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Cardirene: preveniamo la trombosi coronarica!

Pubblicato da
Lorenzo

Cardirene è un farmaco antitrombotico, a base di lisina acetilsalicilato, indicato per la prevenzione di eventi a carattere trombotico, soprattutto dopo un infarto cardiaco, per i pazienti sofferenti di angina pectoris di tipo instabile cronico ed anche per i pazienti che abbiano più fattori di rischio, quali pressione arteriosa alta, obesità, ipercolesterolemia, familiarità per cardiopatie ischemiche e diabete mellito. Indicato altresì per la profilassi di patologie ischemiche occlusive in pazienti con TIA (attacco ischemico transitorio) e dopo un ictus cerebrale.

Ancora lo si prescrive per la prevenzione della riocclusione del by-pass aorto-coronarico e nella PTCA (angioplastica coronarica percutanea transluminale), per prevenire eventi trombotici quando si sia in circolazione extracorporea nella sindrome di Kawasaki e per i pazienti in emodialisi.

Cardirene ha controindicazioni?

Si, certo, come quasi tutti i medicinali. Cardirene, ad esempio, è controindicato nella popolazione infantile e, comunque, negli individui che non abbiano ancora compiuto il sedicesimo anno d’età. E’ contronidicato se si abbia una ulcera gastroduodenale in fase evolutiva, se ci siano precedenti di ipersensibilità nei confronti dei salicilici (reazioni anafilattiche, broncospasmi), se si abbiano malattie a carattere emorragico, tanto acquisite che costituzionali. Se ne sconsiglia l’associazione con gli anticoagulanti per os (anche a dosaggi limitati), con la ticlopidina, con l’eparina, e con altri FANS.

La posologia di cardirene

Per gli adulti la dose consigliata è di una bustina al giorno. Le bustine vanno sciolte in un bicchiere d’acqua. La cura va cominciata con la confezione da 160 milligrammi o da 300 milligrammi, a seconda della prescrizione del medico, immediatamente dopo che sono comparsi i primi sintomi, e deve essere proseguita per almeno cinque settimane. Si può poi proseguire la cura con la confezione da 75 milligrammi o anche quella da 100 milligrammi. Sia dopo aver subito un infarto cardiaco che in caso di angina pectoris instabile la cura andrà iniziata NON APPENA POSSIBILE, tanto in caso di primo evento che nelle recidive. Il farmaco va utilizzato sempre dietro prescrizione medica.

Quali le avvertenze del cardirene?

Il farmaco va impiegato sempre con le dovute precauzioni: se esistono precedenti di ulcere gastriche o duodenali o di episodi emorragici, se si soffre di insufficienza renale, nei casi di eventi asmatici, se sono applicati dispositivi intrauterini. In caso si utilizzano contemporaneamente farmaci contro il diabete, contro l’acidità di stomaco, glucocorticoidi e diuretici.

Se ne sconsiglia l’utilizzo ai sofferenti di gotta, se si hanno menorragie e/o metrorragie perché potrebbero aumentare con l’assunzione di salicilati sia la durata che l’entità dei flussi mestruali. Cardirene non va utilizzato se non si sia compiuto il sedicesimo anno di età. Se si ha più di settanta anni e tanto più se si è sotto cura con altri farmaci prima di assumerlo occorre necessariamente consultare il proprio medico.

Cardirene è soggetto ad interazioni di tipo farmacologico?

Diciamo che sono altamente sconsigliate alcune associazioni con altri farmaci, e, nello specifico: ticlopidina, trombolitici, pentossifillina ed eparina in quanto ai aumenterebbero le possibilità di andare incontro ad emorragie, poi con altri FANS, ancora con gli uricosurici (associarli significherebbe diminuire l’azione di questi ultimi), ancora con farmaci ad azione anticoagulante per os con dosi piccole di ASA.

Associazioni assolutamente controindicate sono invece quelle con etotrexato, soprattutto se ad alti dosaggi a causa dell’incremento di tossicità. Poi esistono delle associazioni che invece richiedono solo una particolare cautela, ad esempio quelle con i farmaci contro il diabete (particolarmente con sulfoniluree) e con l’insulina, a causa del notevole incremento degli effetti ipoglicemizzanti, poi con i farmaci contro l’acidità di stomaco, i quali sono da assumere non prima di due ore dal salicilato. Ancora con i diuretici perché a dosaggi elevati il Cardirene richiede poi di idratare per bene il paziente e sorvegliarne le funzioni renali già dall’inizio del trattamento per scongiurare delle possibili insufficienze renali acute nei pazienti disidratati. Ancora, e terminiamo, con i glucocorticoidi per effetto della diminuzione della salicilemia quando si è anche sotto trattamento con questi medicinali e quindi per il rischio di sovradosaggi salicilici dopo sospensione.

Cardirene ha effetti collaterali?

Tra i possibili effetti collaterali del Cardirene dobbiamo annoverare l’ulcera gastrica, delle emorragie digestive in forma palese o anche in forma occulta, che si renderebbero responsabili di anemie ferroprive. Ancora qualche sindrome di tipo emorragico, come una epistassi o la porpora, o, ancora una gengivorragia, con prolungamenti dei tempi di sanguinamento.

Questo effetto può persistere anche per quattro / otto giorni successivamente alla sospensione dell’ASA è può ingenerare rischi emorragici in casi di intervento chirurgico. Eventi di sensibilizzazione quali crisi di tipo anafilattico, asma, orticaria ed edema. Dolori all’addome. Cardirene potrebbe anche prolungare i tempi del travaglio e causare un ritardo del parto.

Cosa fare se si è in stato interessante o in fase di allattamento?

Per quanto attiene alla gestazione tutti gli studi a carattere epidemiologico effettuati sul genere umano non hanno individuato effetti teratogeni dal salicilato dopo somministrazioni a carattere saltuario nel primo trimestre di gestazione. Si hanno meno dati per quanto attiene ai trattamenti a carattere cronico. In ogni caso l’utilizzo in gravidanza nell’ultimo trimestre e/o per periodi lunghi si possono effettuare SOLO dietro prescrizione medica in quanto i salicilati possono provocare eventi di emorragia tanto nella madre quanto nel feto, poi ancora ritardi del parto e, nel bambino, una chiusura anticipata del foro di Botallo. Nell’ultimo trimestre e soprattutto nelle ultimissime settimane di gestazione sarebbe comunque più sicuro sospendere ogni trattamento con Cardirene.

Cardirene in breve

Ricapitolando le caratteristiche di Cardirene, possiamo dire che è un farmaco contenente il principio attivo lisina acetilsalicilato, classificato dal ministero della Salute come antitrombotico, esentato dal ticket per le patologie croniche, acquistabile solo con la prescrizione medica, venduto in bustine di polvere che non contiene glutine, prodotto da Sanofi – Aventis SpA, rimborsabile in classe A, di classe farmacologica “Farmaco etico” e che rimane valido per trentasei mesi.

Lorenzo