Numerose possono essere le motivazioni alla base della coxartrosi bilaterale: si pensi alla semplice usura della cartilagine che ricopre il femore, o ancora a una malattia di natura infiammatoria (come il lupus) o ancora all’artrite reumatoide. Insomma, una lunga serie di cause diversificate, che possono essere incentivate anche dall’età del paziente (l’incidenza maggiore si concentra in pazienti di mezza età o negli anziani). Tra gli altri fattori di rischio, il peso corporeo, il livello di attività, la struttura dell’articolazione dell’anca, e così via.
I sintomi della coxartrosi bilaterale sono gli stessi della coxartrosi “tradizionale”. Pertanto, il paziente avvertirà un forte dolore articolare alle anche, nell’area che va dall’inguine ai lati delle rispettive anche. Altri sintomi tipici sono la rigidità dei fianchi, la limitazione dei movimenti, lo zoppiccamento durante la camminata, un rumore che ricorda un leggero scricchiolio. Come intuibile, la coxartrosi bilaterale potrebbe verificarsi con tutti questi sintomi, o solamente con una parte degli stessi. Per quanto altrettanto intuibile, nell’ipotesi in cui si avvertano tutti questi sintomi, è bene recarsi tempestivamente dal proprio medico, poichè è molto probabile che si possa ricadere nel novero di questa condizione.
Nelle prime fasi, generalmente è possibile ottenere un pò di sollievo attraverso la somministrazione di antinfiammatori e antidolorifici. Naturalmente, non si tratta di una vera e propria cura, bensì di un palliativo: come per le altre forme di artrosi, tali farmaci non possono limitare o invertire il danno articolare, che continuerà pertanto ad aggravarsi gradualmente. Inoltre, è necessario fare attenzione a non abusare di tali farmaci poichè non sono certamente del tutto privi di effetti collaterali. Sempre nelle prime fasi, possono inoltre essere utili delle infiltrazioni.
Nella malattia più avanzata, il trattamento più efficace è invece quello dell’intervento chirurgico con impianto di una protesi: il chirurgo andrà a inserire uno snodo artificiale che copia e che sostituisce la naturale articolazione malata. La situazione non è mai così semplice e omogenea, considerando che che esistono protesi complete e parziali, composte da materiali differenti e che richiedono procedure chirurgiche diverse. Pertanto, la scelta andrà effettuata sulla base della caratteristiche del singolo paziente, sapendo comunque che, in linea di massima, l’intervento può eliminare immediatamente il dolore artrosico e può migliorare notevolmente la qualità della vita del paziente, restituendogli almeno una parte del movimento perduto e, soprattutto, abbattendo il dolore generalmente manifestato.