Il bruciore anale è un disturbo che si manifesta tipicamente attraverso la percezione di una sensazione di diffuso prurito a livello dell’ano, cioè a livello dell’orifizio attraverso cui il tratto terminale del canale intestinale giunge all’esterno e grazie al quale vengono espulse le feci.
Il bruciore anale si manifesta con una sensazione di prurito non generalmente “omogenea”. Alcuni pazienti la avvertiranno in maniera più intensa, altri in modo meno significativo. Dipende, come risulta già intuibile fin da queste prime righe, dalla causa che è all’origine di questo problema. Oltre alla sensazione di prurito, è possibile che si manifesti un vero e proprio dolore e una condizione di irritazione. Può contribuire a peggiorare la classe di sintomi avvertita un’alimentazione a base di cibi piccanti.
Abbiamo già ricordato che molto spesso la gravità o meno dei sintomi è legata alla natura delle cause che sottostanno al bruciore anale. E, aggiungiamo ora, numerose sono le determinanti che possono condurre a quella che non è una vera e propria malattia, bensì il “segnale” che qualcosa non va. Non si tratta necessariamente – per fortuna – di cause che sono gravi o destabilizzanti, ma molto spesso di condizioni di malessere localizzato o a livello di sistema immunitario.
Tornando all’elencazione di quelle che possono essere individuate quali le principali cause che possono scatenare il prurito e il dolore anale, non possiamo che citare la presenza di condizioni a carico del retto o della mucosa circostante il retto (come l’ascesso, la candidosi, la dermatite, le ragadi, la proctite, le fistole, le più comuni emorroidi), o ancora la presenza di patologie connesse all’apparato digerente (come il morbo di Crohn, la stitichezza) o infine problematiche neoplastiche.
Pertanto, è intuibile come i problemi che possono sottostare la formazione della sensazione di bruciore anale siano invero piuttosto numerose, e che solamente una parte è di natura prettamente patologica. Tra le malattie che possono risultare associate al bruciore anale, in parte già elencate, ricordiamo pertanto l’ascesso perianale, la candidosi, la colite ulcerosa, la dermatite, le emorroidi, le fistole anali, il morbo di Crohn, la proctite, la parassitosi (ossiuriasi), le ragadi anali, la stitichezza e il tumore dell’ano. Si tratta comunque di un elenco che non è esaustivo: bene dunque cercare di chiedere sempre una consulenza attenta al proprio medico, soprattutto in caso di persistenza del disturbo.
Il bruciore anale non è una vera e propria malattia, ma è semplicemente il segnale di una causa sottostante. Ne consegue che per poter trattare il bruciore anale non si procederà a un intervento diretto, bensì indiretto, mediante la risoluzione della patologia medica che ne è all’origine e che lo ha scatenato. Per poter risolvere il disturbo, o alleviare i sintomi più fastidiosi, sono comunque disponibili in commercio diversi farmaci, principalmente sotto forma di pomata da applicare localmente; possono pertanto essere indicati dal proprio medico farmaci antinfiammatori, antimicotici, antibatterici, antistaminici, anestetici. In ogni caso, è bene cercare di “fare di testa propria”, abbandonando pertanto i rimedi “fai da te”. Il rischio è infatti quello di aggravare il problema, invece di risolverlo.
Si tenga inoltre conto che può essere di grande aiuto anche una modifica del regime alimentare, soprattutto nell’ipotesi in cui il paziente abbia la cattiva abitudine di seguire una dieta squilibrata: meglio per esempio cercare di evitare cibi piccanti o troppo speziati, moderare l’assunzione di caffè, evitare gli alcolici, bere molta acqua, incrementare l’introito di fibre.
In ogni caso, il nostro consiglio è sempre quello di parlarne prontamente con il proprio medico di fiducia, illustrando i sintomi e ogni dettaglio che possa permettere al dottore di arrivare a diagnosi e cura.