La Gentamicina è capace di trapassare la parete cellulare del batterio da combattere grazie ad una proteina specifica ed è anche in grado di raggiungere poi il citoplasma batterico. Non appena raggiunto l’ambiente citoplasmatico del batterio da combattere la Gentamicina riesce a comprometterne in maniera totale tutta la sintesi proteica, annullando, di conseguenza, tutti i processi metabolici e tutte le attività strutturali del batterio.
La Gentamicina, antibiotico a largo spettro, è particolarmente indicata per i trattamenti terapeutici della sepsi neonatale, della setticemia e di qualsiasi infezione, anche grave, sostenuta ad opera di batteri Gram-negativi come, ad esempio, lo Pseudomonas aeruginosa, di enterobatteri (ha una azione molto incisiva soprattutto su Serratia e su Klebsiella), e di stafilococchi.
La Gentamicina è diffusamente utilizzata anche nella profilassi e nel trattamento della enterocardite sostenuta da stafilococchi, enterococchi e da streptococchi. La confezione sotto forma di pomata trova il suo utilizzo nei trattamenti di qualsiasi patologia cutanea infettiva o, comunque, laddove ci sia un elevato rischio di infezione cutanea.
La Gentamicina la si trova in commercio sotto diverse forme, a seconda dell’uso che se ne deve fare: esiste la pomata (ovviamente per uso topico), la soluzione per l’iniezione sia di tipo endovenoso che di tipo intramuscolare, e, infine, la confezione in compresse per l’uso orale.
Al pari di tutti gli altri farmaci antibiotici della famiglia degli aminoglicosidi, anche la Gentamicina potrebbe ingenerare ototossicità del tipo irreversibile (lesioni del nervo acustico), e a maggior ragione in seguito ad un eventuale trattamento di tipo sistemico, si raccomanda, quindi, caldamente, di prestare il massimo dell’attenzione possibile se occorre somministrare la Gentamicina a pazienti che siano affetti da qualche patologia di tipo uditivo-vestibolare.
Un’altra eventuale tossicità dell’antibiotico a largo spettro Gentamicina potrebbe riscontrarsi a carico dei reni. Anche in questo caso, quindi, si raccomanda di prestare una cautela particolare nella somministrazione di questo farmaco a quei pazienti che siano affetti da disturbi a carico dei reni o abbiano contratto patologie muscolo scheletriche.
Tutti gli antibiotici devono essere sempre assunti in seguito ad una prescrizione del nostro medico, così come è altrettanto importante seguire esattamente e scrupolosamente qualsiasi indicazione il medico ci abbia proposto in merito alle modalità di assunzione del farmaco ed in m erto alla sua posologia (quantità ed intervalli di assunzione). Non seguire con scrupolo queste indicazioni potrebbe portare ad una serie di inconvenienti, anche “importanti” per la nostra salute. Ricordiamo, ad esempio, una eventuale riduzione nell’assorbimento del prodotto farmacologico, fino anche a rendere completamente inutile l’aver iniziato il trattamento stesso, o, ancora, anche lo stimolo e lo sviluppo di quel fenomeno che viene denominato antibiotico-resistenza e che consiste nell’indurre nel batterio che con quell’antibiotico vorremmo combattere una capacità intrinseca di resistere all’azione dell’antibiotico stesso, rendendone così inutile ed inefficace la sua somministrazione.
Degli studi molto recenti hanno posto in risalto l’azione ototossica che la Gentamicina può avere nei confronti dell’apparato uditivo del feto. Questo è un motivo per il quale l’uso di questo antibiotico della famiglia degli aminoglicosidi, la Gentamicina, viene generalmente sconsigliato alle pazienti che si trovino in stato interessante. L’uso della Gentamicina viene sconsigliato anche alle donne che, una volta effettuato il parto, si trovino nella condizione di allattamento al seno.
Ovviamente anche per coloro che abbiano manifestato ipersensibilità nei confronti della Gentamicina o di tutti gli altri aminoglicosidi, vale la stessa indicazione di non utilizzarla.
Mentre si effettua il trattamento con Gentamicina è fondamentale che il paziente sia ben idratato. E’ altresì importante controllare le funzionalità renali, non solo con la Gentamicina, ma con tutti gli altri aminoglicosidi, e soprattutto se il paziente è anziano (in genere gli anziani hanno una funzionalità renale già parzialmente ridotta): per costoro si consiglia di determinare la clearance della creatinina. Le stesse precauzioni sarebbe utile utilizzarle anche in caso di infezione molto grave che potrebbe richiedere l’utilizzo di dosi molto elevate ed anche un periodo di trattamento ben superiore rispetto a quello normalmente consigliato.
SI osservò, in taluni pazienti pediatrici ed adulti una patologia simile alla sindrome Fanconi, con una sintomatologia fatta di acidosi metabolica e aminoaciduria. Quando si effettui una terapia a base di aminoglicosidi è sempre importante la determinazione del livello sierico il più spesso possibile, al fine di evitare un dosaggio eccessivo o insufficiente.
In particolare per la Gentamicina sarebbe utile non arrivare a picchi a carattere prolungato superiori ai dodici microgrammi per millilitro e neanche a livelli minimi, prima della iniezione successiva che siano superiori ai due microgrammi per millilitro, allontanando nel tempo le iniezioni o, laddove necessario, diminuendo il dosaggio.
Al pari di tutti gli altri antibiotici anche il trattamento con la Gentamicina può indurre un superiore sviluppo di microorganismi non sensibili: se ciò accade è necessaria la sospensione del trattamento ed occorre istituire immediatamente un’idonea terapia. Resta chiaro che generalmente le inattivazioni dell’amminoglicoside assumono un’importanza clinica rilevante esclusivamente nei pazienti che già soffrano di gravi patologie a carico del rene.