La misurazione della Gamma gt viene generalmente utilizzato come esame di screening, e nel trattamento delle patologie del fegato e delle vie biliari (si pensi alle ipotesi di cirrosi, di colestasi, di tumori epatici primari o secondari). D’altronde, è ben noto che elevati livelli di Gamma gt nel sangue sono direttamente ricollegati alle fattispecie di malattia del fegato e delle vie biliari. Tuttavia, un valore di Gamma gt alte non è necessariamente legato a tali problemi, considerato che può solo indicare un probabile o potenziale danno epatico, senza tuttavia fornire alcuna informazione sulla sua origine. Ed è per questo motivo che l’esame della Gamma gt viene combinato generalmente con quello della fosfatasi alcalina (ALP), manifestando se l’incremento di tale elemento (aumenta la ALP e la GGT) è figlio di un problema di natura epatica o (se aumenta solo la ALP) di natura ossea.
Sebbene i valori normali intesi come “riferimento” di laboratorio possano variare da centro di analisi a centro di analisi, è possibile ricordare come un termine “ideale” per l’uomo sia di 55 U/L, mentre per la donna sia di 38 U/L. Il prelievo del sangue viene effettuato normalmente dopo un digiuno di 8-12 ore.
Sono numerose le motivazioni che possono spingere un valore di Gamma gt alta. Si pensi, principalmente, ai casi di alcolismo: negli alcolisti, infatti, la GGT sierica aumenta per un meccanismo di induzione enzimatica (dunque, è indipendente dalla presenza di un effettivo danno epatico, comunque possibile se il valore è molto elevato). Il rialzo della GGT è pertanto tipicamente associato all’eccessivo consumo di alcolici, soprattutto se gli esami del sangue mostrano, contemporaneamente, un incremento sproporzionato rispetto agli altri markers di funzionalità epatica come l’ALP o l’ALT. Per poter ripristinare normali valori di riferimento, è sufficiente sospendere per 3-4 settimane l’assunzione di alcol.
Altre cattive abitudini possono inoltre modificare i valori. Si tenga conto, per esempio, che il fumo può incrementare il valore del 10% se si fumano più di 20 sigarette al giorno, e che raddoppia per consumi maggiori. Incrementi della Gamma gt alta si riscontrano nei casi di colestasi extraepatica, come nelle pancreatiti e nelle malattie dei dotti biliari, in seguito a insufficienza cardiaca, tumori del pancreas, famarci come l’acido valproico, l’eparina, i contraccettivi orali, il fenobarbital, e così via.
Nell’ipotesi in cui un esame del sangue manifesti valori di Gamma gt alta, occorre naturalmente recarsi dal proprio medico con la cartella degli esami di laboratorio ed effettuare con lui un confronto sui valori riscontrati (non solamente della GGT, quanto anche degli altri markers).
Già da un primo esame della cartella sarà possibile, per il medico, formulare qualche ipotesi sulle motivazioni che hanno condotto i valori della Gamma gt a superare le soglie di “normalità”. In ogni caso, è possibile che possa essere prescritto qualche accertamento o qualche nuovo esame del sangue, al fine di sgombrare il campo dai dubbi, e poter arrivare a una diagnosi puntuale dell’eventuale problema.
Dalle righe di cui sopra ricordiamo comunque come una delle motivazioni che conducono il livello delle Gamma gt a superare i valori di riferimento sia quello del ricorso all’alcol o al fumo. Pertanto, se notate che i valori delle altre analisi del sangue non mostrano particolari scostamenti, e che l’unico valore fuori soglia è proprio quello della Gamma gt alta, è possibile che la causa di tale impennata sia proprio legata all’utilizzo eccessivo di alcolici, e alla cattiva abitudine del fumo.
Vi consigliamo pertanto di sospendere l’assunzione di alcolici e ripetere il test a distanza di un mese, naturalmente informando sempre il vostro medico dei valori di partenza, e condividendo con lui lo step dei nuovi esami da effettuare per chiarire se il problema emerso in sede di laboratorio era proprio figlio di un eccessivo ricorso alle sostanze alcoliche, e al fumo.
A questo punto, potreste ben domandarvi per quali motivazioni sarebbe opportuno andare a monitorare i livelli della gamma GT nel sangue.
Ebbene, di norma non si tratta di un esame così straordinario, potendo essere inserito all’interno delle verifiche di monitoraggio delle proprie condizioni di salute. Spesso però viene anche indicato in caso di sospetto di malattie, così come nelle ipotesi di trattamento delle patologie del fegato e delle vie biliari, come ad esempio la cirrosi e i tumori epatici primari e secondari.Di fatti, ricordiamo come sebbene la gamma GT possa essere trovata in quantità anche nelle membrane cellulari di diversi tessuti (pensate al cuore o al cervello, al rene o alla milza) le sue concentrazioni nel sangue dipendono soprattutto dalla salute del sistema epatobiliare, divenendo così un elemento di utile interrogazione per poter valutare le condizioni di salute del fegato e delle vie biliari.
È anche vero che l’importanza clinica della gamma GT non è univoca, valutato che la sua significatività diminuita dalla bassa specificità. Insomma, come abbiamo avuto modo di accennare nelle scorse righe, anche se un valore particolarmente elevato di gamma GT può indicare la probabile presenza di un danno epatico, non può comunque darci delle informazioni sulle cause che l’hanno determinato. Ne deriva che questo valore è sì importante, ma può darci ben poche informazioni aggiuntive rispetto a quelle derivanti dalla determinazione delle transaminasi, della fosfatasi alcalina e della bilirubina.
Insomma, se ti stai domandando quando possa essere prescritto questo esame, ti ricordiamo che è generalmente indicato per poter definire una possibile patologia del fegato o delle vie biliari, o per distinguere una malattia epatica da una ossea, come causa dell’aumento di fosfatasi alcalina (ALP).
Ad ogni modo, non sempre si arriva effettuare questo esame in maniera così diretta. È infatti possibile che il test della gamma GT possa essere prescritto all’interno di un quadro più ampio di analisi, finendo con il divenire parte integrante di uno scenario di prescrizione di altre analisi, oppure come esame follow-up di altre indagini di funzionalità epatica. Quest’ultimo caso ricorre, particolarmente, nelle ipotesi in cui il paziente manifesta dei segni e dei sintomi che potrebbero essere delle spie del potenziale danno epatico, come ad esempio una sensazione continua di debolezza e affaticamento, la perdita di appetito, la nausea e il vomito, il gonfiore e/o dolore addominale, e ancora l’ittero e la produzione di urine scure e di feci chiare.
Come abbiamo già avuto modo di accennare nelle scorse righe, un livello di gamma GT particolarmente alta può rappresentare un indice particolarmente sensibile al problema dell’alcolismo. Di fatti, è facile notare come nei soggetti alcolisti, la gamma GT sierica aumenta in maniera considerevole a causa dell’attivazione di un meccanismo di induzione enzimatica, e dunque indipendentemente dalla presenza o meno di un danno epatico alcol-correlato. Quanto sopra non deve comunque lasciar trarre in inganno l’interpretazione dei dati. Se infatti un danno epatico alcol-correlato è presente, l’aumento della gamma GT sarà intuibilmente più consistente.
Alla luce di quanto sopra, è ben possibile ribadire come il rialzo dei livelli di gamma GT sia tipico nei soggetti che sono caratterizzati da cattive abitudini quali un eccessivo consumo di alcol, e soprattutto quando gli esami del sangue mostrano un aumento molto evidente rispetto al rialzo degli altri markers di funzionalità epatica (come ALP o ALT).
Si tenga anche conto che nei soggetti alcolisti i livelli di gamma-GT hanno un lento ritorno alla normalità, anche nei frangenti di completa rinuncia al ricorso agli alcolici. I livelli si normalizzano infatti non prima di 3 settimane dalla sospensione dell’assunzione di alcol, con la necessità dunque di dover periodicamente ripetere l’esame, al fine di verificare il successo o meno della disintossicazione alcolica.
Per prepararsi correttamente all’esame di gamma GT è fondamentale ricordare che le sue concentrazioni nel sangue diminuiscono gradualmente dopo aver mangiato. Pertanto, è possibile che il medico possa richiedere al paziente di non mangiare nulla per le 8-10 ore precedenti al test (rendendo così questo test ideale nelle prime ore della mattina, dopo una notte di digiuno).
È inoltre possibile che al paziente venga chiesto di smettere di bere alcol o di assumere certi farmaci per qualche tempo prima dell’effettuazione dell’esame.