanno comprendere l’importanza della prevenzione per un intervento tempestivo sul neurinoma acustico.
Nei casi più complicati, si ricorre alla rimozione chirurgica mediante varie tecniche, comunque sia molto avanzate e di successo. Queste dipendono sia dalle dimensioni del tumore, che dalla sua posizione precisa. I diversi interventi possibili sono tre:
Anche i deficit di cui il paziente soffre sono valutati per stabilire quale intervento chirurgico sia il più adatto alla rimozione del neurinoma, che può essere extra o intra canalicolare.
Un aspetto negativo della prevenzione per questo tipo di tumore è quello della mancanza di una metodologia da adottare per evitare l’insorgere di questa patologia. Non si possono dunque consigliare particolari atteggiamenti, se non quello di un controllo immediato all’insorgenza dei primi sintomi.