Microrganismi portatori di infezioni, tra i quali possiamo annoverare molte specie di batteri ed anche virus ed alcuni parassiti (o anche le loro tossine) rientrano tra le cause più frequenti di intossicazione alimentare.
Tipicamente i cibi poco cotti possono essere a rischio di contaminazione ad opera dei microrganismi che abbiamo menzionato più sopra. Anche un trattamento degli alimenti non corretto può essere la “porta” che si apre per questi microrganismi che infetteranno il nostro cibo.
Normalmente i sintomi da intossicazione alimentar più comuni sono la diarrea, la nausea che può portare anche al vomito. La sintomatologia può presentarsi anche poche ore dopo l’ingestione di alimenti contaminati.
Il più delle volte l’intossicazione alimentare non assume i contorni di un grave disturbo e tende a risolversi autonomamente, ciò non significa che, anche se molto più raramente, non possano verificarsi intossicazioni più gravi che possono anche richiedere l’ospedalizzazione, a volte anche d’urgenza.
I sintomi di una intossicazione alimentare possono variare a seconda del microrganismo che ha contaminato gli alimenti. Più spesso di altre sintomatologie, quella che si presenta è costituita da diarrea di tipo acquoso, nausea che sfocia molto spesso nel vomito, dolori all’addome e crampi alla stessa regione, stato febbrile.
Questi sintomi possono iniziare ad aver luogo da poche ore dopo l’ingestione dei cibi contaminati, come anche giorni o, addirittura, settimane dopo. La durata media della sintomatologia da intossicazione alimentare varia da uno a dieci giorni. E’ indispensabile richiedere subito una visita medica nei casi in cui:
Se si avvertono uno o più di questi sintomi potrebbe rendersi ampiamente consigliabile recarsi prontamente al pronto soccorso più vicino.
In qualsiasi fase del processo produttivo di un alimento è possibile che possa avvenire la contaminazione: quando lo si coltiva, quando lo si raccoglie, quando lo si elabora, quando lo si conserva, quando lo si spedisce e poi, nelle nostre case, quando lo si prepara.
La scheda seguente ci mostra molti degli agenti virali, batterici o parassitari che possono provocare una intossicazione alimentare:
Elemento contaminante | Comparsa sintomatologia | Alimenti e mezzi di trasmissione |
Vibrio vulnificus | 1 a 7 giorni | Ostriche e cozze crude |
Clostridium botulinum | 12 a 72 ore | Cibi in scatola mal conservati |
Clostridium perfringens | 8 a 16 ore | Carni, stufati e sughi. |
L’epatite A | 28 giorni | Cibo infetto, spesso crudo o acqua |
Norovirus | 12 a 48 ore | Frutti di mare di acque contaminate |
Staphylococcus aureus | 1 a 6 ore | Carni e insalate |
Salmonella | 1 a 3 giorni | Carne cruda o contaminata |
Giardia lamblia | 1 a 2 settimane | Cibi crudi, acqua contaminata |
Campylobacter | 2 a 5 giorni | Carne e pollame |
Listeria | 9 a 48 ore | Hot dog, carni in scatola |
Shigella | 24 a 48 ore | Frutti di mare crudi |
Escherichia coli | 1 a 8 giorni | Manzo contaminato |
Rotavirus | 1 a 3 giorni | Cibi crudi |
Le “famiglie” di individui più esposte ai rischi di un’intossicazione alimentare sono:
Tra le complicanze più frequenti in caso di intossicazioni alimentari troviamo sicuramente la disidratazione, consistente in una perdita sensibile di liquidi e sali minerali essenziali. Se la disidratazione colpisce un individuo adulto sano la si può combattere bevendo a sufficienza per l’integrazione totale dei liquidi persi, al contrario i bambini o le persone anziane o, comunque, i soggetti con evidenti deficienze immunitarie possono andare incontro a disidratazioni non recuperabili semplicemente bevendo più del solito e può rendersi necessaria l’ospedalizzazione. Si tenga SEMPRE presente che una grave disidratazione può avere conseguenze letali.
Questo tipo di intossicazioni vengono spesso diagnosticate in base al tipo di sintomatologia. Probabilmente il medico andrà prima di tutto alla ricerca di sintomi da disidratazione.
A seconda della sintomatologia riscontrata ed alla anamnesi del paziente, il medico potrebbe essere indotto a chiedere degli esami clinici, quali ad esempio una emocultura, un’analisi delle feci o altri esami idonei alla ricerca di eventuali parassiti. Solo così, a volte, si può individuare la causa di una intossicazione alimentare.
I possibili trattamenti dipendono in larga misura dall’origine della intossicazione e dalla gravità della sintomatologia. Normalmente ed in casi non gravi il disturbo si risolve autonomamente in pochi giorni e senza cure, anche se talvolta il disturbo può durare anche più di sette giorni.
Innanzitutto una buona terapia dovrà includere la reimmissione dei liquidi persi e degli elettroliti (sodio, calcio e potassio).
Poi i giusti antibiotici, nel caso l’intossicazione sia di natura batterica e la sintomatologia sia grave.