L’impetigine è una condizione della pelle che tende a manifestarsi sul viso, sul collo e sulle mani di bambini e di neonati, mentre sono sicuramente meno diffuse le forme di contagio negli adulti. Determinata da batteri due batteri, entrambi un ceppo dello streptococco, altamente contagiosa, di norma fornisce la sua principale manifestazione nella formazione di bolle sierose che in un secondo momento scoppiano, formando delle croste dorate.
Sebbene tale infezione acuta sparisca di norma nell’arco di 2-3 settimane, desta sempre particolare fastidio nelle persone che ne sono affette, e qualche disagio legato alla possibilità eventuale di contagiare inconsapevoli destinatari dei batteri. Forma infettiva più comune nel periodo neonatale, infantile e scolare, non è certamente a caso chiamata come “ferita di scuola”.
Questa condizione si verifica nel momento in cui la pelle viene infettata da alcune tipologie di batteri: a sua volta, l’infezione può essere determinata in diversi modi, sebbene principalmente si tenda a ricondurre le cause dell’impetigine al contagio da persone infette, alle lesioni della pelle, ad alcune punture di insetti e morsi di animali.Le situazioni di cui sopra permettono ai batteri Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, entrambi gram-positivi, di contribuire alla manifestazione dell’impetigine. Il fatto che l’impetigine compaia con sicura maggior frequenza durante l’estate, è elemento sufficiente per poter ritenere che probabilmente la proliferazione batterica è favorita da clima caldo e umido tipico di questa stagione.
Il clima caldo e umido non è comunque l’unico fattore di rischio: altri elementi che potrebbero favorire l’impetigine sono infatti l’affollamento e la scarsa igiene, purtroppo spesso in grado di caratterizzare alcuni infanti.
I sintomi dell’impetigine sono piuttosto fastidiosi e sgradevoli, soprattutto se si manifestano sul volto. Ad ogni modo, è vero che i segnali variano a seconda del tipo di malattia, e che in alcuni casi potrebbero essere piuttosto invasivi, in altri casi più lievi.
Ad ogni modo, quelli più diffusi e più ricorrenti sono sicuramente rappresentati dalla presenza di piaghe rosse che lasciano una crosta di colore giallo, vesciche liquidose, prurito, lesioni cutanee, ingrossamento dei linfonodi.
Su tutti gli elementi sintomatici, le lesioni cutanee sono comunque sicuramente i più noti e “temuti”. L’impetigine esordisce infatti con tipiche bolle sierose a livello della pelle, che sono associate ad eritema e a vescicole che si diffondono in alcune zone maggiormente “gettonate” come il viso (soprattutto sul naso e sul mento) ed in prossimità dell’ombelico (nel neonato).
Queste bolle, soprattutto durante le prime fasi della malattia, sono piuttosto limpide, ma diventano gradualmente opache, fino a scoppiare ed evolvere in vere e proprie abrasioni e croste gialle o bianco-brunastre.
È proprio in questa fase che bisogna fare le maggiori attenzioni, visto e considerato che le bolle e le croste giallastre sono altamente contagiose, possono diffondersi rapidamente e possono così infettare anche le aree circostanti. Ne deriva che l’impetigine è una condizione molto contagiosa, che bisognerebbe trattare con tempestività affinché non peggiori e non degeneri in altre situazioni, come la linfadenopatia regionale.
Tra gli altri sintomi c’è anche il prurito, tipicamente associato al momento della formazione e dell’evoluzione delle bolle e delle vescicole. Purtroppo, i bambini non sono in grado di autocontrollarsi, e ciò determina il frequente ricorso al graffiarsi e al grattarsi di continuo, andando a peggiorare la situazione preesistente. Il rischio è infatti che a causa del grattamento e dello sfregamento continuo, il contagio possa essere favorito anche nelle zone circostanti.
Sebbene nella maggior parte dei casi l’impetigine possa risolversi senza particolari conseguenze entro 2-3 settimane, le forme più gravi possono dare avvio a patologie molto più serie.
In particolar modo, il principale pericolo è che quando l’affezione cutanea non viene riconosciuta tempestivamente, lo Streptococco Beta Emolitico di Gruppo A possa determinare alcune complicanze renali, riconoscibile da altri sintomi come un evidente gonfiore alle gambe e al viso, mal di testa e nausea, volume urinario scarso.
In altri casi, è vero che la formazione di ulcere molto pruriginose e piene di pus possa favorire la formazione di un ectima, una forma di impetigine determinata da ulcerazione: in altri termini, l’impetigine non curata tempestivamente può penetrare in profondità mediante la pelle e causare lesioni cicatriziali.
Infine, un’impetigine trascurata o non diagnosticata correttamente, può peggiorare in linfoadenite satellite (una infiammazione a carico dei linfonodi), o ancora nella SSSS (Staphylococcal Scalded Skin Syndrome), o malattia di Ritter, con pustole, bolle ed eritema diffuso, accompagnato da febbre.
La cura contro l’impetigine dipende ovviamente dalla varietà e dalla gravità dei sintomi e del tipo di batteri da cui proviene. Nei casi meno gravi è ad esempio possibile approcciare a cure lievi, contraddistinte da metodi naturali e da qualche comune buona pratica, come quella di pulire la zona interessata più volte al giorno con acqua o con un lavaggio antibatterico. È importante non grattare l’area durante la pulizia, perché questo potrebbe irritare la pelle e peggiorare la condizione. Successivamente, sarà necessario procedere con il tamponare la pelle secca e applicare una pomata antibatterica.
Se poi appaiono molte croste, è sicuramente consigliabile immergere la zona per aiutare a prevenire la formazione di nuove e promuovere la guarigione di quelle vecchie. L’immersione della zona dovrà avvenire in una soluzione predisposta ad hoc, acquistabile in farmacia su consiglio del vostro medico.
È naturalmente sempre opportuno evitare di toccare le zone infette e optare per una medicazione antiaderente che va applicata per ridurre la diffusione dell’impetigine. Si raccomanda di lavarsi sempre le mani in modo accurato dopo aver lavorato sull’area infetta.
Naturalmente, il nostro suggerimento è quello di contattare sempre il vostro medico di fiducia per poter arrivare all’individuazione della migliore cura: il vostro medico andrà infatti a prescrivere dei farmaci appropriati come, per esempio, una crema topica da applicare direttamente sulla pelle. Vi sconsigliamo pertanto di approcciare a cure fai-da-te, che non solamente potrebbero non portare ai risultati benefici desiderati, ma potrebbero addirittura peggiorare il contesto o risultare ininfluenti, ritardando quella che dovrebbe essere invece una tempestiva e efficace terapia medica.
Osservando caratteristiche e gravità della condizione, il medico potrà per esempio consigliare l’utilizzo di antisettici (disinfettanti), con i quali fare degli impacchi ad azione topica al fine di pulire la zona infetta, o l’uso di antibiotici.
Una buona igiene può aiutare a prevenire l’impetigine. Le regole sono molto semplici e vi aiuteranno a tenere alla larga non solamente questa infezione, ma tante altre malattie.
Ecco le principali: