Per chi non lo sapesse, si tratta della “specie” di tachicardia che può insorgere con maggiore frequenza. Nella maggior parte dei casi non presenta particolari sintomi gravi o che possono mettere in allarme.
In tante occasioni la tachicardia sinusale si deve ricollegare a sforzi e attività fisiche particolarmente importanti, oppure un’emozione molto forte. Dopo questi ultimi eventi, il battito del cuore dovrebbe, nella maggior parte dei casi, fare ritorno al suo ritmo normale, senza che ci sia il bisogno di acquistare dei farmaci particolari e di seguire delle cure particolari. È interessante mettere in evidenza come le tachicardie sinusali possono insorgere piuttosto frequentemente anche quando il soggetto ha la febbre molto alta. Quindi, una volta che la febbre scende ad una temperatura normale, di solito scompaiono anche i sintomi relativi alla tachicardia sinusale. Interessante notare come anche l’ipertiroidismo e la feocromocitoma possono portare a questo tipo di tachicardia. Tale patologia può essere legata anche a situazioni non temporanee, come ad esempio, shock, ipotensione arteriosa, anemia, embolia polmonare, insufficienza cardiaca e ischemia miocardica.
La tachicardia sinusale, nel momento in cui compare nel paziente, si caratterizza per essere in grado di arrivare anche fino ai 180 battiti al minuto. I valori normali, che corrispondono a circa 100 battiti al minuto, vengono ampiamente raggiunti e superati. L’aumento marcato del ritmo dei battiti del cuore, ma anche un rallentamento importante che scende sotto tale soglia possono avvenire con diverse modalità. In ogni caso sia l’inizio che la fine dell’evento legato alla tachicardia avvengono in maniera del tutto graduale Per colpa di alcuni eventi o di alcuni situazioni comunque temporanee, la frequenza del battito del cuore viene incrementata dal corpo umano, facendo insorgere proprio quella che viene chiamata tachicardia. In pratica, l’organismo va ad aumentare il quantitativo di sangue ossigenato che trasporta verso i tessuti. La tachicardia sinusale si caratterizza per manifestarsi di frequente nei bambini, ma anche nei ragazzi adolescenti. Il motivo deriva, in questi casi, dall’esigenza di far fronte a situazioni di carattere temporaneo in cui i tessuti hanno bisogno di un quantitativo maggiore di ossigeno. Di conseguenza, anche il flusso del sangue deve essere maggiore e l’organismo, di tutta conseguenza, provoca la tachicardia.
I sintomi più comuni relativi alla tachicardia sinusale sono sicuramente i seguenti: si tratta del cardiopalmo, anche definito palpitazione. Non è altro che una normale conseguenza che è legata all’incremento della frequenza del battito del cuore. Ogni soggetto che soffre di questa patologia non può che avvertire anche il cardiopalmo. Tra gli altri sintomi troviamo tipicamente l’insorgere piuttosto frequentemente di stati ansiosi (sempre relativi alla presenza delle palpitazioni). Non dobbiamo dimenticare anche il fiato corto, così come un dolore frequento al petto, esattamente al di sotto dello sterno, che spesso risulta essere collegato anche ad altre cardiopatie. Ovviamente, l’insorgere dei sintomi può avvenire in diversi modi e può essere più o meno grave in base alle condizioni del paziente e alla situazione complessiva. In tanti casi, però, la tachicardia sinusale si manifesta con dei sintomi non troppo gravi.
Per poter riuscire ad arrivare ad una diagnosi completa e precisa della tachicardia sinusale, è importante effettuare una visita cardiologica generale. In questo modo, si potranno misurare con esattezza diversi parametri, come ad esempio il polso, svolgere un elettrocardiogramma e un elettrocardiogramma dinamico secondo Holter. In questo ultimo caso, si tratta semplicemente di un dispositivo che monitora il cuore per almeno un giorno, permettendo comunque al soggetto di svolgere tutte le attività normali della vita quotidiana.
Nella maggior parte dei casi, i trattamenti per contrastare la tachicardia sinusale si caratterizzano per avere come obiettivo quello di eliminare in modo definitivo le cause che l’hanno provocata. Così, spesso le terapie constano di farmaci antitachicacardici, soprattutto usando dei farmaci antiaritmici, in maniera tale da raggiungere una normalizzazione del ritmo del cuore. I farmaci beta-bloccanti riescono a far diminuire la frequenza del battito del cuore, così come d’altronde sono in grado di fare i farmaci calcio-antagonisti. Ad ogni modo, prima di assumere qualsiasi tipo di medicinale, è fondamentale parlare con il proprio medico, in maniera tale che sia lui a prescrivervi la cura migliore in relazione alle vostre caratteristiche e necessità.