Il tampone uretrale è un esame che può essere consigliato dal proprio medico per poter supportare la diagnosi di infezioni delle vie urinarie, andando alla precisa ricerca degli agenti patogeni che hanno scatenato lo stato infettivo. Una volta effettuato, il tampone uretrale viene analizzato in laboratorio per poter scoprire quale sia il batterio che è a monte dei problemi di salute originati e, di conseguenza, la terapia che è opportuno seguire per poter ritrovare il giusto benessere.
Per poter effettuare il tampone uretrale non vi sono complicatissime procedure di selezione. È tuttavia necessario seguire alcune indicazioni che il medico potrà certamente illustrarvi, e che serviranno a migliorare l’efficacia del risultato. In particolare, è necessario evitare qualsiasi rapporto sessuale nelle 24 ore che precedono l’esame, sospendendo nel frattempo qualsiasi cura antibiotica e antimicotica per almeno una settimana prima del test. Le donne dovranno inoltre evitare di applicare irrigazioni locali che a volte possono essere usate per poter contrastare la secchezza vaginale e altre terapie locali vaginali.
Nelle ore che precedono l’esame, sarà necessario curare l’igiene intima esterna con della semplice acqua e sapone neutro intimo, cercando di astenersi dall’urinare per almeno tre ore precedenti al tampone uretrale: in questo modo è più elevata l’attendibilità del risultato dell’esame, e non correrete il rischio di doverlo ripetere a causa di un risultato aleatorio.
Il tampone uretrale viene effettuato attraverso l’ausilio di un bastoncino molto simile ad un cotton fioc, inserito mediante il meato uretrale (cioè, il condotto mediante il quale passa l’urina) a differenti distanze a seconda del genere di appartenenza del paziente. All’interno del condotto il tampone verrà poi girato per qualche secondo, al fine di consentire al dispositivo di recuperare la quantità necessaria all’analisi di essudato e di cellule. Una volta che il tampone sarà intriso delle sostanze richieste, verrà inviato in laboratorio al fine di procedere all’identificazione degli agenti che sono alla base dei problemi del paziente e, pertanto, effettuare un antibiogramma che possa testare la sensibilità dei microrganismi rilevati ai farmaci predisposti alla loro eliminazione e consentire in tal modo l’individuazione della migliore terapia risolutiva. Come noto, infatti, per poter utilizzare l’antibiotico adatto è necessario cercare di individuare correttamente il batterio e, di conseguenza, valutare la sua resistenza (o meno) nei confronti dell’antibiotico.
Numerose sono le cause alla base delle infezioni uretrali. La più nota è comunque la neisseria gonorrhoeae, che è determinante della uretrite gonococcica. Per quanto concerne i sintomi, gli elementi mediante cui è di solito possibile riconoscere l’infezione e, di conseguenza, rendere utile il ricorso al tampone uretrale sono una minzione dolorosa o difficoltosa, la presenza di urine torbide di colore giallo-verdastro, delle urine maleodoranti con tracce di sangue o pus o ancora secrezioni dal pene o perdite vaginali.
Diverse sono, intuibilmente, le esperienze del tampone uretrale nelle donne e nell’uomo. Di solito le donne non avvertono dolori o fastidi, e il test è rapido e indolore, anche grazie alla scarsa profondità necessaria da raggiungere. Il bastoncino cotonato deve infatti essere fatto risalire per circa un centimetro all’interno del condotto urinario femminile, e viene richiesto per la verifica di cistiti, o di infiammazioni della vescica.
Negli uomini si avvertono generalmente diversi livelli di dolorosità e di fastidio, a seconda dell’esperienza personale dei pazienti. Di solito, l’esame è preceduto con un consulto con lo specialista che indicherà il modo con cui effettuare nel migliore dei modi (e nel meno fastidioso dei modi) il test: ad esempio, pare che la spremitura del pene possa migliora la sensibilità del test, in quanto favorisce la risalita di eventuale essudato lungo l’uretra. A volte potrebbe rendersi necessaria anche la stimolazione prostatica per via rettale. L’inserimento del bastoncino riguarderà circa due centimetri di distanza lungo il meato maschile al fine di raccogliere le cellule necessarie all’analisi.
In ogni caso, il costo di un tampone uretrale è di circa 30 – 50 euro nelle strutture abilitate. Per poterne sapere di più vi invitiamo naturalmente a consultare il vostro medico di fiducia, che vi rivelerà tutto ciò che dovete conoscere su tale test.
Il Papilloma Virus è una delle più diffuse infezioni genitali. Di solito, insorge con sintomi come lesioni della cute e delle mucose, denominate condilomi o verruche anogenitali. La trasmissione si verifica mediante i rapporti sessuali e l’unica protezione è legata all’uso del preservativo. L’infezione da HPV può causare uno stato di infertilità negli uomini. Molto più di rado può provocare tumori del pene, dell’orofaringe e dell’ano. Negli adolescenti la diagnosi di questa patologia passa necessariamente attraverso il tampone uretrale e balanoprepuziale. Sarà l’andrologo, con un’attenta e approfondita visita, a darne la conferma.
Il tampone uretrale si può considerare come il sistema più semplice per individuare la candida nell’uretra. È altrettanto vero che potrebbe provocare una lieve irritazione della mucosa uretrale. In alternativa si può optare per la coltura urinaria oppure per lo spermiogramma. Un risultato negativo non può, però, escludere del tutto la presenza della candida.
Dopo la raccolta del materiale, si invia tutto al laboratorio analisi. Qualora dovesse essere accertata la presenza di un batterio, allora viene eseguito anche l’antibiogramma. Si tratta di un esame che valuta la sensibilità del batterio rispetto agli antibiotici. In questo modo si può stabilire già l’antibiotico più efficace oggetto del trattamento da suggerire al paziente.
Il tampone uretrale viene suggerito quando è in atto un’infezione delle vie genito-urinarie. Oppure quando serve monitorare un trattamento iniziato in precedenza. Con il tampone vaginale, si può considerare uno tra gli esami di profilassi e di verifica che vengono consigliati alle donne incinta.
Spesso e volentieri nelle diagnosi di infezioni che colpiscono il basso tratto urinario vengono indicati esami come il tampone uretrale e il test di Stamey. Sia nel primo che nel secondo caso, sono esami da eseguire sempre al mattino. Il secondo è un’indagine che serve a capire la presenza di un’infezione legata all’uretra piuttosto che alla prostata. Il test di Stamey viene eseguito tramite prelievo delle prime urine del mattino e, in seguito al massaggio prostatico, anche delle secrezioni prostatiche. L’individuazione, nei campioni che sono stati prelevati, di agenti patogeni è fondamentale per poi stabilire un corretto trattamento antibiotico.
I tamponi con il materiale che è stato prelevato sono oggetto, in seguito, di trattamenti diversificati. Il primo tampone viene impiegato per l’individuazione della Clamidia, responsabile di solito di infezioni a livello genito-urinario. Il secondo tampone viene usato più spesso negli uomini per diagnosticare la gonorrea. La coltura e individuazione di agenti batterici che hanno colpito le vie urinarie è legata al terzo tampone. Invece, il quarto tampone viene sfruttato solo ed esclusivamente per l’individuazione e la ricerca del Mycoplasma. Infine, il quinto tampone, viene impiegato per l’individuazione “a fresco” della candida. Solo quando c’è un sospetto di infezione viene impiegata anche negli uomini. In quest’ultimo caso, però, la raccolta non avviene in sede uretrale, ma deve verificarsi nel glande oppure nella zona balano-prepuziale.