Tra le principali caratteristiche della proteina c’è quella di essere dipendente dalla vitamina K ed è fondamentale soprattutto per la salute delle cellule fotorecettoriali. Questa proteina viene definita plasmatica e tra le sue funzioni troviamo quella di poter prendere parte al processo di emocoagulazione. Nel momento in cui la proteina S manca del tutto, il sangue ha la tendenza a coagularsi e spesso può incappare il pericolo della trombosi. Con le donne in gravidanza, però, la proteina S bassa rappresenta un valore quasi normale.
Ad ogni modo, per quanto concerne le donne i valori da prendere come riferimento sono compresi tra il 53 e il 109 percento, mentre per gli uomini sono compresi tra il 64 e il 129%. Ovviamente non bisogna preoccuparsi subito in modo esagerato nel momento in cui si notano tali valori sballati, dal momento che ci potrebbe anche essere una spiegazione plausibile e non riconducibile ad alcuna patologia.
Quando il valore della proteina S è più basso rispetto a quello di riferimento, la cosa migliore da fare è quella di consultare subito il proprio medico. Queste situazioni, nella maggior parte dei casi, sono legate ad una gravidanza oppure all’impiego di contraccettivi per via orale. Un valore basso della proteina S può anche essere collegato a delle infezioni particolarmente gravi, così come HIV e CID. Ovviamente, tra le cause di questa situazione possono rientrare anche altri aspetti, come ad esempio l’insufficienza epatica e l’assunzione di una terapia coagulante.
Tante volte la proteina S bassa si riferisce comunque ad una predisposizione genetica. Questo disturbo spesso viene ereditato dai genitori, che hanno i valori della proteina S libera che portano il sangue a coagularsi più di frequente.
Nel caso in cui i genitori non abbiano mai fatto un esame del genere, allora saranno loro per primi che dovranno sottoporsi alle analisi. In questo modo si potrà avere un quadro di riferimento migliore a livello clinico e capire se ci sono delle motivazioni genetiche dietro i valori bassi della proteina S.
Il rischio connesso alla proteina S coagulativa è quello che si possa formare con grande frequenza dei coaguli di sangue e, di riflesso, il paziente deve fare i conti con una probabilità maggiore di affrontare delle trombosi.
Le donne in gravidanza dovrebbero sempre prestare attenzioni alle analisi circa la proteina S libera. Infatti, in questo periodo è normale che tale valore sia al di sotto rispetto a quelli di riferimento, anche se è sempre meglio fare degli esami un po’ più specifici per avere un quadro della situazione più preciso e completo. Spetterà poi al medico valutare con cura tutte le diverse analisi con quelle precedenti alla gravidanza, in modo tale da capire se prima la paziente aveva dei valori stabili. Nel caso in cui quest’ultima ipotesi fosse vera, allora la proteina S bassa deriva proprio dalla gravidanza. In caso contrario, sarà meglio seguire un trattamento specifico che la possa far tornare a dei livelli normali.
Nel momento in cui i valori della proteina S vanno oltre quelli di riferimento non ci dovrebbero essere dei problemi, anche se comunque sarà il medico stesso a darvi tutte le indicazioni e i chiarimenti del caso.
In natura ci sono tantissime soluzioni per fluidificare il sangue, che possono tornare decisamente utili nel momento in cui un soggetto soffre di proteina S bassa. In modo particolare quando tali soggetti hanno una predisposizione genetica e c’è un potenziale pericolo di trombosi. Un ottimo rimedio naturale è rappresentato dallo zenzero. In base a diverse ricerche, è stato dimostrato come un consumo costante di zenzero (come minimo cinque grammi al giorno) può garantire un’azione efficace per la prevenzione delle trombosi, al tempo stesso senza avere gli effetti collaterali tipici dei farmaci.
Non amate mangiare lo zenzero? Non importa, dal momento che ci sono anche gli estratti naturali bio di questa spezia, che si possono assumere sotto forma di gocce. La centella asiatica è un altro rimedio naturale spesso consigliato in questi casi, dal momento che è adeguata al trattamento di disturbi della circolazione legati al sistema venoso ed è in grado di garantire una migliore microcircolazione del sangue.