Le nausee mattutine in gravidanza sono normalissime, uno dei tipici segnali dell’arrivo di un nuovo membro in famiglia. Non lo è quando diventano così forti da non riuscire a svolgere le normali attività quotidiane. Questa situazione viene chiamata iperemesi gravidica e comporta gravi conseguenze nella vita di una donna in dolce attesa.
Si tratta di una condizione in cui si vomita spesso, anche costantemente. Ciò può portare gravissimi problemi per la donna e il feto, come disidratazione e perdita di peso. A differenza delle nausee mattutine che spariscono entro la fine del primo trimestre, l’iperemesi gravidica dura molto di più.
Colpisce in genere tra la quarta e la sesta settimana di gravidanza con un picco tra la nona e la tredicesima. È una vera e propria malattia che migliora nel giro di venti settimane.
L’iperemesi gravidica non è una condizione così rara come si possa pensare. A volte viene scambiata per le tipiche nausee mattutine e solo con il passare del tempo ci si rende conto che non si ha a che fare con il tipico primo periodo della dolce attesa. Sono circa 60.000 i casi fino a oggi riportati dai recenti studi scientifici, ma si sospetta il numero delle donne affette dalla malattia possa essere maggiore.
Le cause sono tuttora sconosciute, ma gli esperti ipotizzano che la colpa sia da riversarsi sull’aumento dei livelli di ormoni durante la gravidanza. Inoltre, chi l’ha subita la prima volta ha una maggiore probabilità di svilupparla ancora.
L’iperemesi gravidica porta molti problemi per la donna e il bambino che porta in grembo. I segnali più comuni sono:
Senza un trattamento specifico adeguato esiste la concreta possibilità che il bambino nasca prematuro o con un peso minore del normale. In entrambi i casi i rischi per la sua salute sono molti.
La cura, come sempre, dipende dai sintomi e da come la malattia condiziona la salute generica. Il 5 per cento delle donne, per esempio, viene monitorata in ospedale in quanto l’iperemesi gravidica non permette loro di prendersi cura di sé e del bambino in modo autonomo.
Ma prima di procedere a un ricovero, ci sono alcuni rimedi che possono lenire i sintomi. Ecco quali sono: