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Mangiare il salmone in gravidanza è salutare?

Pubblicato da
Lorenzo

Nel periodo della gestazione il consumo di pesce è molto importante, perché contiene moltissime proteine ed un quantitativo basso di grassi saturi, oltre a fornire il corpo di acidi grassi omega 3.

I pesci di grandi dimensioni come il tonno, ad esempio, ed il pesce spada, contengono elevate quantità di mercurio, che li rendono non sempre idonei al consumo giornaliero.

I ministeri della salute occidentali, per far fronte a questo problema, hanno stabilito un quantitativo idoneo al consumo di tali pesci, compreso anche il salmone, che equivale a 250 grammi a settimana, mentre per il tonno in scatola il suggerimento è di non consumarne più di 50 grammi.

Oggi non si è in grado di consumare prodotti purificati al 100% dagli agenti inquinanti, e per tanto tutto quello che mettiamo sulle nostre tavole non sempre è salutare, fatta eccezioni per alimenti che provengono da agricoltura biologica o che si coltivano in ambito domestico, anche se in questo caso potrebbero essere ugualmente inquinate dalle piogge. Purtroppo bisogna far fronte ad un inquinamento sempre crescente a causa di livelli di industrializzazione molto alti che arrivano a coinvolgere anche zone lontane da quelle interessate dalle fabbriche.

Salmone e gestazione

Da un recente studio effettuato da parte dell’Università inglesi di Southampton e di Reading, è stato possibile osservare come un normale consumo di salmone, nell’arco della gravidanza fino al suo termine, fa aumentare i livelli di acidi grassi nel sangue della mamma, e a sua volta anche nel latte materno, oltre a far ridurre in maniera significativa le immunoglobuline, ovvero degli anticorpi che servono a proteggere il bambino dall’attacco di infezioni specialmente nei primi mesi di vita.

Questa ricerca è stata coordinata da un famoso nutrizionista che ha confrontato, e monitorato, alcune donne che consumavano abitualmente salmone, e donne che durante la gravidanza non ne hanno ingerito affatto.

Le analisi effettuate sono state fatte sul latte materno, che nelle donne abituate a consumare salmone, è risultato ricchissimo di omega 3, molto importanti per lo sviluppo del feto durante la gestazione, quindi è stato facile dedurre che, se da un lato il salmone in gravidanza protegge lo sviluppo del bambino, una volta nato ed allattato al seno, il nascituro è esposto a rischi importanti per la sua salute, in quanto, come detto, l’allattamento ricco di acidi grassi, riduce le immunoglobuline del bambino.

Il salmone dunque può essere consumato in dosi moderate pari a 250 grammi a settimana, senza causare rischi per il nascituro, un quantitativo sufficiente ad introdurre nel corpo gli omega 3 ma al tempo stesso utile a limitare la riduzione delle immunoglobuline.

Detto questo dobbiamo aggiungere che le immunoglobuline non sono delle sostanze fondamentali alla vita del neonato, infatti basta semplicemente pensare che una donna che non può allattare deve nutrire il proprio bambino con il latte artificiale, che ne è completamente sprovvisto. Rimane il suggerimento di mantenere una dieta equilibrata per sostenerle.

Salmone fresco e salmone affumicato

Come abbiamo accennato inizialmente, in gravidanza sarebbe opportuno non consumare salmone affumicato, mentre il consumo di salmone fresco è consentito.

Mangiare salmone fresco appena pescato contiene maggiori nutrienti rispetto al pesce di allevamento.

L’affumicatura invece, può contenere un batterio che prende il nome di Listeria Monocytogenes, ovvero un potente microbo che vive benissimo in ambienti dove tendenzialmente non riescono a sopravvivere altri batteri, come ad esempio quello della salmonella.

Tale batterio è molto pericoloso duratene il periodo della gestazione, perché potrebbe causare seri problemi al bambino nella fase della crescita.

La Listeria Monocytogenes, è un batterio che si trova nel suolo, nell’acqua, nelle piante e nella vegetazione, e che tramite la sua precoce diffusione, può contaminare in pochissimo tempo moltissimi alimenti, tra cui la verdura, i formaggi, il latte, la carne poco cotta, ed anche il salmone, che essendo affumicato non ha subito i processi di debellamento che si sviluppano con la cottura.

Questo batterio è il responsabile di una grave malattia che prende il suo nome, la Listeriosi, ed è in grado di sopravvivere ad una temperatura che si aggira tra i 3 ed i 45 gradi. Da ormai diverso tempo, è considerato, da parte dei medici ginecologi, una delle cause di aborto, anche se non è stato ancora accertato il suo coinvolgimento in via definitiva.

Nelle donne in stato interessante, la Listeriosi è molto pericolosa, ma lo potrebbe essere anche in soggetti immunodepresse, negli anziani ed i bambini.

Queste sono le ragioni per cui il consumo di salmone affumicato è sconsigliato, mentre quello fresco, da cuocere in sfiziose ricette, suggerito entro determinati limiti.

Lorenzo