Il corpo luteo è uno stato evolutivo del follicolo dopo che, successivamente alla fase di ovulazione, inizia a collassare. Ma che cosa è, in maggior dettaglio? E quando si può parlare di corpo luteo emorragico? Che cosa vuol dire? E che provvedimenti è possibile assumere?
Il corpo luteo emorragico si viene a formare quando al momento dell’ovulazione la cavità follicolare viene occupata da un coagulo di sangue, invaso dalle cellule della granulosa e dalle cellule tecali, che iniziano il processo di luteinizzazione. In tale stato il corpo luteo, ancora immaturo, diventa – appunto – emorragico. Se non vi è una quantità eccessiva di sangue, si procede all’evoluzione nel corpo luteo maturo senza emorragie, mentre se nel corpo luteo vi è un’eccessiva quantità di sangue, si forma un ematoma del corpo luteo, con l’ovaio che inizierà a ingrossarsi, generando alcuni sintomi “tangibili”. L’emorragia tuttavia non si manifesta come simbolo fino a quando il corpo luteo, rompendosi, lascia fluire il sangue contenuto al suo interno.
Tra i principali sintomi del corpo luteo emorragico vi è una anemia transitoria, considerata la riduzione dell’emoglobina quale una delle manifestazioni principali del corpo luteo emorragico. Ancora prima di tale elemento, si manifestano tuttavia altri sintomi molto tipici come un dolore pelvico avvertito dalla donna in misura intensa, con tensione e contrazione dei muscoli addominali.
Arrivare a una puntuale diagnosi del corpo luteo emorragico non è mai facile, considerando che i suoi principali sintomi sono accomunati a quelle di altre patologie. Per esempio, si può ricordare come sia nella sindrome del corpo luteo emorragico sia nell’endometriosi vi sia la presenza di formazioni di tipo cistico, ricche di sangue, che generano dolore anche molto acuto. Tuttavia, diversa è la sorgente: nell’endometriosi, infatti, la cisti si forma per un reflusso di sangue mestruale congiunto a coaguli di fibrina, e dunque anche se la rottura di una cisti endometriosica può determinare la perdita di sangue a livello addominale, non va mai confusa con la sindrome del corpo luteo emorragico.
Un’altra patologia con la quale la sindrome del corpo luteo emorragico può essere facilmente confusa è l’appendicite acuta, o ancora la rottura di una gravidanza ectopica, ovvero la rottura della gravidanza che avviene quando l’impianto dell’ovocita fecondato avviene al di fuori della cavità endometriale.
Alla luce di quanto sopra, dovrebbe essere chiaro che per poter effettuare una diagnosi precisa di una sindrome da corpo luteo emorragico, sarà necessario procedere con l’approfondimento mediante una serie di analisi come l’ecografia transvaginale, che permette di analizzare l’apparago genitale interno femminile, con la sola differenza che diversamente a quanto avviene con l’approccio – simile – transaddominale, l’ecografia pelvica vaginale può garantire una risoluzione superiore nello studio dell’utero, delle tube, delle ovaie e permette quindi di poter diagnosticare con ancora maggiore precisione i diversi quadri clinici potenzialmente legati a malattie.
L’esame ecografico transvaginale potrà essere effettuato con la vesciva vuota e, nell’ipotesi di sindrome da corpo luteo emorragico, dovrebbe evidenziare chiaramente la presenza di una formazione ovarica con margini irregolari, a cui potrà essere possibile associare la presenza di sangue nella cavità addominale, determinata proprio dalla rottura dell’ematoma da corpo luteo.
Una volta che gli esami avranno escluso le altre possibili malattie che possono essere confuse con la sindrome del corpo luteo emorragico, sarà possibile procedere all’individuazione della migliore terapia risolutiva del problema. In molti casi, sarà sufficiente limitarsi con la sottoposizione ad una terapia di natura farmacologica, che poggia il suo intervento sulla fruizione di antiemorragici e di antinfiammatori.
Nelle ipotesi più gravi, invece, si renderà necessario procedere con un intervento chirurgico, generalmente in laparoscopia, senza pertanto dover ricorrere a un’ampia incisione chirurgica, ma limitandosi ad alcune incisioni molto piccole (meno di 1 centimetro). Considerata la sua minore invasività, è la laparoscopia la tecnica oramai preferita.
Per poterne sapere di più, vi consigliamo ovviamente di contattare il vostro medico di riferimento, soprattutto se riscontrate alcuni dei sintomi che potrebbero essere tipicamente associati alla sindrome del corpo luteo emorragico. Una tempestiva diagnosi vi permetterà di arrivare congruamente alla definizione della migliore terapia finalizzata a garantire un nuovo benessere.