Il blocco intestinale contiene in se due “macro categorie” di arresto del transito: il blocco intestinale di natura funzionale, causato dall’arresto dei movimenti peristaltici della muscolatura intestinale (ileo “adinamico” o “paralitico”), ed il blocco intestinale di natura meccanica, quello per il quale l’arresto del transito del contenuto intestinale è causato da un ostacolo di natura fisica (ileo meccanico).
Uno dei sintomi più caratteristici del blocco intestinale è il dolore all’addome, che sovente si accompagna da un senso di nausea, con conati di vomito, e di gonfiore addominale. Se il blocco intestinale non viene tempestivamente trattato esso può causare la necrotizzazione di quella parte dell’intestino nella quale è avvenuto il blocco intestinale e si andrebbe anche incontro al rischio che si possa perforare la parete intestinale. Peritonite, shock e setticemia sono rischi collegati. Invece un intervento tempestivo di un medico è solitamente efficace nella prevenzione di tutti questi spiacevoli e pericolosi eventi patologici.
Il dolore che tipicamente avverte di un blocco intestinale è di natura crampiforme con attacchi intermittenti all’altezza dell’addome (a meno che non si tratti di uno “strangolamento” intestinale perché in quel caso il dolore non sarebbe intermittente ma continuo), vomito (interverrebbe tanto prima quanto più in alto è avvenuto il blocco) e nausea. Ancora la stipsi (l’alvo si chiude al gas ed alle feci), con impossibilità di espellere quanto contenuto nell’intestino, e, di conseguenza, una estensione addominale. Se ci si trova nella situazione dell’ostacolo di natura fisica (ileo meccanico), l’esame obbiettivo denota una peristalsi intestinale molto attiva, che invece mancherebbe del tutto se ci trovassimo di fronte ad un caso di blocco intestinale di natura funzionale (ileo paralitico).
Anche in caso di blocco da ostacolo fisico, ma in una fase già più avanzata, la peristalsi sarebbe del tutto assente, perché ad un certo punto si “arrenderebbe” all’ostacolo che causa il blocco. Un altro elemento che costituisce la sintomatologia tipica del blocco intestinale è lo squilibrio di natura idro elettrolitica che sarebbe innescato dall’assenza del riassorbimento dei succhi gastrici (si sta parlando della bellezza di circa setto, otto litri di succhi gastrici che vengono prodotti ed immessi nell’intestino ogni giorno, in aggiunta a quelli che vengono immessi dall’esterno, bevendo): se manca il riassorbimento vi sarà disidratazione, quindi ipovolemia e ancora ipotensione.
Il blocco intestinale di natura ostruttiva (ileo meccanico) può essere causato ad una o più aderenze dell’intestino (sovente dovute ad un intervento chirurgico), tumori all’intestino o anche extraintestinali (a carico di un rene, ad esempio, o retroperitoneali, con conseguente compressione sulle pareti intestinali e blocco del transito), la torsione intestinale (volvolo), un’ernia, le stenosi di natura congenita, una atresia, il morbo di Crohn, una diverticolite, un laparocele, dei fecalomi, un qualsiasi corpo estraneo, oppure ancora calcolosi biliare e parassiti.
Invece un blocco intestinale di natura funzionale (ileo paralitico o adinamico) potrebbe essere causato da un intervento chirurgico all’addome o alla pelvi, oppure una infezione, ancora una peritonite, qualche trauma addominale, l’assunzione di alcuni farmaci (miorilassanti, neuroplegici o oppiacei) e alcune patologie a carico dell’apparato muscolare o del sistema nervoso, come, ad esempio, il morbo di Parkinson.
Innanzitutto è doveroso sottolineare che un trattamento tempestivo del blocco intestinale è importantissimo per prevenire eventuali complicazioni, che potrebbero sostanzialmente configurarsi in alcuni fenomeni di necrotizzazione dei tatti intestinali interessati dal blocco, con la possibilità che essi si perforino e che sopravvenga una peritonite, poi, ancora, sepsi ed anche shock.
Ovviamente il tipo di cura dipende strettamente da cosa ha causato il blocco intestinale; in ogni caso non è impossibile che le condizioni del paziente richiedano il suo ricovero in ospedale con una monitorizzazione costante di ciascun parametro vitale e delle azioni indispensabili per la correzione della disidratazione.
I fluidi in eccesso a livello dello stomaco possono essere riassorbiti per il tramite di un sondino nasogastrico e per drenare l’urina si può ricorrere all’applicazione di un catetere (potendo anche effettuare un tempestivo esame delle urine). In questi casi si tiene il paziente a strettissimo digiuno e nutrito per via parenterale. Una profilassi con antibiotici si rende sovente necessaria. In queste prime ore di ricovero tutte le azioni disposte nei confronti del paziente hanno lo scopo si stabilizzarne le condizioni ed eventualmente prepararlo nelle condizioni ottimali per andare incontro ad una possibile operazione chirurgica.
Nel caso ci si trovi davanti ad un blocco intestinale di tipo meccanico e completo si rende indispensabile un intervento di chirurgia maggiore per la risoluzione del blocco e/o per l’eliminazione delle zone dell’intestino interessate dalla necrosi. Per quanto concerne il blocco funzionale, invece, il cosiddetto “ileo paralitico”, in genere si va incontro a risoluzione autonoma entro alcuni giorni. Potrebbe accadere che i mediri ritengano opportuno favorire la guarigione (o accelerarla), somministrando al paziente farmaci (ad esempio la prostigmina) che siano in grado di aumentare la motilità dei muscoli addominali, in modo da favorire il procedere del contenuto enterico arrestato dal blocco intestinale.