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Dolore al petto: quali le cause e come individuare un eventuale infarto

Pubblicato da
Lorenzo

Ogni volta che siamo colpiti da un dolore al petto, tanto più se il lato colpito è quello sinistro, il dubbio che ci assale subito e se si tratti o meno di un infarto. Resta evidente che non appena si avverta un dolore al petto che non sia di chiara natura muscolare od ossa è più che consigliabile rivolgersi immediatamente al nostro medico di base o anche direttamente allo specialista, un cardiologo. Sapremo subito e, eventualmente, avremo scongiurato un problema di natura cardiaca.

Ma, se non dipende dal muscolo cardiaco, quali possono essere le cause di un dolore al petto?

Gli organi della zona toracica

Le cause di un dolore al petto possono essere le più svariate, potendo dipendere non solo dal muscolo cardiaco ma anche da altri organi posizionati all’interno della gabbia toracica. Il dolore al petto non sempre viene avvertito sul lato sinistro ma anche sul lato opposto e, comunque, spesso viene avvertito come diffuso nell’intera zona addominale, potendo arrivare a sentirsi anche nei pressi del collo.

Oltre al muscolo cardiaco, anche i polmoni e l’esofago trovano posto in quest’area. Inoltre il dolore al petto potrebbe anche avere origini di carattere osseo (coste), muscolari, nervose o tendinee

Dolore al petto di natura polmonare

Relativamente ai polmoni il dolore al petto potrebbe trarre origine da una embolia polmonare, o anche da una pleurite (gravissima infiammazione della pleura, una membrana che avvolge i polmoni). In quest’ultimo caso il dolore al petto sarebbe avvertito sotto sforzo, per un respiro più profondo degli altri o per un colpo di tosse.

Anche un pneumotorace ed una polmonite possono provocare un forte dolore al petto.

I pazienti che avvertono un dolore al petto in zona centrale (in taluni casi anche detto intercostale), lamentano di sentirlo “quando faccio un colpo di tosse”, oppure anche “quando respiro”.

Altre cause

Oltre alle cause di natura polmonare, il dolore al petto potrebbe trarre origine da una costocondrite, un processo infiammatorio che si localizza laddove le coste si inseriscono sullo sterno, oppure dal disturbo comunemente chiamato “fuoco di Sant’Antonio”, un eritema molto intenso, violento, ed in taluni casi anche grave che determina oltre che il dolore al petto, anche alla schiena. Anche uno strappo o un’infiammazione ai muscoli o ai tendini può provocare il dolore al petto, così come anche un attacco di panico, con la differenza che in questo caso al dolore si affianca anche l’affanno e l’accelerazione del respiro (cosa che aumenta ulteriormente il dolore al petto).

Lo stomaco

Problemi legati allo stomaco possono provocare un dolore da uno qualsiasi dei due lati, e questo tipo di dolore è uno di quelli che più comunemente vengono confusi con un dolore legato in qualche modo a disfunzioni cardiache. Il bruciore di stomaco a volte viene confuso col dolore dell’infartuato, un po’ per la zona interessata, un po’ per la durata (da qualche minuto a qualche ora). Il dolore gastrico, però, insorge evidentemente solo dopo un pasto, oppure se la posizione non è quella eretta. Il dolore gastrico potrebbe essere generato dai reflussi gastroesofagei (GERD), da una gastrite, da calcolosi biliare, o da uno spasmo o restringimento esofageo.

Come individuare il dolore al petto causato da infarto

Distinguere un dolore al petto “qualsiasi” da quello causato da un infarto cardiaco in atto non è molto facile, il dolore è molto simile a quello causato, sempre nella stessa zona, anche da altri problemi, la maggior parte dei quali molto meno gravi.

Se, però, al dolore al petto (soprattutto se localizzato un po’ più a sinistra) si aggiungono l’estensione del dolore anche al braccio sinistro, difficoltà respiratoria, vomito e nausea, allora i sintomi sono più probanti e l’esigenza di contattare subito un cardiologo, meglio, telefonare alla guardia medica per chiedere l’intervento di un’ambulanza diviene immediata.

L’infarto non è necessariamente mortale immediatamente, riconoscerne subito i sintomi, avvisare le persone intorno a se e far chiamare immediatamente un’ambulanza (o provare a chiamarla da se, se si è soli in quel momento, può salvare la vita in una grande percentuale di casi.

Lorenzo