Il paziente lamenterà dolore al torace e mostrerà ipotensione arteriosa e difficoltà di natura respiratoria. Considerato che le conseguenze potrebbero essere abbastanza serie, valutato che il tamponamento cardiaco influenza il regolare afflusso di ossigeno ai tessuti, diventa importante cercare di intervenire il prima possibile per poter alleviare il paziente dalle sofferenze e dai rischi conseguenti.
Il tamponamento cardiaco insorge nel momento in cui si verifica un importante afflusso di liquido pericardico tra i foglietti del pericardio sieroso. Le cause possono essere numerose, ma molto spesso sono riconducibili a una pericardite, a un trauma al torace dopo un intervento chirurgico, e così via. Più rare, possono essere riscontrate le cause nella rottura di un aneurisma aortico, nella dissezione aortica, nell’assunzione di alcuni farmaci come il minoxidil, nell’ipotiroidismo, nei tumori agli organi toracici o le metastasi tumorali e altre cause che sono subordinate a quelle delle pericardite (che, ricordiamo, è un’infiammazione del pericardio, provata da numerose determinanti).
Abbiamo già ricordato che nell’ipotesi in cui si verifichi un tamponamento cardiaco, il cuore non riesce più a svolgere le sue normali funzioni poichè “compresso” dal liquido in eccesso, che comprime le cavità cardiache (soprattutto i ventricoli) impedendo loro di espandersi completamente e di riempirsi di sangue in modo adeguato. Ne consegue che nel momento in cui il cuore si contrae, la contrazione è poco efficace e non permette di far affluire le giuste quantità di sangue in tutti i distretti del corpo.
Sulla base di quanto sopra, si possono riconoscere dei sintomi piuttosto spiccati, come una sensazione di ansia e di agitazione, debolezza, dolore toracico, difficoltà respiratorie, palpitazioni tachicardia, sensazione di svenimento, perdita di conoscenza, vertigini. Potrebbero essere altresì di difficoltà il mantenimento di alcune posizioni, come lo stare seduti o lo spingersi avanti con il busto.
Per riconoscere il tamponamento ci si può quindi affidare a numerosi segni come l’ipotensione arteriosa (cioè la bassa pressione), in grado di rappresentare sicuramente il segnale più evidente. All’ipotensione potrebbero poi accompagnarsi fenomeni di distensione delle vene giugurali, toni cardiaci ovattati, aumento del ritmo respiratorio, fegato ingrossato, cianosi, edema polmonare.
La diagnosi del tamponamento cardiaco verrà poi effettuata in sede clinica con l’aiuto di ecocardiogramma, radiografia del torace, TAC, risonanza magnetica nucleare, angiografia, elettrocardiogramma.
Per poter curare il tamponamento cardiaco si può innanzitutto intervenire sui sintomi, alleviando dunque le difficoltà del paziente, e soprattutto sulle cause, rimuovendo la determinante dell’evento cardiaco. Per quanto concerne i primi, si somministra generalmente dell’ossigeno per poter scongiurare uno stato di shock, e successivamente occorrerà riportare la pressione su livelli fisiologici attraverso farmaci inotropi positivi che miglioreranno la contrattilità del miocardio.
Successivamente, si punterà a rimuovere le cause del tamponamento cardiaco, con terapie che dipenderanno – come intuibile – dalle caratteristiche delle determinanti che hanno interessato il paziente.