I sintomi del carcinoma duttale infiltrante sono fatti generalmente risalire a un cambiamento nella forma o nelle dimensioni del seno, nella comparsa di un nodulo o di un ispessimento della pelle, di un rigonfiamento sotto l’ascella, di un dolore costante al seno o all’ascella, e ancora nei cambiamenti o nelle secrezioni nel capezzolo e nell’areola.
Di norma per poter diagnosticare correttamente il carcinoma duttale infiltrante si procede con un primo esame clinico, cui farà seguito una mammografia, associata a una ecografia del seno e delle aree di drenaggio linfatico (l’ascella, il collo, ecc.). Potrebbe inoltre essere richiesto dallo specialista di riferimento un esame di risonanza magnetica per poter definire in modo più adeguato l’estensione del tumore e, di conseguenza, preparare il trattamento che seguirà.
Ulteriormente, si ricorda che per poter arrivare a una diagnosi definitiva occorre procedere con una biopsia: in caso di nodulo sarà richiesto un esame citologico o istologico, in caso di secrezione del capezzolo si farà un esame citologico, nel caso di micro-calcificazioni si effettuerà un mammotome.
Il trattamento per il carcinoma duttale infiltrante è principalmente l’intervento chirurgico, anche se prima possono essere proposti trattamenti come la chemioterapia e la terapia anti-ormonale. Lo scopo è naturalmente quello di ridurre le dimensioni del tumore in maniera tale che l’intervento possa essere più limitato e invasivo.
Passando all’intervento, diverse possono essere le operazioni effettuabili. Si va da interventi di tipo conservativo (asportazione parziale del seno) a interventi di asportazione di tutto il seno. Come intuibile, la tipologia di intervento chirurgico che viene proposta dipenderà dalla tipologia di tumore, dalle sue dimensioni, dalla sua localizzazione nel seno, da quanto tessuto deve essere rimosso. Nell’ipotesi in cui si opti per una mastectomia, ovvero per l’asportazione totale, si pianificherà di norma anche una ricostruzione del seno, da eseguirsi contemporaneamente alla mastectomia, o in un secondo momento.
Sempre in tal proposito, si tenga conto come il tumore deve essere rimosso con un margine di tessuto che lo circonda, al fine di ridurre i rischi di una sua ricomparsa: anche la valutazione dei bordi / margini deve essere effettuata da uno specialista. Infine, nell’ipotesi di un tumore invasivo al seno, è generalmente raccomandata anche la rimozione dei linfonodi presenti sotto il braccio, al fine di verificare se questi contengono cellule tumorali o meno (i linfonodi sotto l’ascella sono infatti il primo punto in cui le cellule tumorali vengono filtrate dal sistema linfatico).
Dopo l’intervento sopra esposto, possono essere indicate nuove terapie di prevenzione, che riducono il rischio che il tumore si formi nuovamente. La radioterapia è invece un intervento conservativo, utile per poter ridurre il rischio che il tumore si riformi nello stesso seno.