L’endometrio ispessito (chiamato anche ispessimento endometriale o iperplasia endometriale) è una situazione non rara, che – pur non essendo legata necessariamente a pregiudizi di significativa natura – merita un approfondimento e una discreta attenzione, finalizzata a garantire serenità e benessere nella donna. Ma cosa è l’endometrio? E perchè si parla di endometrio ispessito? E cosa comporta tale condizione?
Cominciamo con il segnalare che l’endometrio è una mucosa interna che riveste l’utero: la sua composizione consta di uno strato superficiale (formato da cellule) e uno strato profondo (formato da cellule e ghiandole). In condizioni fisiologiche, l’endometrio ha uno spessore tra 1 e 7 mm, con spessore che varierà – anche sensibilmente – a seconda delle diverse fasi del ciclo mestruale, che contribuiscono a incrementare o meno la sua grossezza.
Di norma si parla di endometrio ispessito se l’endometrio supera gli 8 mm e, soprattutto, se rientra nel range di 12/16 mm. In questo caso, è necessario compiere qualche accertamento per comprendere quali possano essere le ragioni di un simile ispessimento, e comprendere altresì se sia determinato da una patologia comunemente conosciuta come iperplasia endometriale, causata a sua volta da una eccessivap roliferazione delle cellule della mucosa endometriale. Anche al fine di rassicurare le nostre lettrici, è bene ricordare che non sempre un endometrio ispessito deve tale ispessimento eccessivo a una causa patologica, o comunque puramente benigna.
Come intuibile da quanto sopra abbiamo riassunto, numerose possono essere le cause di un endometrio ispessito. Si pensi, tra le tante, al ciclo anovulatorio, all’ovaio policistico, alla terapia a base di estrogeni, all’iperstrogenismo relativo, all’iperplasia della zona corticale ovarica, ai tumori ovarici.
Di norma il sintomo più comune e visibile di una condizione di endometrio ispessito è rappresentato da una anomala perdita di sangue. Più tecnicamente, si suole distinguere in metrorragia la condizione di sanguinamento non in corrispondenza del ciclo mestruale (ma tra un ciclo e l’altro, o in menopausa), menorragia (mestruazioni particolarmente abbondanti), o amenorrea (scomparsa delle mestruazioni).
La diagnosi dell’endometrio ispessito avviene per diversi step. Il primo è sicuramente un’analisi del sangue, finalizzata a valutare i livelli di estrogeno. Successivamente si procede a effettuare un’ecografia (generalmente) transvaginale, che possa fornire anche un’eco pattern endometriale. Attraverso tale indagine si può valutare l’interno dell’utero, stabilendo se l’endometrio è di dimensioni normali o se si è in presenza di alterazioni.
Accertata la presenza di un endometrio ispessito, si può ricorrere a una biopsia endometriale, per stabilire natura e grado di iperplasia. La biopsia può essere effettuata con il prelevamento di un campione di mucosa uterina: il campione sarà analizzato in laboratorio attraverso alcuni esami di tipo citologico, comprendendo il grado di iperplasia.
A volte può essere necessario procedere con un’analisi isteroscopica, che prevede l’uso di una telecamera che viene inserita all’interno dell’utero, e che fornisce al medico immagini che possono far comprendere il grado di iperplasia.
La cura dell’endometrio ispessito, come intuibile da quanto sopra abbiamo affermato, dipenderà principalmente dall’analisi della causa che ha scatenato tale condizione. Ad ogni modo, non sempre è necessario procedere con un intervento chirurgico: spesso è sufficiente affrontare tale scenario con l’utilizzo di farmaci progestinici, antiandrogeni & co.
A margine di tale approfondimento, vi consigliamo naturalmente di esporre qualsiasi sintomo al vostro medico curante, condividendo con lui ogni informazione che possa essere utile per cercare di comprendere quali siano le effettive condizioni di salute, prima di procedere a eventuali esami, e ritrovare il prima possibile una situazione di maggiore benessere.