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Appendicectomia, come e perché dell’intervento chirurgico di asportazione

Pubblicato da
Lorenzo

Quando ci si opera di appendicite, generalmente si provvede ad un intervento di rimozione dell’appendice, chiamata appunto appendicectomia, per risolvere problematiche di infiammazioni croniche o acute. Per comprendere al meglio tale pratica, bisogna innanzitutto capire cos’è l’appendicite e quali sono le conseguenze che richiedono l’intervento di appendicectomia.

L’appendicite è una patologia di origine infiammatoria che colpisce l’appendicite, ovvero “l’appendice vermiforme”, un prolungamento che ha origine nel tratto iniziale dell’intestino crasso. A causare l’appendicite è proprio l’ostruzione della stessa appendice, che a sua volta può essere causata da diversi fattori:

  • Fecaloma, ovvero ristagno di materiale non digerito
  • Ipertrofia dei follicoli linfatici appendicolari, che in questo caso tendono ad aumentare di volume ed anche di numero, in particolar modo quando sono interessati da infezione locale o sistematica.

Non esistono ancora purtroppo, terapie farmacologiche in grado di curare in maniera definitiva l’appendicite, ed è per questo, che una volta individuata la patologia, il solo trattamento risolutivo è la rimozione chirurgica mediante appendicectomia. A questo ci si riferisce “volgarmente” quando si dice “mi sono operato di appendicite”. Può capitare specialmente in casi di appendicite cronica, che il medico, prima di intervenire chirurgicamente, voglia provare a risolvere la patologia mediante un trattamento di tipo conservativo. Il trattamento tempestivo dell’appendicite è comunque fondamentale, perché questa potrebbe degenerare nell’arco di poco tempo, causando anche la rottura dell’appendicite e a sua volta dando origine a peritonite, oppure ascessi.

Appendicectomia: l’intervento chirurgico

L’appendicectomia può essere eseguita in due modi, per via laparatomica oppure per via laparoscopica. La via laparatomica, è definita la via classica, che viene eseguita tramite intervento chirurgico, ovvero praticando nel malato un taglio di circa 10 centimetri in prossimità dell’appendicite, mentre l’appendicectomia per via laparoscopica si esegue praticando tre incisioni del diametro inferiore ad un centimetro. Tale incisione permette l’inserimento al loro interno di una videocamera che viene chiamata appunto laparoscopio e allo stesso tempo viene inserita tutta la strumentazione chirurgica necessaria per l’asportazione dell’appendice.

I risultati che si ottengono da queste due pratiche chirurgiche sono sovrapponibili, ma l’appendicectomia tramite laparoscopia permette al paziente di guarire più velocemente, oltre a lasciare sul corpo cicatrici molto meno evidenti, questo perché tale sistema è meno invasivo esteticamente ed è una pratica che si predilige rispetto alla laparotomica, salvo complicazioni della patologia come ascessi o infezioni molto estese. In entrambi le pratiche chirurgiche, il paziente viene sottoposto ad anestesia generale e, prima dell’intervento, il medico sottoporrà il malato ad una cura preventiva a base di antibiotici ed ad un digiuno di almeno sei ore.

Alimentazione e convalescenza

Una volta eseguito l’intervento di appendicectomia, il paziente viene dimesso dall’ospedale entro qualche giorno, salvo complicazioni mediche, e la guarigione tendenzialmente è molto rapida ed il malato può iniziare a mangiare a partire dal giorno seguente dall’intervento. L’alimentazione deve essere comunque molto leggera e non bisogna mai esagerare con le porzioni, ma aumentare lentamente le quantità durante i giorni seguenti.

Il paziente deve evitare determinati cibi quali: insaccati, carne rossa, formaggi grassi, cibi dolci, crostacei, alimenti ricchi di spezie, fritture ed alcolici e preferire il consumo di cereali, ortaggi, legumi e carne bianca cotta al vapore oppure alla griglia. Anche il pesce può essere consumato, purché si prediliga una qualità priva di grassi da cuocere sempre alla griglia o al vapore, ma comunque sarà sempre il medico chirurgo che consiglierà al paziente la giusta alimentazione da seguire specialmente nei giorni seguenti all’intervento.

Complicazioni

Negli ospedali o cliniche, l’intervento di appendicectomia è all’ordine del giorno, e con il passare degli anni, le tecniche della chirurgia si sono affinate e tale pratica è stata collauda ormai da diverso tempo. Anche se nell’ambito medico pratiche come queste sono semplici interventi chirurgici, non possiamo escludere complicazioni non previste, come ad esempio le emorragie, oppure infezioni o danni ad altri organi.

Molte complicazioni possono essere causate anche dalla presenza di patologie importanti che interessano il paziente, ma oltre a questo, ci possono essere dei rischi potenziali connessi alla somministrazione dell’anestesia, che come abbiamo accennato, nell’asportazione dell’appendicite è generale.

Se il soggetto manifesta ipersensibilità ad alcuni componenti dell’anestetico, questo significa che il paziente è allergico e tale problematica potrebbe interagire con il normale percorso dell’intervento chirurgico. Prima dell’intervento, il paziente deve riferire al medico eventuali reazioni allergiche che ha avuto in passato, sia causate da cure farmacologiche, che da alimenti, in maniera tale da poter prendere tutte le precauzioni del caso.

Lorenzo