Con la diminuzione della secrezione da parte degli ormoni ipofisari, la malattia viene chiamata Panipopituarismo. In base agli ormoni colpiti, i sintomi di questa malattia variano e solo con le analisi specifiche del sangue si può eseguire la giusta diagnosi. Gli ormoni che vengono controllati da questa ghiandola si possono facilmente sostituire, grazie alla somministrazione di compresse, oppure con delle iniezioni.
Questa malattia rara può colpire in particolar modo coloro che hanno subito in precedenza gravi lesioni cerebrali. La scoperta di questa malattia venne fatta da un medico tedesco nel 1914.
I sintomi che si riscontrano con questa malattia, sono le conseguenze del deficit ormonale e, molto spesso, il quadro clinico dell’ipopitituarismo si presenta complesso, da delineare in un periodo piuttosto lungo.
La sofferenza perenne al freddo, la presenza di stitichezza precedentemente assente, stato di sonnolenza, astenia e facile affaticamento, orientano il medico verso la carenza di THS.
La grave astenia, con affaticamento e perdita di peso consistente, sono sintomi riconducibili alla ipoglicemia, mentre nausea, collasso circolatorio e vomito, tendono verso un aumento che riguarda la produzione di corticosteroide da parte delle ghiandole surrenali di tipo secondario.
Anche una libido scarsa con impotenza ed infertilità nel maschio, e la presenza di dimensioni ridotte della ghiandola genitale, sono sintomi da non sottovalutare. Nella donna, anomalie nel ciclo mestruale, amenorrea, ipotensione peripartum, indebolimento delle mammelle, compresa la vagina e le grandi labbra, osteoporosi e aterosclerosi in età giovanile, orientano entrambi i sessi verso una una inadeguata secrezione delle ghiandole ormonali sessuali di tipo secondario.
L’insufficienza dell’ormone della crescita (GHD) negli anni passati interessava solamente l’aspetto connesso con le problematiche legate allo sviluppo corporeo.
Crescendo ed avvicinandosi all’età adulta, i sintomi di questa malattia (GHD) passano in secondo piano e spesso vengono dimenticati e trascurati.
I sintomi di questa mancanza da parte del soggetto adulto sono costituiti da:
Segnali visibili:
In base ai risultati dei test del sangue, il medico formula la diagnosi di ipopituitarismo e prescrive due analisi ematiche da fare, per confermare la presenza o meno di un deficit ormonale: i parametri di base, ovvero il prelievo che solitamente viene fatto al mattino, sono eseguiti senza alcuna stimolazione o prove dinamiche ed il sangue viene analizzato in un secondo tempo dopo un iniezione di una sostanza stimolante.
La misurazione dell’ormone della crescita e quello di ACTH richiedono solitamente un test dinamico a differenza degli ormoni LH/FSH, PROLATTINS, e THS, che possono essere controllati tramite il classico test del sangue.
Per quanto riguarda i risultati dell’ADH e la loro carenza nel sangue, non vi è ancora alcuna prova specifica e quindi la diagnosi viene confermata da parte del medico per via indiretta.
Tra tutti i test del sangue, quelli della DIOSSITOCINA non vengono analizzati di routine.
Se attraverso le analisi del sangue, si riscontra una concomitanza tra il valore basso dell’ormone ipofisario con quello dell’ormone della ghiandola endocrina, siamo davanti ad un soggetto affetto da ipopituitarismo.
In alcuni casi, l’ormone ipofisari può comparire con livelli nella norma, mentre l’ormone della ghiandola endocrina può essere al di sotto della soglia ed in questo caso specifico, l’ipofisi non reagisce in maniera adeguata rispetto al cambiamento dell’ormone rilasciato da parte della ghiandola effettrice, e quindi si può sempre stabilire una diagnosi di ipopituitarismo.
Se attraverso gli esami che abbiamo descritto sopra risulta una carenza dell’ormone ipofisari, sarà necessario ricorrere ad una risonanza magnetica dell’ipofisi, per cercare in questa maniera la giusta causa del problema.
Attraverso questo dettagliato esame, si può riscontrare anche eventuale tumore oppure tracciare un quadro clinico diverso.