Lombocruralgia, un’infiammazione dolorosa

La lombocruralgia si caratterizza per essere una patologia che insorge dapprima con un dolore che ha sede lungo la colonna vertebrale e poi si sviluppa lungo l’intero nervo curale. Questo dolore, che di solito viene localizzato nella parte inguinale, ma anche nell’anca piuttosto che nella zona dell’interno coscia fino ad arrivare al ginocchio è provocato dalla compressione oppure da uno stato di irritazione legato al nervo crurale. Quest’ultimo, infatti, non è più in grado di portare i segnali dai dischi che si trovano nel midollo osseo fino alla periferia, percorso inverso compreso. Di conseguenza, il cervello considera questo stato di irritazione nervosa come un vero e proprio dolore.

Il nervo crurale si origina dal midollo spinale nelle radici L2, L3, ed L4 che a sua volta tra la radice nervosa L4 ed L5 si suddivide in quattro ramificazioni che sono:

  1. Tronco Muscolare, ovvero dove si innervano i muscoli che si trovano nel quadricipite femorale, in quello pettineo e sartorio
  2. Derivazione Cutanea, ovvero che si estende verso la coscia sulla parte anteriore, laterale e mediale
  3. Nervoso safeno, che percorre la coscia e tutta la gamba nella zona antero-mediale
  4. Rami articolari, che vanno ad innervarsi nell’articolazione coxofemorale

Quando si presenta forte dolore che interessa l’inguine, l’anca e la parte anteriore ma interna della coscia che tende ad andare verso il ginocchio, il nervo crurale sta subendo una compressione oppure una irritazione, che impedisce di svolgere la normale comunicazione dei segnali a partire dai dischi del midollo, verso le parti più periferiche, con la conseguenza che il nostro cervello che non riesce a metabolizzare questo mal funzionamento, interpretando l’irritazione nervosa in modo disfunzionale, facendoci provare dolore.

Questo fastidio assomiglia moltissimo alla lombosciatalgia, che si differenzia dalla Lombocruralgia per il nervo colpito, che in questo caso non è quello crurale ma quello sciatico, con il dolore non si propaga fino alle dita dei piedi. La Lombocruralgia è una malattia assai rara, soprattutto confrontata con la frequenza con cui si manifesta la lombosciatalgia.

La lombalgia è una delle tante patologie che assomigliano a queste appena citate sopra, ma interessa la colonna vertebrale, presentandosi con dolore localizzato nella zona lombo-sacrale.

Tale malattia colpisce tendenzialmente le persone adulte dai 35 anni fino ai 55 e le persone in sovrappeso, oppure quelle che non praticano attività fisica e svolgono nessuna attività, conducendo una vita molto sedentaria, chi assumere scorrette posture e tutti coloro che hanno effettuato un sforzo fisico piegando la schiena in avanti.

Sintomi

Sintomi
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I sintomi che si presentano in coloro che soffrono di lombocruralgia sono:

  • Forte dolore alla schiena, che si propaga anche verso i fianchi (destro o sinistro) fino ad arrivare al gluteo
  • Dolore all’inguine
  • Dolore alla coscia
  • Dolore al ginocchio
  • Parestesie ed ipoestesie
  • Rigidità muscolare
  • Difficoltà nei movimenti
  • Muscoli contratti
  • Perdita delle forze con ipotrofia del quadricipite femorale
  • Perdita dei riflessi rotulei

Il dolore che si manifesta attraverso questa patologia viene avvertito dal soggetto durante i suoi normali movimenti, in particolare quando avviene l’estensione muscolare che fa allungare il nervo.

Anche un semplice colpo di tosse, oppure uno starnuto, o lo sforzo che si fa per andare in bagno, possono causare forte fitti ed intensificare il dolore.
Se si manifesta la fase acuta, con dolori lancinanti, il paziente potrebbe necessitare di un periodo di totale riposo ed essere bloccato al letto, con le ginocchia piegate e la posizione dell’anca flessa, in maniera tale da non mettere in tensione il nervo crurale.

Quando la causa principale della lombocruralgia è una semplice infiammazione, i sintomi ed il dolore passeranno entro pochissimi giorni, ed una volta alleviata, il paziente ritornerà alla sua normale vita, ma se a causa il dolore è il nucleo polposo, è possibile che la sensazione di dolore si propaghi nel corso tempo, oppure che rimanga stazionaria. In questo caso, il paziente deve immediatamente rivolgersi dal proprio medico.

Diagnosi

Diagnosi
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L’ortopedico, una volta controllato il paziente accuratamente, compresa la sua postura e gli atteggiamenti scorretti nel camminare, prescriverà un test che prende il nome di Test di Wasserman.
Per effettuare tale test, il paziente deve sdraiarsi a pancia in giù, sollevare dal lettino il ginocchio dove sente dolore e fletterlo, in maniera tale da stirare il nervo crurale. Se questo movimento provoca diversi sintomi, il test è risultato positivo alla lombocruralgia.

Le differenti cause possono essere:

  • Discite infettiva
  • Fratture vertebrali
  • Neoplasie, meningiomi, andometriosi, o metastasi alle ossa
  • Disturbi muscolari o scheletrici, come artrosi all’anca e pubalgia
  • Ernia enguinale
  • Herpes Zoster
  • Aneurisma dell’arteria femorale

Oltre all’ortopedico, lo specialista adatto alla diagnosi della lombocruralgia, è il neurologo oppure il neurochirurgo, quando si tratta di casi dove bisogna intervenire chirurgicamente.

Gli altri esami alla quale dovrà sottoporsi il paziente sono: la Risonanza magnetica, ed anche la Tac, che servono ad escludere altre problematiche.

Terapia farmacologica e rimedi

Questa patologia deve essere curata per forza di cose con delle cure specifiche, in maniera tale da risolvere i vari sintomi riportati dal paziente. Quando quest’ultimo sente solamente dolore, allora le strade possono essere molteplici. Si può consigliare l’assunzione di farmaci che vadano a combattere lo stato di infiammazione, in maniera tale da lenire il dolore.

Nello specifico, gran parte delle terapie a base di farmaci fanno riferimento a farmaci non steroidei antinfiammatori, come ad esempio brufen o voltaren. In alternative si possono seguire delle sedute di fisioterapia, così come possono essere decisamente utili anche delle sedute di ginnastica posturale e yoga. Tra i vari accorgimenti da seguire c’è anche quello di evitare quei movimenti che vanno a provocare il dolore, così come è meglio non andare a correre. Nel momento in cui sono presenti dei sintomi estremamente gravi, come ad esempio delle parestesie o ipotrofia dei muscoli, allora l’intervento chirurgico è l’unica strada possibile, andando ad operare sulla colonna vertebrale, con la previsione poi di un percorso di riabilitazione specifico.

Esercizi

Ogni terapia deve essere eseguita sempre tenendo bene a mente quelli che sono i sintomi manifestati dal paziente. Nel caso in cui venga avvertito solamente dolore, allora la terapia conservativa è ottima. Essa può portare alla guarigione totale o, in ogni caso, migliorare notevolmente la situazione. Il metodo Mckenzie si caratterizza per essere un trattamento meccanico in cui bisogna svolgere degli esercizi in cui si va a spingere il disco invertebrale all’interno della sua zona anatomica. Ovviamente sono molti diffusi anche i trattamenti fisioterapici manuali o che vengono eseguiti ad un osteopata. La ginnastica posturale che ha una funzione riabilitativa è molto utile.

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