Formula leucocitaria, valori normali e cause degli scostamenti
Pubblicato da
Lorenzo
9 anni fa
Chiamata anche come “conteggio differenziale dei leucociti”, permette pertanto di poter ottenere un dato molto importante per avviare un processo di osservazione dello stato di salute del paziente, e porre le basi per la formulazione di eventuali diagnosi.
La formula leucocitaria è effettuata su un campione di sangue prelevato dal paziente, in condizioni basali dopo un digiuno di 10 ore (pertanto, di norma il test viene effettuato di prima mattina).
I valori possono in ogni caso essere influenzati anche da altri fattori, come lo stress o sollecitazioni fisiche particolarmente significative.
Altrettanto di norma, la formula leucocitaria è richiesta non come esame stand alone, bensì inserita all’interno di una serie di osservazioni del sangue, che contiene anche la conta dei globuli rossi e delle piastrine, e diversi altri parametri ematici.
Il conteggio con la formula leucocitaria può inoltre essere effettuato “manualmente” mediante l’osservazione al microscopio ottico di una goccia di sangue strisciata su un vetrino, oppure automaticamente attraverso dei contatori elettronici.
Quali sono i valori normali
I valori di riferimento della formulaleucocitaria possono variare da laboratorio a laboratorio, ma è comunque possibile cercare di ipotizzare qualche intervallo di normalità:
Neutrofili: si tratta di globuli bianchi che hanno il compito di difendere il nostro organismo dalle infezioni. Contengono proteine e sostanze chimiche che possono danneggiare le membrane dei microorganismi patogeni. I valori normali percentuali sono tra il 40% e il 75%, mentre i valori assoluti per millimetro cubo di sangue sono tra i 2.000 e gli 8.000.
Linfociti: sono un gruppo molto vasto ed eterogeneo di globuli bianchi, comprendendo i linfociti B (che producono anticorpi) e i linfociti T (che non producono anticorpi, bensì altre molecole comunque importanti nella difesa dell’organismo dalle infezioni, prevalentemente virali). I valori normali percentuali oscillano tra il 25% e il 55%, mentre i valori assoluti per millimetro cubo variano tra 1.500 e 5.000.
Macrofagi: questi globuli bianchi sono molto importanti nella difesa dell’organismo da alcuni tipi di batteri e – come intuibile dal loro nome – “digeriscono” elementi estranei e cellule danneggiate. I valori normali percentuali variano tra il 2% e il 10%, mentre quelli assoluti per millimetro cubo sono compresi tra 100 e 900.
Eosinofili: sono globuli bianchi che difendono il nostro organismo da alcuni parassiti. Il loro numero aumenta nelle malattie allergiche e possono essere responsabili di alcuni sintomi di tali patologie. I valori normali percentuali sono compresi tra lo 0,5% e il 6% mentre i valori assoluti per millimetro cubo sono tra i 20 e i 600.
Basofili: come gli eosinofili, anche i basofili incrementano il loro numero in occasione delle allergie. Al loro interno è contenuta l’istamina, che se liberata in eccesso può provocare sintomi fastidiosi come il prurito. Valori normali percentuali sono tra lo 0% e il 2%, mentre i valori assoluti per millimetro cubo sono tra i 2 e i 150.
Cause dei valori alterati
Il numero e la tipologia delle cause che sottostanno i valori alterati dei globuli bianchi sono invero piuttosto numerose. Cerchiamo di riepilogarle brevemente, tipologia per tipologia:
Neutrofili: i valori alti (neutrofilia) sono legati a infezioni, stress, traumi, malattie infiammatorie, ansia, frequente attività fisica, patologie di varia natura. I valori bassi (neutropenia) sono legati a neutropenie congenite, linfomi, malattie del midollo osseo, infezioni gravi, anemia aplastica, influenza o altre infezioni virali, shock anafilattico, assunzione di alcuni farmaci, chemio terapia, terapia radiante o esposizione a radiazioni ionizzanti.
Linfociti: i valori alti (linfocitosi) sono conseguenti a leucemie linfatiche, infezioni batteriche croniche, mononucleosi infettiva ed altre malattie virali, malattie reumatiche, infiammazioni. Valori bassi (linfocitopenia) sono principalmente derivanti da carenze congenite, malattie del sistema immunitario, grave insufficienza renale con uremia, chemioterapia, terapia radiante o esposizione a radiazioni ionizzanti, malattie croniche.
Macrofagi: i valori alti (monocitosi) derivano da leucemie, mieloma, mononucleosi infettiva, cirrosi epatica, malattie infiammatorie croniche, tubercolosi, sifilide, brucellosi, listeriosi, infezioni croniche, endocardite batterica. Valori bassi (monocitopenia) derivano da leucemie, mieloma, chemioterapia e trattamenti immunosopressivi, anemia aplastica.
Eosinofili: i valori alti (eosinofilia) sono conseguenti a allergie, ipersensibilità a farmaci, malattie autoimmuni, malattie parassitarie, scarlattina. Valori bassi (eosinofilopenia) conseguono a ipoglicemia, prolungata esposizione a luce solare, shock, stress, insufficienza renale cronica, uso di cortisonici, sindrome di Cushing.
Basofili: infine, i valori alti (basofilia) derivano da alcuni tipi di leucemie, infezioni croniche, reazioni allergiche verso gli alimenti, parassitosi, radioterapia. Valori bassi (basofilopenia) sono associati a gravidanza, ipertiroidismo, stress acuto ed ipercortisolismo.
Fonti e bibliografia
Malattie del sangue e degli organi ematopoietici. Gianluigi Castoldi, Vincenzo Liso; Ed. McGraw-Hill Education; 2017
Rugarli. Medicina interna sistematica. Estratto: Malattie del sistema endocrino e del metabolismo. C. Rugarli; Ed. EDRA; 2018
Roitt’s Essential Immunology. Dennis R. Burton, Ivan M. Roitt, Peter J. Delves, Seamus J. Martin; Ed. John Wiley & Sons Inc; 2016