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Data presunta parto: come calcolarla

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Quando andate dal ginecologo per il primo controllo e per avere conferma dell’effettivo inizio della gravidanza, il dottore vi comunicherà una data presunta del parto. Cioè vi dice per quale giorno è prevista la nascita del vostro bambino.

Il calcolo della data viene effettuato partendo dal giorno del concepimento, il quale di solito non è noto in modo preciso, soprattutto se la donna ha rapporti sessuali stabili e costanti. Di solito è durante l’ovulazione che avviene il concepimento. Quindi, partendo dal primo giorno di mestruazioni dell’ultimo ciclo (attenzione a non confonderle con le perdite marroni!), si calcolano due settimane per individuare l’ovulazione. Di qui, altre 38 settimane (266 giorni) per trovare la data presunta parto.

E’ molto più probabile che la data indicata dal ginecologo sia quella giusta, quando il ciclo è regolare. Se avete un ciclo più breve dei classici 28 giorni, probabilmente partorirete con un po’ di anticipo. Se invece dura di più, forse avrete il vostro bambino un po’ in ritardo.

Nessuna certezza

La verità è che non potete essere certe di partorire il giorno esatto che vi è stato indicato. Guardando le statistiche, solo il 5% delle donne partorisce il giorno indicato. In media quindi, la gravidanza giunge al termine tra la 37esima e la 41esima settimana di gestazione.

E’ importante comunque conoscere questa data indicativa perché aiuta a tenere meglio il calcolo. Viene considerato nella norma un parto anticipato o ritardato di 15 giorni rispetto a questo punto di riferimento.

Parto anticipato

Quando il bambino nasce prima rispetto alla data presunta del parto, si parla di nascita prematura o pretermine. Il travaglio ha inizio tra la 25esima e la 37esima in questo caso. Tra la 37esima e la 40esima la nascita è considerata appunto regolare.

Secondo una statistica, circa il 10% dei bambini nasce prematuro. Le cause sono diverse. Gli esperti dicono che la principale motivazione è la presenza di eventuali malattie infettive nella mamma (come la vaginosi) oppure delle infiammazioni generali.

Il corpo in questo caso rilascia le interleuchine, sostanze del sistema immunitario che difendono il corpo dalla malattia. Tali sostanze portano all’aumento delle prostaglandine, le quali invece favoriscono le contrazioni uterine. Ecco che può verificarsi il travaglio prematuro.

Tra le altre cause c’è l’età della mamma. I parti prematuri sono più comuni tra le donne che hanno superato i quarant’anni e quelle che non hanno ancora raggiunto i vent’anni. Può esservi un problema alla placenta, oppure può trattarsi d’ipertensione gestazionale o anemia.

In caso di parto anticipato, ci sono alcuni segnali da tenere in considerazione. Non è detto che si presentino tutti ma, vanno presi in seria considerazione e non vanno trascurati.

  • Dolori addominali: dono le contrazioni che indicano alla mamma che il bambino deve essere espulso. Sono spasmi simili a quelli delle mestruazioni ma più forti. Il dolore parte dalla schiena.
  • Rottura delle acque: esce il liquido amniotico. Nel giro di 24 compaiono anche le doglie.
  • Muco sanguigno: vi è una perdita di sangue simile a quello mestruale, solo che è più denso e unito a una sostanza simile al muco.

Parto posticipato

Rispetto alla data presunta parto può anche presentarsi una nascita posticipata. Rientrano in questa categoria quei bambini nati alla fine della 40esima settimana e l’inizio della 42esima. Ciò non comporta di solito complicazioni.

Molte donne con l’avvicinarsi della 40esima settimana si preparano mentalmente e fisicamente al parto (iniziano ad esempio a riempire la valigia per l’ospedale). Tuttavia può capitare che allo scoccare della data designata, non capita niente.

Questo accade per vari motivi. Sembra che capiti soprattutto alle donne la cui mamma, nonna o sorella ha vissuto la stessa esperienza. Poi ci sono le donne con un ciclo mestruale lungo, cioè superiore ai 28 giorni. Altrimenti può essere un errore di calcolo. Ricordiamo appunto che la data presunta del parto è molto teorica visto che si basa su calcoli che raramente possono essere precisi.

Infine la colpa può essere dei farmaci. La pillola contraccettiva se è stata interrotta entro i tre mesi precedenti al concepimento, può portare al parto ritardato. Ci sono poi anche alcuni farmaci che ritardano la data, sono i FANS che ritardano la produzione del prostaglandine.

Chiaramente davanti a un ritardo è importante sottoporsi ai controlli per capire come sta procedendo la gravidanza. Quando giunti alla 41esima settimana e due giorni il bambino ancora non nasce, il parto viene indotto. Quando i medici non riescono a indurre il travaglio, ecco che è necessario ricorrere al travaglio ma è un’evenienza rara. I bambini di solito nascono con un peso superiore e sono molto più affamati.

Alcune curiosità

E’ vero che nella notte di luna piena ci sono maggiori nascite? La domanda è d’obbligo visto che parliamo della data presunta del parto. Se ci fosse una correlazione tra l’astro notturno e l’inizio del travaglio, la fase lunare dovrebbe essere tenuta in considerazione al momento del calcolo. La verità è che non vi sono dati a sostegno di tale teoria. Anzi, gli studi la smentiscono.

La tradizione vuole che durante la luna piena ci sono più nascite ma, non si tratta solo di leggende popolari. Una teoria vuole che, la stessa forza gravitazionale esercitata dalla luna sull’acqua, influenza anche la donna, cioè sul liquido del sacco amniotico. Mancano comunque le basi scientifiche e perciò non può essere ritenuto un elemento importante.

Molte donne si chiedono anche se lo stress può influire in qualche modo sulla data del parto. Alcuni studi hanno indagato sul legame che c’è tra lo stress e la gravidanza ed effettivamente la depressione e l’ansia possono ripercuotersi non solo sulla data del parto, ma anche sullo sviluppo del feto.

Francesca Rotondo