L’argento proteinato è un diffuso decongestionante nasale (e non solo) che viene generalmente fruito anche come sostanza antisettica auricolare, per uso topico. Ma quali sono le sue caratteristiche? Come agisce? E cosa dobbiamo sapere prima di poterlo utilizzare?
L’argento proteinato, o argento vitellinato, è un principio attivo utilizzato da tempo in ambito clinico come sostanza antisettica e decongestionante della mucosa nasale. Grazie alle sue molecole, l’argento proteinato può infatti inibire la replicazione batterica, esercitando un effetto pro-ossidante che può modificare le ordinarie capacità metaboliche del microrganismo, inducendo il blocco dei processi di replicazione e la morte degli stessi. Non è invece esattamente noto in che modo l’argento proteinato possa svolgere le sue funzioni di “decongestionante”, anche se alcune ricerche mediche stanno ipotizzando la determinazione di una precipitazione delle proteine dell’essudato sierico, con le previste conseguente nei confronti dello stato idrico e nei confronti di un’attesa riduzione dell’edema associato.
L’argento proteinato può essere facilmente trovato in commercio sotto forma di gocce auricolari o di gocce per instillazione nasale. Il suo livello di concentrazione è generalmente compreso tra lo 0,5 per cento e il 2 per cento. Sebbene per il suo utilizzo convenga naturalmente consultare il proprio medico di riferimento, è possibile affermare come di norma si consigli l’instillazione di 1 o 2 gocce direttamente nel condotto auricolare più volte al giorno, e 1-3 gocce per narice più volte al giorno.
Anche se si tratta di una sostanza generalmente ben tollerata dal nostro organismo, è anche bene ricordare come occorra sempre cercare di fruire di tale prodotto sotto la supervisione medica, considerato che un utilizzo eccessivo e prolungato dell’argento proteinato potrebbe determinare la comparsa di reazioni da ipersensibilità al principio attivo tale da richiedere la sospensione della terapia in atto. Per quanto ovvio, sarebbe infine opportuno cercare di conservare il prodotto al di fuori della portata dei bambini, a causa della pericolosità potenziale della sua ingestione.
Così come avviene per tutti i farmaci, anche l’utilizzo dell’argento proteinato in gravidanza e in allattamento dovrebbe essere evitato, e comunque limitato ai casi di reale necessità, dopo aver valutato con il proprio medico di benefici e i rischi derivanti dalla sua assunzione.
Per il momento, non sono conosciute delle interazioni farmacologiche degne di nota clinica, sebbene occorra pur sempre ricordare che l’utilizzo del prodotto è controindicato nei pazienti ipersensibili al principio attivo o a farmaci strutturalmente correlati.
Ricordiamo ancora una volta, come già anticipato, che l’utilizzo eccessivo di argento proteinato, soprattutto se protratto per lunghi periodi di tempo, potrebbe determinare l’insorgenza di sgradevoli reazioni avverse locali quali bruciore, rossore e dolore.
Detto ciò, per saperne di più vi invitiamo naturalmente a consultare il vostro medico di fiducia, valutando con lui quali potrebbero essere le migliori indicazioni terapeutiche per l’argento proteinato, e se vi siano delle alternative più efficaci per le vostre condizioni cliniche, tali da farle preferire al protagonista del nostro approfondimento.