Momendol Naprossene è un farmaco molto diffuso sul mercato italiano, e utilizzato per poter trattare i sintomi temporanei riconducibili a stati di dolore su base flogistica, di lieve o media entità, di diversi organi e apparati del corpo umano. È inoltre spesso utilizzato, come terapia coadiuvante, negli stati febbrili. Ma quale è il suo meccanismo d’azione? E come e in che quantità deve essere somministrato? E, ancora, si può usare il Naprossene in gravidanza e in allattamento al seno? Cerchiamo di saperne un pò di più, rispondendo a queste e ad altre domande frequenti su un farmaco che, probabilmente, avete o avete avuto in casa vostra.
Come agisce
Momendol Naprossene è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (FANS) che deriva dall’acido arilpropionico, e funge da importante antinfiammatorio e analgesico. Così come gli altri FANS, anche Momendol Naprossene agisce con un’azione antipiretica con inibizione della liberazione di PGE2 a livello ipolatamico, un’azione antinfiammatoria che è determinata dall’inibizione dei meccanismi molecolari esercitati dalle prostaglandine e un’azione analgesica che si eplica nell’inibizione della produzione di mediatori dell’infiammazione come la bradichinina, che può attivare i nocicettori periferici. La massima concentrazione nel sangue si raggiunge dopo 60 minuti, con azione terapeutica efficace per diverse ore.
Somministrazione
Le modalità d’uso e i dosaggi di Momendol Naprossene devono essere concordati con il proprio medico curante. Ad ogni modo, si può ben ricordare come il trattamento degli stati di dolore su base infiammatoria, possa prevedere uno schema posologico che si basa sull’assunzione di una compressa o di una bustina di farmaco ogni 8-12 ore, per un massimo di 3 compresse o bustine al giorno. Complessivamente, il trattamento non dovrebbe superare i 7 giorni per gli stati dolorifici, e 3 giorni per quelli febbrili. Nel caso in cui i stinomi non dovessero diminuire, o dovessero peggiorare, in seguito all’assunzione di Momendol Naprossene, è bene parlarne con il proprio medico.
Momendol Naprossene in gravidanza in allattamento
Come tutti i FANS, anche Momendol Naprossene non è indicato durante la gravidanza e l’allattamento. Le prostaglandine sono infatti fondamentali nel dirigere il corretto sviluppo dell’embrione e del feto, e l’utilizzo di farmaci antinfiammatori non steroidei, che alternoa il normale pattern di espressione di tale molecole, potrebbe dunque potenzialmente condurre a qualche problema nel profilo ordinario di accrescimento del feto, facilitando la comparsa di malformazionie a carico dell’apparato cardiovascolare e respiratorio. Pertanto, l’utilizzo del principio attivo è controindicato in gravidanza e nel successivo periodo di allattamento al seno.
Effetti indesiderati
Come tutti i medicinali, anche Momendol Naprossene potrebbe portare a qualche effetti collaterale, anche se abbastanza raro e limitato all’utilizzo prolungato del farmaco. Tra i principali, segnaliamo reazioni avverse come nausea, vomito, diarrea, costipazione, gastriti, cefalea, vertigini, sonnolenza, prurito, rash cutanei, eczema, orticaria, reazioni bollose, ipotensione o ipertensione. Come intuibile, nelle ipotesi in cui il paziente dovesse riscontrare questi o altri effetti collaterali, è bene parlarne con il proprio medico di riferimento o con il farmacista, sospendendo l’applicazione del trattamento farmaceutico.
Per poterne sapere di più, parlatene con il vostro medico.