Si tratta di un carotene e, di conseguenza, si può classificare tra le provitamine A. È un principio attivo termostabile che ha la particolare caratteristica di diffondersi in maniera ottimale in modo particolare in tutti quei tessuti che hanno una notevole presenza grassa. Ad esempio, questa molecola si trova spesso nei tessuti adiposi, all’interno del sistema nervoso centrale, nei polmoni, nella pelle e così via. L’impiego della astaxantina avviene soprattutto come antifotosensibilizzante. In poche parole, questa molecola va a bloccare gli effetti negativi connessi alla fotosensibilità, ovvero la reazione eccessiva ai raggi del sole.
Si tratta dell’antiossidante dalla potenza maggiore che conosciamo al giorno d’oggi. La sua funzione protettiva rispetto ai radicali liberi si caratterizza per essere circa 550 volte più efficace in confronto al tocoferolo. Proprio per via di questa sua proprietà, l’astaxantina si caratterizza per riuscire a diminuire o addirittura a bloccare del tutto ogni evento clinico connesso alla fotosensibilità. Si tratta, spesso di manifestazioni a livello della cute che assomigliano sotto molti aspetti le scottature solari particolarmente intense e sono collegate ad eritema, papule, edema e prurito insieme a vescicole. Di solito, la reazione eccessiva ai raggi del sole si manifesta nei punti del corpo che risultano essere maggiormente esposti, ovvero le guance, la nuca, l’orecchio, il anso e il dorso delle mani. Capita molto meno frequentemente che tale reazione si verifichi su tutto il corpo.
I test sull’astaxantina sono stati rivolti anche alla sperimentazione alla stregua di integratore alimentare, in maniera tale da poter capire se possa avere un effetto positivo anche sulla fertilità dell’uomo. La prima ricerca è stata eseguita in doppio cieco e si sono potuti osservare degli ottimi risultati sugli uomini all’interno di un campione di coppie infertili. Questi soggetti avevano un liquido seminale che presentano dei valori a cui fare riferimento notevolmente più bassi in confronto a quelli che vengono raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si è valutata, quindi, la reazione all’uso come integratore dell’astaxantina e del placebo, che ha portato ad una diminuzione dei ROS, ovvero dei radicali liberi dell’ossigeno presenti all’interno del liquido seminale, della diminuzione sierica dell’inibina B (si tratta di uno ormone che va a bloccare in modo selettivo la produzione di FSH, chiamato anche ormone follicolo stimolante, che è proprio quello che dirige l’intera produzione di spermatozoi) un incremento della motilità progressiva lineare rapida che caratterizza gli spermatozoi. Al tempo stesso, non sono stati registrati dei cambiamenti degni di nota in relazione alla morfologia degli spermatozoi, mentre si è verificato un incremento del grado di gravidanza complessivo e quello mensile pari al 54,5% e al 23,1% in confronto al gruppo di placebo, che invece è sceso rispettivamente dell’11,2% e del 3,6%.
Come già sottolineato, l’astaxantina è una provitamina A e le modalità di assunzione, di conseguenza, non devono seguire alcuna regola ferrea. Il suggerimento, in ogni caso, è quello di cominciare con un’assunzione per OS compresa tra 2 e 8 milligrammi al giorno. In riferimento all’impiego topico, il consiglio migliore da seguire è quello di un dosaggio pari a 20-100 parti per milione.
Questa molecola si caratterizza per essere un carotene lipofilo e, di conseguenza, presenta un pigmento dalla colorazione rosso porpora che si può individuare senza troppi problemi. La sintesi dell’astaxantina si verifica solamente all’interno degli organismi vegetali, che finiscono prima di tutto all’interno delle carni dei crostacei (come ad esempio i gamberi, piuttosto che le mazzancolle o i granchi) e poi nelle carni dei pesci. I pesci che presentano le più importanti concentrazioni di astaxantina corrispondono al salmone ed alla trota salmonata.
Tutti coloro che hanno una certa esperienza in ambito culinario, sanno alla perfezione come, una volta che termina la cottura dei crostacei in padella (provate a ricordarvi dell’ultima volta che avete fatto le mazzancolle saltate al brandy ad esempio), l’olio che rimane ha una colorazione rossastra del tutto particolare. Ebbene, proprio quel pigmento corrisponde all’axantina che, per merito della sua caratteristica liposolubilità, è in grado di diffondersi ad una velocità davvero pazzesco all’interno del grasso che si forma nella cottura dei crostacei.