Nella maggior parte dei casi il rigurgito nel neonato è un evento molto comune che svanisce con il passare dei mesi, se invece il rigurgito è accompagnato da altri eventi come tosse, pianto ed altri insoliti eventi è bene indagare per cercarne la causa.
Il rigurgito coinvolge i neonati durante il periodo dell’allattamento, sia al seno che al biberon.
Per rigurgito si intende la fuoriuscita di latte e saliva, ma anche cibo dal cavo orale del neonato, può accadere sia durante la poppata che nelle ore successive in particolare durante la digestione. Di solito i primi casi di rigurgito si hanno prestissimo e si protraggono fino ai 12 mesi sino ad un massino di 18 mesi di vita del bambino.
Le tipologie sono essenzialmente tre, reflusso fisiologico,sintomatico e cronico. Quello fisiologico è comune e non è pericoloso per la salute del neonato. Il rigurgito sintomatico si presenta anche se il bimbo aumenta il suo peso normalmente, quello cronico infine presenta una crescita ralentata e bisogna immediatamente contattare il pediatra di fiducia.
Quando gli episodi di rigurgito sono troppi o quando continuano anche dopo il periodo che viene considerato fisiologico bisogna subito intervenire, questo perché bisogna evitare il blocco della crescita nel bambino, la soluzione spesso è quella di aggiungere degli addensanti nel latte quando questo non è quello materno, negli altri casi l’intervento dello specialista è essenziale per scongiurare problemi più gravi e potenzialmente pericolosi per la salute del neonato.
Le cause durante il primo anno di vita sono dovute ad un apparato digerente ancora immaturo, non ancora sviluppato perché la valvola del cardias non è ancora perfettamente funzionante, questa ha infatti il compito di trattenere il cibo ed evitare la sua risalita nell’esofago.
La mancata contrazione del cardias ed il contemporaneo non appiattimento dell’esofago comporta la risalita del cibo e la conseguente fuoriuscita dalla bocca. L’altro caso è comune nei piccoli particolarmente voraci, in quanto l’assunzione di molto cibo troppo velocemente porta lo stomaco a non riuscire a gestirlo, questo accade spesso dall’ alimentazione dal seno materno.
I metodi per controllare il reflusso e quindi il rigurgito nei neonati sono spesso antichi e conosciuti da secoli; dopo la poppata è bene non adagiare il bambino nella culla ma tenerlo in braccio in posizione verticale per una decina di minuti, questo semplice trucco evita che il ruttino possa essere evitato e comunque senza la risalita del latte dallo stomaco, quando verrà adagiato sul suo lettino è sempre consigliabile posizionarlo a pancia in su e con un cuscino al di sotto del materasso per tenere il tronco più in alto delle gambe. Un altro accorgimento è quello di far fare al neonato sempre delle piccole pause durante la poppata, in modo da non permettere l’assunzione di troppo latte in una sola volta.
Tutti questi consigli sono molto importanti quando il bambino dorme, il rigurgito durante il sonno è infatti la causa principale dei neonati morti in culla, un evento rarissimo che può essere come potete vedere facilmente evitato
Non esistono alimenti da evitare per controllare i rigurgiti dovuti al reflusso, l’inizio di una alimentazione di cibi solidi fa scomparire il problema, i cibi solidi infatti hanno il vantaggio di assorbile i succhi gastrici che in caso di rigurgito sono irritanti.
Definito anche RGE, il reflusso gastroesofageo è il passaggio del contenuto gastrico nell’esofago, quando è asintomatico si parla di reflusso senza rigurgito. Frequenti sono i laringospasmi ( crisi di apnee), che esulano il normale episodio fisiologico di cui abbiamo parlato precedentemente. Questo fenomeno è comune e frequente nelle prime settimane di vita del neonato e scompare di solito dopo il terzo mese di vita; anche in questo caso la mancanza di aumento di peso deve essere un campanello d’allarme. Vi sono anche altri sintomi del reflusso gastroesofageo come difficoltà nella deglutizione ( disfagia), il bruciore retrosternale (pirosi), tosse, raucedine o in certi casi una vera e propria asma; il rifiuto da parte del bambino di alimentarsi può essere dovuto ad odinofagia che è causata da una deglutizione dolorosa del cibo.
Il reflusso è ovviamente diverso dal vomito in quanto i conati sono del tutto assenti, il rigurgito infatti è del tutto spontaneo ed il quantitativo di latte è minimo. L’irritazione dell’esofago nel bambino piccolo comporta una dolorosa irritazione accompagnata sempre dal pianto.