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Otosclerosi: cos’è, quali sono le cause e i sintomi

Pubblicato da
Francesca Rotondo

Si parla di otosclerosi quando si ammala uno dei tre ossicini all’interno dell’orecchio medio, conosciuto come staffa. Gli altri due sono il martello e l’incudine. E’ quindi una patologia dell’orecchio che provoca la perdita dell’udito in modo molto graduale. Per evitare di giungere alla completa sordità è fondamentale intervenire prontamente a livello medico.

Quando la staffa si ammala, questo osso non riesce più a trasmettere bene il segnale sonoro alla coclea, si parla quindi di ipoacusia, cioè la progressiva perdita dell’udito. Questa interferenza è causata dalla crescita di massa ossea anomala intorno all’osso, per via di un processo fisiologico alterato. Si parla nello specifico di staffa sclerotica. Di solito la malattia colpisce tutte e due le orecchie, molto raramente una soltanto.

Si tratta di una malattia che colpisce soprattutto tra le persone caucasiche con età compresa tra i 15 e i 35 anni. Sembra che le donne siano maggiormente a rischio. Una statistica parla che a soffrirne sono 1 persona ogni 100.

Cause

In realtà le cause sono sconosciute, ci sono solo alcune ipotesi che vedono coinvolti sia i fattori genetici che quelli ambientali. Prima di tutto ha un carattere ereditario e pare che siano coinvolti dei geni. Ben 2 malati su 3 hanno un parente che ne soffre. Ci sono però alcuni fattori ambientali che aumentano la possibilità di essere colpiti da questa malattia.

Il più accreditato è il virus del morbillo perché la formazione ossea che si forma sulla staffa contiene materiale genetico proprio di tale virus. Anche l’alto livello di estrogeni e di fluoro possono essere coinvolti.

Quando genetica e ambiente s’incontrano, ecco che possano portare all’insorgenza dell’otosclerosi. Gli studi ovviamente sono ancora in corso e non vi è alcuna certezza. Sono diversi i malati che ne soffrono senza di fatto aver famigliari affetti o aver mai avuto a che fare con il virus del morbillo.

Sintomi

  • Perdita dell’udito, cioè ipoacusia. Nella peggiore delle ipotesi può portare alla sordità completa. Chiaramente accade solo dopo molti anni e qualora il paziente non si curi. Di solito all’inizio non riesce a percepire i toni bassi.
  • Acufeni. Circa 4 persone su 5 che soffrono di otosclerosi accusano di sentire fischi e rumori dentro le orecchie. Man a mano che passano gli anni il problema diventa sempre più serio.
  • Paracusia. La persona riesce a percepire meglio i suoni all’interno di ambienti molto rumorosi.
  • Vertigini. Se è coinvolta anche la coclea, possono sorgere alcuni problemi di equilibrio e il paziente può soffrire di vertigini. Possono esserci sintomi tipici della labirintite.
  • Nistagmo. Quando avviene un movimento dei bulbi oculari di tipo oscillatorio involontario. E’ molto raro e solo quando la malattia ha raggiunto stadi avanzati.
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Come si riconosce

Non è facile riconoscerla se non la si conosce. Mentre la labirintite ad esempio, oppure l’otite, hanno sintomi piuttosto conosciuti, l’otosclerosi la maggior parte delle persone non la conosce. I primi campanelli d’allarme dovrebbero suonare quando ci si rende conto di percepire la nostra stessa voce molto alta, mentre tutti gli altri ci fanno notare che stiamo usando un volume piuttosto basso. Il 10% delle persone poi, nella giunzione tra staffa e coclea, ha una macchia blu-rossastra a causa dell’iperemia, cioè un fenomeno vascolare che richiama molto sangue in una precisa parte del corpo. Può accadere ad esempio anche in caso d’infezione alla palpebra (blefarite).

La cura

Non vi sono farmaci, ma solo un preparato a base di fluoro che rallenta il processo otosclerotico. I medici però di solito ne sconsigliano l’assunzione per lunghi periodi. E’ possibile intervenire a livello chirurgico. Il dottore quindi deve sostituire la staffa con una protesi di circa 4/6 decimi di millimetro in TEFLON e TITANIO. Si tratta dell’intervento sull’orecchio più delicato in assoluto, non può essere fatto da altri medici se non quelli che sono stati addestrati in centri altamente specializzati. Pazienti di tutte le età possono essere sottoposti a questo intervento ma, non vengono trattate le due orecchie nella stessa giornata ma a distanza di mesi l’uno dall’altro. I sintomi più comuni sono vertigini e giramenti di testa.

Francesca Rotondo